Quarantatreesimo anno senza la completa verità su mandanti, esecutori e complici.
0re 10,25 del 2 Agosto 1980, Stazione Centrale scoppio di una bomba nascosta in una valigia abbandonata nella Sala di Attesa della 2^ Classe -85 morti e 200 feriti. In gran parte salvati dall’immediato soccorso della Città.

Si è conclusa la giornata della ricorrenza celebrata come ogni anno con deposizione di “Corone di fiori” deposte dalle Autorità seguite dai Loro discorsi. I telegiornali ne hanno dato conto. Puntuali e determinate sono state le parole del Presidente dell’Associazioni dei familiari delle vittime. Egli ha denunciato i ritardi e le troppe lungaggini dei processi che stanno lasciando zone d’ombra e impuniti dei colpevoli, Ha messo in guardia Chi vorrebbe inchieste per creare altri intralci, produrre confusioni e mettere magari in dubbio le certezze finora acquisite dalla Magistratura sulla incontestabile matrice neofascista della strage
Le parole più nette sono state quelle del Presidente Mattarella.

Egli ha denunciato come, avendo la Giustizia già appurato che si è trattato di una strage di matrice neofascista riconducibile ai gruppi di estrema destra , dai NAR, ad Avanguardia Nazionale e a Ordine Nuovo, “ignobili depistaggi” abbiano concorso a sviare le indagini provocando ritardi e offuscamenti. Ha altresì invocato la completa pubblicizzazione dei fascicoli ancora coperti da segreto di Stato.
Ha toccato qui la falla. Come, dopo 43 anni dal criminoso attentato dobbiamo tenere fascicoli coperti dal segreto? Chi si nasconde dentro i tanti omissis e Chi ha potuto ancora liberamente tramare contro le Istituzioni repubblicane durante questi 43 anni? Perché da dopo l’impegno incompiuto del Presidente D’Alema, e le promesse risultate vane dei Presidenti succedutisi, non sono stati completamente desegretati tutti i fascicoli delle stragi? Da Portella della Ginestra in avanti? La Repubblica è stata insanguinata, con un succedersi spietato di stragi, attentati, uccisioni mirate fin dal suo nascere: Primo Maggio del 47 strage di famiglie di contadini in festa nella Giornata dedicata al Lavoro.

Le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza si sono trovate contro grumi di ostilità, tra massoneria (P2) – neo fascio-nazismo – cosche criminali – deviazioni di servizi segreti nazionali e internazionali, tutti contro l’attuazione dei Valori e dei Principi costituzionali. Perché ostili a vivere in una Società di Cittadini Liberi ed Eguali. Le Istituzioni grazie alla mobilitazione dei movimenti politici e sindacali progressisti e di buona parte dell’intellettualità libera, fin qui hanno retto. Ferite, ma hanno retto. Danni però ne sono stati inferti. Il più grave è stato il blocco del processo di piena emancipazione degli strati meno abbienti, costretti a restare indietro, imbrigliati in meandri di ingiustizie sociali e di diseguaglianze.
Che ora si vorrebbero “istituzionalizzare” con la ingiusta, egoistica e pericolosa proposta leghista dell’Autonomia differenziata. Che sfascerebbe lo Stato unitario dividendo territori e cittadini più di quanto non lo siano già.

Che strana la Storia! E le vicende umane! L’altro giorno vicino a Cosenza con la collaboratrice diretta On.le Simona Loizzo, che Salvemini avrebbe definito ” ascara”, è sceso il Ministro Calderoli della Lega, per caldeggiare la sua proposta di“ Autonomia differenziata” che, se approvata, sfascerà lo Stato unitario con la formazione di una ventina di staterelli: con le conseguenti gabbie salariali in ogni settore e l’inevitabile aumento dei divari e delle diseguaglianze. Mentre a metà dell’800, nel Risorgimento, scendevano nelle stesse zone i primi veri Patrioti ( non quelli meloniani, falsi) a perorare l’unificazione della Penisola Italia in un unico Stato, come fecero i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, che vi persero la vita, fucilati dai gendarmi dei Borboni presso il Vallone di Rovito il 25 Luglio 1844.
Nell’800 sono scesi quelli che volevano Tutti gli Italiani uniti

Nel 2000 scendono quelli che vogliono le Regioni ricche da una parte, sempre più avanti, e quelle povere da un’altra, sempre più indietro.. Senza considerare che le ricchezze di quelle Regioni sono frutto dei sudori e dei sacrifici di Tutti, soprattutto dei meridionali.
Stiamo andando pericolosamente all’indietro.
Le conseguenze stanno apparendo quotidianamente più chiare. In ogni campo, da quello della Politica a quello del mal funzionamento delle Istituzioni a quello del Sociale; nel mondo del Lavoro, nella Sanità, nella Scuola ed in ogni settore del vivere civile. Sempre meno civile. Nel mentre i Giovani si sentono senza futuro e senza Patria e sempre più gli Anziani sentono di vivere in solitaria angoscia gli ultimi loro anni. In mezzo milioni di incerti, di indifferenti o votati a personali arrivismi.

Con gruppi sparsi desiderosi di impegno civico. Tenaci a non scoraggiarsi.
In una Società dei proclami ingannevoli e del troppo malaffare protetto.