Anna Ylenia Colacino, giovane promessa calabrese, originaria di Motta Santa Lucia nell’area del Reventino, e concorrente dell’edizione corrente di Bellamà su Rai 2 della tv nazionale, ha conquistato il cuore dei telespettatori con la sua intensità e autenticità. Nella puntata del programma di venerdì scorso dedicata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Anna ha aperto il proprio cuore raccontando un episodio doloroso della sua vita: il padre, sindaco della sua cittadina, è stato vittima di atti intimidatori per il suo impegno contro le ingiustizie. La sua storia, resa ancora più viva dalle lacrime e dall’emozione della giovane, ha commosso il pubblico.
La storia di un coraggio ereditato
Per Anna, parlare di Falcone e Borsellino non è solo un esercizio di memoria collettiva, ma un tema che tocca il cuore della sua esperienza familiare. Suo padre, sindaco del piccolo comune calabrese, ha subito atti intimidatori e la distruzione dolosa di tre auto per essersi opposto a ingiustizie locali. In un contesto che rende difficile parlare di legalità, Anna ha vissuto sulla sua pelle il peso delle scelte coraggiose del padre, che le ha trasmesso l’importanza della giustizia e dell’impegno sociale. “Senza paura non c’è coraggio”, ha scritto Anna su Instagram, condividendo un’immagine di Falcone e Borsellino, due eroi italiani che hanno lasciato un’impronta indelebile sul suo modo di vedere il mondo.
La commozione in diretta: Un momento indimenticabile
Durante la puntata, Anna ha condiviso il racconto del sacrificio di suo padre con una voce che a tratti tremava, lasciandosi trasportare dall’emozione. Non solo il pubblico, incollato allo schermo, ma anche gli altri concorrenti hanno percepito l’intensità del momento. Il conduttore, Pierluigi Diaco, e l’ospite Salvo Sottile hanno mostrato un profondo rispetto per il racconto di Anna, creando un’atmosfera di solidarietà e ammirazione. Un’eredità di valori: Falcone e Borsellino come modelli di vita.
Nel suo omaggio a Falcone e Borsellino, Anna ha sottolineato quanto siano importanti i valori della giustizia e del coraggio, valori che le sono stati trasmessi fin da piccola. La sua sensibilità verso questi temi è chiaramente il frutto di una famiglia che crede nell’importanza di fare la cosa giusta, anche quando è difficile. Anna ha spiegato che, guardando al sacrificio di questi grandi uomini e al loro sogno di un’Italia libera dalla paura, sente il bisogno di fare la propria parte, sia nel lavoro che nella vita.
Abbiamo chiesto ad Anna un’intervista al telefono per conoscerla meglio.
– Anna, hai emozionato il pubblico di Bellamà con il tuo racconto e la tua sensibilità, parlando di Falcone e Borsellino e del coraggio di tuo padre. È evidente che questi valori ti stanno molto a cuore.
Assolutamente. Per me, parlare di Falcone e Borsellino non è solo rendere omaggio a due grandi uomini; è ricordare a me stessa e agli altri l’importanza di lottare per ciò che è giusto. Ho visto mio padre rischiare, ho visto la sua paura e il suo coraggio, e penso che anche Falcone e Borsellino abbiano avuto quella stessa determinazione. All’inizio non volevo parlare, temevo di mettere in cattiva luce il mio paese, ma poi quando Pierluigi mi ha coinvolto, ho sentito che era giusto raccontare, non tacere. Insomma a che serve ricordare il loro esempio se poi non lo si segue in prima persona, ho l’occasione di parlare a tutta Italia, e così mi sono lasciata andare ed è stato come quando salgo sul palco. Parte il flusso delle cose e puoi solo cavalcarlo con passione!
– Certo, e a proposito di passione, non è la prima volta che appari in un programma televisivo, so che sei stata parte del cast de “Il Cantante Mascherato”. Cosa hai provato in quell’esperienza e come ti ha portato a ciò che fai oggi?
La danza è stato il mio primo amore, ho iniziato quando ero molto piccola e ho subito sentito che la musica e il movimento mi permettevano di esprimermi in un modo che le parole non riuscivano a fare. Quando sono entrata nel corpo di ballo de “Il Cantante Mascherato”, è stato un sogno che si avverava! Ballare in televisione, su quel palco, con quei colori, è stata un’emozione incredibile. È lì che ho scoperto l’adrenalina del pubblico e la magia della scena. Quei momenti mi hanno fatto capire quanto mi piaccia far vivere emozioni a chi guarda. Poi c’è stata una svolta, e ad oggi il mio sogno è quello di lavorare come attrice.
– Cosa ti ha portato a questo cambiamento? Che cosa ti ha fatto innamorare di questa forma d’arte?
È stato come un fuoco che si è acceso. La danza è stata una base fondamentale, mi ha dato consapevolezza del corpo e disciplina, ma è stato l’incontro con Daniele Mignemi a cambiare la mia prospettiva. Ho partecipato ad una sua lezione aperta e in un attimo ho capito che quello era ciò che volevo, che attraverso la recitazione, potevo non solo comunicare attraverso il corpo ma anche esplorare ancora più profondamente le mie emozioni e metterle al servizio delle storie e dei personaggi che interpretavo. Daniele mi ha insegnato l’importanza dell’autenticità. Mi ripete sempre: “Non importa quanto sei brava tecnicamente; se non sei autentica, il pubblico se ne accorge”. Con lui sto imparando a lasciarmi andare, a fidarmi delle mie emozioni e ad accettare anche le mie insicurezze. Mi ha insegnato a vedere la recitazione come un viaggio interiore, dove la vulnerabilità non è una debolezza, ma una forza. Grazie a lui sto costruendo non solo le basi di una carriera, ma anche un’identità artistica. Attraverso i suoi insegnamenti, ho capito e continuo a capire sempre di più che posso usare il mio talento non solo per intrattenere, ma anche per portare avanti valori che per me sono importanti.
– Quindi il percorso nel mondo dello spettacolo per te è una sorta di missione?
Sì, possiamo dire che è così. Credo che la recitazione, ma direi l’arte in generale, sia uno strumento potente per sfidare i nostri limiti, per esplorare paure ma anche desideri, e per migliorarci come esseri umani. Credo che è per questo che siamo qui, sennò che senso avrebbe la vita? E se riuscissi ad utilizzare il mio lavoro come mezzo per ispirare anche solo una persona a non arrendersi, a credere in se stessa e nell’amore per ciò che è giusto, allora sentirò di aver fatto davvero la mia parte. La tv e il cinema sono mezzi potentissimi per esplorare e raccontare storie che possano ispirare, proprio come quelle di Falcone e Borsellino.
– E guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi?
Beh spero di trovare sempre di più il modo anche io di portare gli stessi messaggi di forza e autenticità nel mio lavoro. Sicuramente continuerò a studiare per migliorarmi perché so che la strada è lunga, ma l’impegno non mi spaventa. E poi mi piacerebbe lavorare anche come conduttrice, chissà. Sono tante le porte che mi piacerebbe aprire.
-Mi sembra giusto! Cosa pensi della GenZ, la generazione che rappresenti nel programma?
Innanzitutto ci tengo a ringraziare soprattutto Pierluigi Diaco e gli autori che mi hanno voluta nel cast e tutti i professionisti che lavorano per Bellamà. Mi sento onorata di avere questa opportunità e grata a chi mi ha sostenuta. Credo molto nella mia generazione e nella sua capacità di lottare per quello in cui crede. Siamo cresciuti in un’epoca complessa, con mille sfide e contraddizioni, ma anche con grandi possibilità. Spero di riuscire a portare il nostro desiderio di cambiamento sullo schermo, con storie che parlino davvero di chi siamo e chi vogliamo diventare. Mi piace pensare che siamo anche il presente e non solo il futuro della nostra società, che anche la nostra voce conta, e che possiamo essere anche noi protagonisti.