Cento anni fa nasceva Enzo Biagi, indiscutibilmente e indubitabilmente, uno dei grandi, con la G non solo maiuscola, ma scritta a caratteri cubitali, del giornalismo che, insieme ai Montanelli, agli Angela, ai Brera, agli Ameri, Carosio, Ciotti, ha raccontato in modo mirabile i fatti e i personaggi del ‘900; dalla politica, alla cronaca, dallo sport, allo spettacolo.
Tutti (noi), che molto modestamente e, a volte quasi timidamente e goffamente, ma anche rischiando ancora in prima persona, cerchiamo di raccontare quotidianamente le storie di paese, anche quelle più piccole che meritano, comunque, una dignità e uno spazio, ci sentiamo oggi di dover celebrare questo anniversario, che è stato immortalato anche da Poste Italiane, con un francobollo.
Così, anche IlReventino.it, vuole ricordare Enzo Biagi, perché, come diceva sempre, nonostante avesse girato il mondo, non aveva mai lasciato la sua “Pianaccio” e, in fondo, anche noi, raccontando i paesi del Reventino e Savuto, non abbandoniamo quella dimensione familiare, genuina e perciò, vera, di quelle figure che non assurgono agli onori delle cronache nazionali, europee o mondiali, ma rappresentano le storie di tutti noi, spaccati della nostra vita quotidiana; del nostro vissuto personale, che portiamo nel nostro cuore, ovunque siamo e che porteremo sempre con noi fino alla fine.
Di seguito pubblichiamo, per intero, la nota di Poste Italiana, in cui si annuncia l’emissione filatelica e il ricordo della figlia del giornalista.
L’annuncio di Poste Italiane
“Poste Italiane comunica che oggi 9 agosto 2020 viene emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo commemorativo di Enzo Biagi, nel centenario della nascita, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€.
Tiratura: quattrocentomila esemplari.
Foglio da quarantacinque esemplari
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
Bozzetto a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A..
La vignetta riproduce, in primo piano, un ritratto di Enzo Biagi affiancato a una frase dello stesso giornalista e scrittore italiano “Ho girato il mondo da cronista, ma in fondo non sono mai andato via da Pianaccio”.
Completano il francobollo la leggenda “ENZO BIAGI“, le date “1920-2007“, la scritta “ITALIA” e l’indicazione della tariffa “B”.
L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Lizzano in Belvedere (BO).
Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it.
Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata e affrancata e una busta primo giorno di emissione al prezzo di 15€”.
Il ricordo di Bice
“A mio padre piaceva definirsi “un cronista”. E non era un vezzo né un indulgere a falsa modestia. In lui c’era una grande curiosità, lo appassionavano le storie delle donne e degli uomini che incontrava, fosse un Capo di Stato, un primo ministro o un minatore del Sulcis. L’ultimo reportage che avrebbe voluto realizzare era un viaggio nella provincia italiana. Diceva: “Voglio sentire i racconti di un farmacista di paese, della maestra di un villaggio, del sindaco di un piccolo comune”. Aveva viaggiato per tutto il mondo, intervistato la maggior parte dei personaggi che hanno fatto il Novecento, statisti, attori, scrittori, intellettuali, ma, sosteneva, “In fondo non sono mai andato via da Pianaccio”. E del suo borgo sull’Appennino aveva conservato certe chiusure dei montanari, il riserbo che può sembrare timidezza, il rispetto per il lavoro, il gusto per le cose e i cibi semplici. Difficile per me dire che padre è stato: di sicuro non era un padre da weekend, nemmeno un amico perché sosteneva che essere genitore è un’altra cosa. Certo, nonostante le sue lunghe assenze, c’è sempre stato quando avevamo bisogno di lui. Sono convinta che l’eredità più forte che ci ha lasciato siano l’importanza della responsabilità individuale, il valore della libertà, la coerenza con le proprie opinioni e la difesa delle proprie scelte”.
Bice Biagi
La figlia