Scigliano – E’ stato ritrovato sulla riva del fiume Savuto il manufatto, presumibilmente risalente al II secolo avanti Cristo, che è uscito fuori in seguito ad una piena.
Il flusso di acqua ha avuto una maggiore forza ed ha eroso una sponda proprio di fianco al “Ponte di Annibale”, detto anche “Ponte di Sant’Angelo di Scigliano”, i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, supportati dall’ottavo Elinucleo di Vibo Valentia hanno rinvenuto l’oggetto nel corso delle attività di monitoraggio dei siti archeologici, paesaggistici e monumentali della Calabria, in seguito all’erosione causata dalle abbondanti piogge cadute nei mesi precedenti.
Il sindaco di Scigliano, Raffaele Pane, che abbiamo raggiunto per sapere qualcosa in più sul ritrovamento, ha riferito al sito www.ilReventino.it quanto segue.
«E’ chiaro che questo ritrovamento ci ha dato una conferma della storicità del luogo e dei tesori che ancora custodisce la Valle del Savuto e che magari sono conservati lungo il percorso del fiume, sono convinto che altro possa venire ritrovato se magari si potrà imbastire una campagna di scavi, forse in seguito potremmo avere grandi sorprese».
La segnalazione è stata inoltrata alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Cosenza che ha valutato l’importanza del manufatto e quindi è stato deciso, di comune accordo, un sopralluogo sul posto del ritrovamento di cui abbiamo dato notizia nell’articolo del titolo: Scigliano, ritrovato manufatto granitico risalente forse al II secolo a. C.
Al sopralluogo ha preso parte il sindaco di Scigliano, Raffaele Pane, che in merito ha rilevato.
«Al momento in cui siamo andati sul posto, ci siamo ritrovati quindi questo manufatto importante, si tratta di un blocco granitico, con uno scavo centrale e si vede anche che doveva essere in lavorazione, diciamo forse ancora non ancora ultimata.
Sta di fatto che il reperto affiorava dalla spalla della montagna a ridosso del fiume, diciamo che quindi, in maniera concorde, si è proceduto ed abbiamo dato la disponibilità di prelevarlo, in modo anche di evitare che potessero trafugarlo o quantomeno rimuoverlo.
Del resto per tutelare il reperto e preservarlo, considerato che erano previste altre giornate di intemperie e magari qualche altro smottamento di terreno poteva andare in qualche modo a ricoprirlo, comunque per proseguire e rendere agevole lo studio e la disamina e l’osservazione da parte degli esperti, si è pensato di custodirlo e spostarlo in altro luogo.
E’ chiaro che questo ritrovamento ci ha dato una conferma della storicità del luogo e dei tesori che ancora custodisce questa valle e che magari sono conservati lungo il percorso del fiume, sono convinto che altro ancora si potrà scoprire nei prossimi anni e se magari si potrà imbastire una campagna di scavi, in tal senso, secondo me avremo grandi sorprese, proprio per la dovuta importanza di questi luoghi che erano punti di passaggio e di un sistema di viabilità centrale e di significativa rilevanza».