Più elettori ed elettrici ci saranno, più il Presidente dovrà impegnarsi per migliorare una Calabria ultima in Europa. Con i suoi indicatori sempre in fondo ad ogni classifica nei settori più delicati, per la convivenza civile e per le condizioni socioeconomiche.
Tutti i Centri studi di indagini serie fotografano una Regione sempre più distante dai livelli medi di “cittadinanza” in Europa e nella stessa Italia.
Le vanterie del Presidente Occhiuto, a botte di video, sui risultati ottenuti non ci risultano. I Calabresi scontano continue gravi carenze.
Dal secolare problema di mancanza di lavoro che continua a spingere le generazioni giovanili ad andarsene: i maschi e ancor di più ora femmine. Alla Sanità, alla Scuola, ai Trasporti, alle diverse fattispecie di sostegno e di assistenza necessaria alle Persone in povertà assoluta, alle Persone fragili, alle Persone sofferenti di qualsivoglia disagio.
Se ne dibatte durante queste giornate che precedono l’appuntamento ai Seggi. Ci vorrà uno scossone.
Continuare come prima, come sempre non gioverà più a nessuno. Se ne convincano in tempo anche coloro che pensano di resistere, magari fidandosi dei meccanismi vischiosi dei contributi elargiti a pioggerella. Se ne convincano i componenti delle prestigiose Associazioni, Lions, Rotary, i liberi pensatori abituatisi a restare osservatori, finendo sempre a disposizione del sempiterno sistema di “adattanza”, indicando poi le manchevolezze altrui.
Nel dibattito elettorale, cosa che non si sente, devono però entrare, per una scelta consapevole, non solo i dati, le analisi e le proposte ritenute da ciascuno più idonee e praticabili., per riuscire a riscattare una Regione malmessa come la nostra.
Bisogna ragionare al meglio soprattutto sulle prospettive. Perché bisogna fare i conti con le gravi ricadute delle decisioni a livello internazionale, europeo e nazionale. Sottoscritte dall’attuale Governo o in corso di approvazione.
Condivise e sostenute dai gruppi dirigenti e amministratori in sede di Conferenza delle Regioni senza fiatare. Succubi di politiche nemiche del Mezzogiorno e della Calabria. Scelte politiche che bisogna impegnarsi a ricondurre sulla strada di rispetto della lettera e del contenuto dell’art 3 della Costituzione: Cittadini uguali in una Repubblica impegnata a contrastare squilibri e diseguaglianze sociali e territoriali. Prima di far davvero diventare irreversibili le gravi diseguaglianze presenti. Con l’abbandono totale di interi territori.
Come si fa non considerare le ricadute negative sui bilanci delle Regioni che ci saranno per la pericolosa inopinata corsa agli armamenti?
– Spese di 800 miliardi per gli armamenti programmati dall’UE e sottoscritti dal Consiglio dei Presidenti degli Stati partecipi. È una follia, Ciascuno Stato per il proprio esercito. Anche a debito. Cioè a carico soprattutto delle future generazioni. Soldi che in Italia saranno sottratti sicuramente ai bilanci regionali. Che saranno poi sottratti agli Enti locali e a loro volta alle tasche dei cittadini e ai settori che invece dovrebbero essere impinguati: Investimenti, Sanità, Scuola Trasporti, Assistenza sociale.
– Spese del-5% del Bilancio, cioè fino a oltre 400 miliardi in 10 anni, per rafforzare gli armamenti della Nato. Che sono altre centinaia di miliardi che graveranno annualmente sul bilancio dello Stato, che si riverseranno, in sottrazione, su quelli delle Regioni e poi degli Enti Locali. Cioè nelle tasche dei cittadini e nella soppressione dei servizi.
Queste spesse sono state già sottoscritte dal Governo italiano, senza che nella Conferenza delle Regioni, a netta maggioranza di Presidenti dei Partiti di governo, compreso Occhiuto, si levasse un minimo dissenso, una richiesta di confronto per capire dove si andrà a sbattere.
Spese pericolose. Tale corsa agli armamenti ha portato sempre a conflitti nazionalistici e a guerre.
Spese anche inutili perché nella Nato vi sono 32 eserciti nazionali, che bisognava e bisogna coordinare. Prima di tutto. Quando si parla di necessità di difesa. E poi c’è da ricordare che nell’UE vi sono centinaia di basi militari americane, molte delle quali fornite di testate nucleari. In Italia ve ne sono almeno 4.
Alle ricadute pesanti sui bilanci dello Stato per le spese militari, bisogna aggiungere i danni che saranno provocati allo sviluppo economico dalla rincorsa dei dazi: 15%, 30% 50% fino al 100% su alcuni prodotti.
Volete che non provocheranno una falcidia di chiusure, di disoccupati in più di soffocamento di tante attività e del gracile sviluppo che stiamo già scontando in Italia e ancor più nel Mezzogiorno e in Calabria?
Sono già tre anni di produzione in calo.
Di fronte alle imposizioni di Trump, la Meloni, i Tajani-Occhiuto, i Salvini-Vannacci, i Lupi hanno pure gioito. Alle grandi multimiliardarie compagnie USA sono stati ribassati e applicati dazi del 5%, dal 15% che erano!
Un semplice lavoratore-pensionato subisce una trattenuta dal 23% al 43%!
Non è finita. Trump ha imposto all’UE, quindi anche all’Italia, che deve comprare l’occorrente petrolio e gas dagli USA pagandolo 3-4 volte in più, se comprato da altri Stati. Sappiamo quanto sono già elevate le bollette.
Aggiungendo a questo l’obbligo dell’UE ad investire oltre 600 miliardi negli USA. Invece di investire nell’UE sempre più indebolita.
Che bella “America” sta trovando Trump in Europa!
Complici diretti i governatiti italiani e chi li sostiene.
In tale scenario commerciale che succederà agli artigiani, ai piccoli-medi imprenditori, alle manifatture finora resistenti? Agli agrumeti, agli oliveti, ai vigneti calabresi che, tutti, stavano tracciando una lenta, ma progressiva strada di sviluppo?
In Italia poi vi è uno scenario istituzionale ancor più gravido di pericolose conseguenze con un Governo impegnato ad imporre 3 Leggi eversive dei basilari principi costituzionale: Autonomia finanziaria, Separazione delle carriere dei Magistrati, Premierato.
Al momento fermiamoci alla prima, all’Autonomia differenziata. Con essa il Governo sta per imporre norme che istituzionalizzeranno le differenze sociali e territoriali. Norme che castigheranno per sempre le popolazioni meridionali, i calabresi, a restare nelle condizioni di vero e proprio sottosviluppo.
Il Presidente Occhiuto a Cernobbio ha affermato che l’Autonomia sarà un “valore”! E ripete la nenia sui LEP. È una Legge da rigettare in toto per com’è pensata e per l’obbiettivo egoista che perseguono i Leghisti a scapito dell’Italia, anche sul piano istituzionale. Non sa che sta preparando Calderoli? Glielo scriviamo. Calderoli ha preparato una presa in giro malvagia. Ha preparato norme secondo le quali i LEP dovranno essere uguali per tutti, rapportati però a diversi PIL regionali.
Più precisamente secondo i diversi livelli del costo della vita.
Significando che i LEP saranno organizzati in rapporto ai redditi pro-capite regionali. O peggio. Il che significa che siccome il Veneto-Lombardia hanno redditi doppi -tripli di quello della Calabria e Sicilia, da noi si avranno LEP altrettanto corrispondenti ai propri redditi. Applicando cioè Principi del tutto opposti a quelli della Costituzione. Giusto per fare un esempio, nella Scuola, con tali norme si ritornerebbe dritti dritti alla Legge Casati di metà 800. Per cui, il Personale della Scuola dovrebbe essere pagato a secondo del luogo dove insegna. Più ricco è il luogo più ricco sarà lo stipendio. Più povero è il luogo e più povero anche lo stipendio. Così in tutti i settori lavorativi.
Ed ecco perché ci vuole uno scossone, tale da sovvertire pronostici e provocare uno slancio istituzionale.
Angelo Falbo