Nonostante le molteplici telefonate e le reiterate missive trasmesse dal comune di Carlopoli, Calabria Verde non dà segnali di vita. E’ quanto segnala con una nota pervenuta in redazione il sindaco di Carlopoli, Emanuela Talarico.
Il comune di Carlopoli, sin dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Calabria Verde e il segretariato regionale del Ministero della Cultura (MiC) per la Calabria, prima telefonicamente e poi formalmente, ha insistentemente richiesto un pronto e solerte intervento da parte di Calabria Verde finalizzato alla pulizia del sito archeologico riconducibile “all’Abbazia di Corazzo”.
Le attività manutentive richieste si rendevano necessarie, non solo per assicurare il giusto decoro della struttura, ma anche per preservare il sito da incendi, per favorire le attività d’indagine e studio che si stanno effettuando e per garantire che tali spazi siano visitabili dai turisti e fruibili mediante manifestazioni pubbliche.
Ebbene è con profondo rammarico, almeno per quanto riguarda il mio territorio, che ad oggi è da registrarsi la totale indifferenza da parte di Calabria Verde e dei vertici regionali che ha comportato la totale assenza – dalla nostra montagna ed in particolare mi riferisco al comune di Carlopoli – degli operai forestali e dei loro interventi.
Il comune di Carlopoli non dispone di personale idoneo allo svolgimento di tali attività (sono presenti soltanto quattro operatori grazie ai quali si riesce ad assicurare la raccolta dei rifiuti porta a porta e la pulizia del centro abitato) ciò nonostante si è visto costretto ad affidare l’incarico a soggetti terzi competenti per effettuare gli interventi che in realtà avrebbe dovuto svolgere Calabria Verde.
Tutto ciò si è reso necessario per evitare che venga lesa l’immagine del nostro territorio e del sito archeologico.
Nei prossimi giorni, come Sindaco segnalerò quanto verificatosi alle preposte Autorità e per chiedere al Ministero della Cultura il senso di tale convenzione stipulata, atteso che tali ritardi sono inaccettabili così come è intollerabile che la nostra montagna sia rimasta completamente abbandonata a se stessa e alle sue persistenti difficoltà.