Un raid da condannare e ci piace ribadirlo.
Una guerra inaspettata, tra la corazzata Russa e l’Ucraina, ovviamente da condannare. Da condannare fortemente, e ci piace ribadirlo, come dovrebbe essere per tutte le guerre in corso, non solo per quelle di rilevanza economica per altri Paesi. Non possiamo dimenticare i bombardamenti francesi sulla Libia, passati in sordina, oppure i tanti conflitti avviati dagli Stati Uniti d’America, in onore della loro tanto esaltata democrazia: a fior di bombe. Come sono finiti? Abbiamo abbandonato dopo aver distrutto? Non c’erano bambini e vittime innocenti in quei luoghi dimenticati da Dio. E possiamo affermarlo, dimenticati anche dalla stampa internazionale. Non possiamo non citare i tanti bigotti del momento, assolutamente assenti per le guerre di serie C, per i bambini soldato, ma pronti a trasformarsi in leoni da tastiera: centinaia di post e pochi fatti.
Ed è così, che il conflitto in area russa ha mobilitato personaggi famosi, politici, storici, commentatori improvvisati, le corazzate della democrazia, con il freno a mano e con la supervisione su ogni post, peggio del regime koreano, come Facebook, Instagram ecc. ecc.
Sulla pelle del povero popolo Ucraino, costretto a lasciare la terra e la casa per l’invasione, si è avviata una vera e propria spettacolarizzazione mondiale, nascosta in una parvenza di finti aiuti, a chi la spara più grossa, e non sufficienti per la circostanza: perché la gente muore veramente e non solo in tv.
Una guerra fatta di vere bombe e di fake news organizzate maniacalmente. Si vedono video di mezzi blindati su autovetture, per poi scoprire le vere date di pubblicazione precedenti al conflitto. Oppure, immagini di videogiochi, spacciate per bombardamenti, presenti veramente, spiattellate dalle potenti reti televisive. Cronisti in assetto anti sommossa, con i bambini che giocano tranquillamente alle loro spalle, solo per creare la l’adrenalina giusta. Un cronista dovrebbe raccontare la verità assoluta e non costruire una location, i personaggi ecc. ecc.
La guerra è presente, ovviamente, e anche le vittime ucraine, e non solo, per dovere di sana informazione. Una diatriba che non è nata da 5 giorni ovviamente.
Con la speranza di attenzionare tutti i conflitti attivi, in questo millennio, nel mondo, auspichiamo in una risoluzione celere del raid in corso, per il bene dei protagonisti,( donne, bambini, innocenti), e non delle Guest Star internazionali, con le loro cravatte scintillanti e con i loro benefici da onnipotenti.
Omar Falvo
Giornalista pubblicista
Foto da Google