Carlopoli – All’Abbazia di Corazzo si inaugura l’orto sinergico. L’iniziativa è frutto dell’attività realizzata dal Progetto Gedeone che continua a sudare nei campi per promuovere e difendere l’agricoltura pulita. E questa volta lo fa realizzando un orto sinergico.
Di cosa si tratta è presto detto, a parte alcune eccezioni (carote e cipolle, ad esempio), la raccolta nell’orto sinergico prevede di non sradicare piante, al fine di lasciar decomporre le radici nel terreno. Vivere e godere dei prodotti che ci dona madre terra, ma mai privarla di ciò che le appartiene. Ringraziarla rispettandola.
A tal proposito c’è da rilevare come pesticidi, cambiamenti climatici, pratiche agricole di stampo industriale stanno letteralmente compromettendo la salute delle nostre colture. In una nota diffusa dal Progetto Gedeone, a firma di Roberta Gigliotti, viene comunicato che il rapporto nazionale 2016 dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha diffuso dati allarmanti: aumentano i pesticidi nelle acque italiane, un campione superficiale su cinque in Italia, oltre ad essere contaminato, supera il livello di qualità ambientale.
Il Molise e la Calabria non hanno neppure trasmesso le informazioni sul monitoraggio. Dalla nostra Regione pare abbiano fatto sapere che sono ancora alle prese con il censimento di laghi, fiumi e acque sotterranee.
Intanto, nella valle del Corace, il Progetto Gedeone continua a sudare nei campi per promuovere e difendere l’agricoltura pulita. E questa volta lo fa realizzando un orto sinergico. A partire dagli anni ’80, l’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip ha ideato e messo a punto il metodo di coltivazione dell’agricoltura sinergica, frutto dell’adattamento al clima mediterraneo dell’agricoltura naturale del microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka e della Permacultura di Bill Mollison e David Holmgren.
Proprio per Permacultura, Elena Amato ha tenuto dei corsi su queste tecniche ed è diventata l’ideatrice del nuovo orto a Corazzo, partecipando attivamente, assieme a Domenico Sirianni, alla realizzazione del bancale a spirale, l’aiuola rialzata col terreno scavato, all’implementazione dell’irrigazione, della pacciamatura a paglia e alla semina di carote, aglio, cipolle, rucola, ravanelli, bieta, coriandolo, luffa (i cui frutti verranno usati per produrre le spugne vegetali). Presto verranno messi a dimora anche lattuga, peperoni, pomodori, melanzane, fagioli, cetrioli, basilico, prezzemolo e sarà sperimentata anche la coltura sinergica di quello che è stato chiamato “Origano dell’Abbazia di Corazzo”, che già cresce rigoglioso, nell’orto adiacente.
“Vivere senza distruggere” è il principio cardine dell’agricoltura sinergica. Ciò significa abbracciare strategie di controllo naturale: tenere sotto controllo animali e insetti dannosi per le coltivazioni creando ambienti favorevoli; sfruttare al massimo gli spazi, rendere il terreno più coperto, produttivo emeno soggetto allo sviluppo di erbe spontanee; rifiutare l’utilizzo di concimi chimici, erbicidi e pesticidi; consociare, coltivare contemporaneamente diversi tipi di piante sullo stesso terreno. Perché, come spesso accade con le persone, spesso una sostiene e protegge l’altra.