Ecco, Lei potrebbe essere il classico prototipo di quella “classe dirigente meridionale” indicata da Cassese, come la maggiore colpevole delle arretratezze del Mezzogiorno.
Perché si sta comportando in maniera surreale.
Tra atteggiamenti furbeschi, negligenti, o esercitando una nuova forma di ascarismo.
Sta guidando l’ANCI calabrese (Associazione Nazionale Comuni Italiani) verso un precipizio, in una questione di grandissima rilevanza istituzionale, territoriale e sociale.
Per un bel po’ di mesi non si è accorta di cosa stava avvenendo in Parlamento, durante la discussione per l’approvazione del DDL Calderoli sull’Autonomia differenziata.
Proveniente dalla “scuola amministrativa “del ex Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha fatto finta di non sapere. Di non sapere con quanto calore il suo ex Sindaco, oggi Senatore, ha perorato la bontà del testo. Ha attribuito ad esso grandi “opportunità” per la Calabria, per il Meridione, assieme alla “responsabilizzazione” delle classi dirigenti.
Lo stesso fratello del Senatore intanto, Roberto Occhiuto, sentendosi chiamato in causa dalle crescenti critiche al Testo, anche nelle sue fila, si è premurato di giocherellare per mesi con l’espressione sahariana del “Vedere soldi comprare Cammello”. Avvertendo la Presidente ANCI che qualcosa bisognava fare.
Cosi, senza preoccuparsi di conoscere quanto era scritto da parte della 5^ Commissione Parlamentare (Programmazione Economia, Bilancio), e senza valutare attentamente le contorte norme del DDL Calderoli, approvato al Senato, Lei convocò i Sindaci davanti alle Prefetture. Limitandosi a consegnare un documento vacuo nel contenuto, tardivo e inutile. In esso il dato centrale di richiesta era “..non potrà essere stipulata alcuna intesa con singole regioni se prima non verranno definiti e finanziati i LEP
Ripetiamo: Quando è stato presentato il documento il Testo Calderoli era stato approvato in Senato e di lì a poco sarebbe stato approvato alla Camera.
Se la Presidente Succurro e i Sindaci avessero letto il testo approvato si sarebbero dovuti accorgere che stavano compiendo un gesto senza senso.
Per una tripla motivazione:
- La Legge approvata stabilisce che la sua applicazione è “ a costo zero”. In tutte le norme il richiamo è sempre alle “compatibilità di bilancio”.
Lo sapete quali sono le condizioni del Bilancio? Circa tremila miliardi di debito!
- I LEP costerebbero dagli 80 ai 100 miliardi. Che non ci sono e non ci saranno. Pertanto quel documento già non aveva senso. Bisognava chiedere il ritiro.
- I LEP sono un doppio inganno. A- Perché non si definiscono Livelli uniformi. Nella realtà i livelli resteranno diseguali come sono oggi. Anzi peggioreranno le diseguaglianze. Come tutti gli studi stanno dimostrando. B-Perché, nell’ironia della sorte, potranno essere definiti “a livelli di cura più bassi possibili”.
Proprio per fare apparire meno costi.! E chi si potrà curare davvero?
Tutto questo ragionare al rinvio sui LEP è solo un deplorevole inganno che persiste, Perché non si vuole affrontare la questione e chiedere l’ abolizione della Legge.
Seguendo quanto previsto nelle norme già in vigore. Egregia Presidente Succurro:
A-Le Regioni possono già chiedere ed ottenere la “potestà legislativa” di 9 materie che non hanno riferimento ai LEP. Come ha già chiesto il precipitoso Zaia!
B-Le Regioni che hanno entrate più che sufficienti, in grado di dimostrare che potranno rispettare qualsiasi livello di LEP, possono da subito chiedere la potestà legislativa su tutte le altre 14 materie. Ed anche se, per formalità letterale, si volesse interpretare che bisogna avere i LEP “definiti e finanziati”, ciò riguarderà le singole Regioni. Esse, ad una ad una, potranno contrattare col Governo. Chi si presenta con entrare adeguate potrà avere attribuita l’Autonomia. Chi si presenta senza entrate adeguate non l’avrà…: Sarà un allestimento di “bancherelle” di ogni singola Regione con il Presidente del Consiglio o con il Ministro con i Rapporti con le Regioni, e con i singoli Ministri di competenza delle singole materie richiedibili, che sono:
1- Scuola-Istruzione. 2 – Tutela della Salute. 3 – Governo del Territorio, 4 – Porti e Aeroporti, 5 – Grandi Reti di trasporto e di Navigazione, 6 – Ordinamento della Comunicazione, 7 – Produzione Trasporto e Distribuzione nazionale dell’Energia Elettrica, 8 – Valorizzazione dei beni culturali, 9 – Tutela e sicurezza del Lavoro.10- Ricerca scientifica, 11 – Alimentazione. – 12 Ordinamento sportivo,13- Tutela dell’Ambiente 14 – Norme generali sull’istruzione. (Ogni Regione potrà farsi un sistema scolastico a scapito di quello attuale nazionale- E cosi in ogni materia).
Egregia Presidente Succurro, Egregi Sindaci che avete sostenuto la proposta di nomina di un Osservatorio dell’applicazione dell’Autonomia differenziata, cosa pensate di osservare? Un Osservatorio è stato già disposto dai maggiorenti di Forza Italia per aggirare le critiche. L’ANCI calabrese fa lo stesso?
Sono i cinque Sindaci di Città capoluogo, Fiorita, Voci, Caruso, Falcomatà e Romeo, che vogliono strumentalizzare il “caso Autonomia differenziata”, come Lei ha dichiarato,, perché hanno chiesto l’abolizione della Legge? O è Lei e i suoi sostenitori che in realtà utilizzando l’Associazione, ripiegandola agli interessi di una forza politica?
Tentando pure di prendere in giro i Cittadini alabresi?…
È il caso di dire: “Qui nisciuno è fesso”.
Volete davvero osservare cosa succederà con l’applicazione dell’Autonomia differenziata? E’ tutto scritto nella “Bozza di Intesa”, approvata dal Consiglio Regionale del Veneto, già arrivata ad una buona fase di concordato. (E secondo il primo comma dell’art 11 della Legge, potrà avviare la procedura di richiesta da subito e partendo da dove presentato!)
C’è scritto cosa succederà!
Come Ci/Vi ha ripetuto Calderoli: “Ognuno si amministrerà in casa propria”.
Nasceranno 22 staterelli – 20 regionali e due per le province autonome:
1 – Prevarranno gli egoismi territoriali e sociali, come voluto dalle originarie pretese secessioniste/ separatiste dei leghisti.
2 – Si provocheranno lacerazioni istituzionali, con dissolvimento dello Stato unitario
3 – Si aggraveranno le diseguaglianze territoriali e sociali, già ora pesanti, con immancabili contrapposizioni e conflittualità
4 – Dapprima e per sempre le conseguenze più negative, come stanno dichiarando tutti gli studi seri, graveranno sulle Regioni più povere del Mezzogiorno. Ma poi si estenderanno sull’intera Penisola, interessando anche i territori e le popolazioni ora più sviluppati e ricchi.
5 – Peseranno ovunque in maniera gravissima sulle fasce più deboli della popolazione, sul futuro dei giovani di oggi e , maggiormente, sulle future generazioni che troveranno un’Italia spezzettata.
Lei Presidente Succurro, che dovrebbe aver fatto tesoro degli studi compiuti durante l’elaborazione del lavoro della sua tesi su “Organizzazione, produttività ed efficienza sanitaria a San Giovanni in Fiore (CS). Il fenomeno della migrazione ospedaliera nel suo bacino d’utenza”, avrebbe dovuto da subito capire cosa sta per accadere.
Se non lo ha capito o non vuole capirlo per offuscamento carrierista, allora ci risparmi le accuse agli altri Sindaci contrari al suo operato e le prediche fuori luogo.
Fatte salve le professionalità e le onorabilità dei professionisti chiamati a comporre la Commissione-Osservatorio, c’è da auspicare un ravvedimento generale.
Un sussulto di consapevolezza etico-morale dell’impegno politico, della funzione di servizio da svolgere, per unirsi al moto referendario di abolizione del testo Calderoli.
Un sussulto che coinvolga l’Istituzione regionale e arrivi agli Enti Locali.
Ogni Amministrazione locale dovrebbe almeno avvertire l’urgenza di un confronto aperto con i testi alle mani, convocando Sedute straordinarie di Consigli Comunali aperti, favorendo così informazioni diffuse. Tanto più che gli ultimi studi stanno dimostrando come l’applicazione dell’Autonomia differenziata comporterà maggiore arretratezza nel Sud. Come indica l’allarmante titolo di “QuiFinanza” del 21 Luglio c.a.: “Autonomia differenziata, Sud penalizzato: pagherà 3 volte ogni euro dato al Nord. Provocherà un tracollo del SUD” (Giornalista economico Mauro Di Gregorio).
Secondo la simulazione dell’“Osservatorio sui Conti pubblici italiani dell’Università Cattolica”… – ogni punto di Pil trattenuto dalle più ricche Regioni del Nord peserebbe oltre 3 volte in più per le più povere Regioni del Sud. Per le prime si tratterebbe di un guadagno tutto sommato contenuto Per le seconde la situazione si tradurrebbe in un collasso economico e sociale destinato a mettere a rischio la tenuta dei servizi.
Un danno anche per il Nord…-.
Chi non prende giuste posizioni oggi, farà il male della propria Regione e dell’Italia Domani non dovrà lamentarsi.
Amministratori locali e regionali.
Mobilitiamoci per firmare il Referendum abrogativo sui modelli diffusi dai diversi Comitati referendari territoriali. E poi per andare a votare in massa SI.
Angelo Falbo