Per lo spazio culturale “Incontro con l’autore”, interessante e piacevole pomeriggio culturale presso la Biblioteca comunale di Bianchi, con il saggio di Ciro Servillo “L’ombra ossessiva – Sul sentiero delle ninfe” edito da Comet Editor Press. Come riporta una nota pervenuta in redazione, all’evento, oltre all’autore presenti, Rino Pascuzzo, vice sindaco con delega alla Cultura, Erika Moraca, assessore comunale con delega alla Biblioteca e Pari Opportunità e la critico letterario professoressa Miriam Coccari.
Dopo i saluti del vice sindaco Pascuzzo che ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale sul fronte della promozione Culturale, la professoressa, Coccari relaziona con passione, padronanza e professionalità sul libro di Servillo e spiega che l’autore racconta la storia di un ragazzo apparentemente come tanti, con i propri traguardi raggiunti, la cerchia di amici, i primi sospiri amorosi… con un velo di tristezza poggiato sul cuore, però, una malinconia antica che riesce a trovare sempre il modo di rinnovarsi. Questo l’incipit del romanzo – prosegue – che dalle prime pagine potrebbe apparire una di quelle storie che raccontano le vicende di un gruppo di adolescenti alle prese con i problemi tipici di un’età di passaggio, ma che poi nelle pagine a seguire svela misteri, dolori profondi, incontri inaspettati e con essi nuove aspettative per un futuro tutto da costruire. E come nei migliori romanzi di formazione, il giovane protagonista della storia dovrà compiere un viaggio, per sua scelta, alla scoperta delle proprie radici, alla ricerca della verità. Lui, rimasto orfano in tenera età, cresciuto in una casa famiglia, allevato da educatori che, seppur amorevoli e attenti, non riescono a colmare il vuoto lasciato dai genitori, brutalmente assassinati, e da un fratello maggiore dal quale è stato costretto a separarsi.
Un viaggio attraverso la Calabria – sottolinea la Coccari – altra protagonista del romanzo, terra bella e dannata che attrae a sé i propri figli e li avvinghia in un abbraccio che talvolta diventa mortale; una terra che dona tanto e tanto toglie, con i suoi problemi atavici e le mille contraddizioni che stentano a trovare soluzione, dalla quale, troppo spesso, bisogna fuggire per non perire. Un viaggio nello spazio e nel tempo, da Cosenza a Reggio Calabria, alla riscoperta di ricordi e sensazioni di una prima infanzia apparentemente cancellata, ma che riaffiora con forza appena i piedi si posano sul suolo di quella terra natia. A ogni passo appare nella mente un’immagine del passato, un suono, un profumo, un bagaglio affettivo dal valore inestimabile.
Diverse sono le figure amiche che Sandro incontra sul proprio cammino dal nord al sud della Calabria: Marianna e Gianni, gli educatori che si prodigano per provvedere alle cure di giovani sfortunati e fanno di tutto per far sentire loro a casa, in una famiglia; la gente dell’Aspromonte, che vinta la diffidenza iniziale, regala a Sandro quell’accoglienza e quell’umanità tipica calabrese; Peppe, il pastore, che lo ospita nella sua umile dimora, offrendogli protezione e riparo. Con Peppe, Sandro trascorre del tempo prezioso, durante il quale riesce ad assaporare fino in fondo la bellezza di vivere a contatto con la natura e con un mondo antico, lontano dalla frenesia della vita moderna. Grazie a Peppe riesce a dare risposte ai suoi perché e chiudere i conti, per troppo tempo rimasti aperti, con quel passato che finalmente trova il modo e il coraggio di superare. E così, pronto per una nuova rinascita, proprio nel periodo dell’anno che ricorda la venuta al mondo del Redentore, Sandro fa ritorno a casa, nel posto che lo ha accolto e amorevolmente cresciuto, al quale si sente di appartenere e nel quale è pronto a ricominciare la propria vita.
Come in un cerchio che si chiude, da dove era partito, Sandro fa ritorno. Ad accoglierlo tanto amore e gioia vera gli confermano di essere finalmente a casa, il luogo che più di tutti fa sentire al sicuro, dal quale si progetta, nel quale si sogna e si costruisce, da cui tutti prima o poi si allontanano, ma che portano sempre nel cuore, al quale tutti anelano tornare. Infine, gli interventi del pubblico hanno stimolato l’autore che con lucidità e dialettica ha sottolineato alcuni tratti del racconto che ha appassionato i presenti, in particolare i giovani.