di Graziella Mazza –
È allarme e lo sentiamo, fuori e dentro di noi!
È proprio questa situazione di urgenza che spinge il gruppo di professionisti di “FormAzionePromethes” a scendere in campo ancora più motivati, in questo anno che si porta dietro un carico di sofferenza enorme data da 24 mesi di disagio, confusione, dolore ed incertezza.
Il primo progetto a riaprire le porte, il 29 gennaio, sarà il Master Biennale di Criminologia alla sua decima edizione. Chiediamo al Presidente e Direttore Scientifico del Master, Dott.ssa Graziella Mazza, perché è così urgente formare i professionisti all’ambito criminologico in questo periodo storico: “i dati parlano chiaro: in questi ultimi due anni è aumentato esponenzialmente il numero di suicidi, di violenza domestica, di violenza assistita sui minori. Aumentata la dipendenza da gioco d’azzardo, alcolismo, dipendenza sui sociale, shopping compulsivo sui siti di vendita online. Aumenta il ritiro sociale, gli attacchi di panico, l’ansia e la depressione.
Gli ospedali psichiatrici e gli enti pubblici sono saturi. I servizi privati, le associazioni di volontariato fanno ciò che possono per contenere il boom di richieste.
È una società che si è ammalata dal punto di vista della sofferenza esistenziale. Siamo un popolo che vive in solitudine, che ha perso il gusto di stare insieme e condividere. Un popolo che non può più abbracciarsi e comunicare. Una popolazione dal volto coperto e macchiato di tristezza e sconcerto. Tutto questo porta ad esasperare i sentimenti di sconforto che si trasformano in rabbia, compulsione, violenza.
L’altro è diventato il nostro nemico da combattere a suon di battute sui commenti social; una sorta di guerra fra poveri in cui a vincere è nessuno perché perdiamo tutti”.
Ci viene allora da chiedere alla dott.ssa Mazza, psicoterapeuta, cosa sarà delle nuove generazioni?: “Questo è il mio grande cruccio, quello che spinge me ed il gruppo di grandi professionisti che mi affiancano, ad aprire altri varchi formativi per preparare i professionisti della cura e del sostegno a ciò che accadrà da qui a 20 anni.
Bambini, adolescenti, giovani adulti, hanno perso l’opportunità di stare insieme e fare esperienza vera fuori dal pc. Hanno perso le gite scolastiche, i pullman, il teatro, la palestra, i luoghi di aggregazione e per i ragazzi è come dire che hanno perso aria ed acqua, elementi principali per la sopravvivenza.
Prevedo un numero sempre più crescente di disagio e devianza anche perché gli adulti, figure di riferimento (genitori, nonni, zii, insegnanti) sono a loro volta stanchi e confusi e fanno fatica ad essere di reale aiuto.”
Un’ultima domanda, cosa fate all’interno delle aule di “FormAzionePromethes” per contrastare il disagio? “Innanzitutto insegniamo a guardare la realtà che ci circonda da vari angolature per riuscire ad essere più utili quando andiamo a fare opera sul campo. Abbiamo psicologi, assistenti sociali, medici, pedagogisti, educatori, forze dell’ordine che hanno un compito importante: accogliere il bisogno che spesso si cela dietro la violenza, comprendere e sostenere il disagio per farli uscire dalla disperazione. Ognuno con il proprio ruolo ha, oggi, il dovere di uscire metaforicamente dalle scrivanie e scendere in piazza con lucidità, professionalità e fermezza e se non si hanno le competenze si rischia di commettere errori imperdonabili.
I docenti insegnano a comprendere i fenomeni violenti, ad analizzare i comportamenti deviati per progettare interventi di prevenzione e riabilitazione (alcuni esempi scuola, parrocchie, enti di volontariato, ospedali, carceri). Si aiutano gli allievia creare centri di ascolto per vittime di violenza fisica, psicologica, economica (basti pensare cosa accade durante le separazioni di coppia a tutti i membri della famiglia). È un argomento così complesso che richiederebbe giorni e giorni di riflessioni, ecco perché noi stiamo nelle aule online per anni per preparare al meglio i nostri allievi che provengono da tutta Italia e anche dall’Europa.
Colgo l’occasione per ringraziare questa testata giornalistica che offre lo spazio per confrontarsi, crescere e stare più uniti. Buon lavoro a voi!”