San Pietro Apostolo – Da anni il Comitato “La strada che non c’è” segnalava svariati problemi in merito alla realizzazione della ormai famosa arteria stradale e meglio nota con lo stesso nome del Comitato che se ne occupa, per la cronaca però denominata come la “Medio Savuto”, che dovrebbe collegare l’autostrada A3 alla superstrada dei Due Mari attraversando l’entroterra delle provincie di Cosenza e di Catanzaro. I lavori del primo lotto, da Coraci a Decollatura, iniziati più di trenta anni fa, andavano avanti lentamente e a singhiozzo. Da qualche mese sono stati interrotti del tutto e l’azienda di Roma che si era aggiudicata l’appalto ha abbandonato totalmente i cantieri.
La travagliatissima costruzione del’arteria stradale, che doveva togliere dall’isolamento i paesi della zona del Reventino e del Savuto, ha subito un ennesimo e brusco stop. Il Comitato “La strada che non c’è” si è subito mosso per capire se possibile uscire da questa situazione – per come informa con una nota che di seguito pubblichiamo – prendendo immediato contatto con tutti gli interlocutori istituzionali e non.
<<Pronta, anche se di sua iniziativa personale, la risposta del deputato di Cinque Stelle, onorevole Paolo Parentela con la importante interrogazione parlamentare numero 4-11929 con richiesta di risposta scritta. Con questo atto, presso la Camera dei Deputati il 3 febbraio scorso l’onorevole Parentela informa, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministro del Lavoro e Politiche Sociali, che la ditta appaltante ha abbandonato arbitrariamente i lavori, sospendendo l’esecuzione dell’opera, e che la Provincia di Catanzaro ha avviato le procedure di risoluzione di contratto. Inoltre, dopo avere descritto la complicata storia della “strada che non c’è” dalla fine degli anni ottanta ad oggi, chiede ai due ministri quali iniziative vogliano intraprendere per garantire la realizzazione della strada ed evitare l’ennesimo sperpero di denaro pubblico e cosa intendano fare per salvaguardare le maestranze calabresi delle ditte subappaltanti operanti nel cantiere che rischiano di perdere il lavoro>>.
Il Comitato “La strada che non c’è” aggiunge nella nota <<l’onorevole Paolo Parentela da sempre è vicino alla suddetta problematica. Ricordiamo la visita a tutto il cantiere del primo lotto, alla galleria vicino Coraci, insieme agli attivisti del Comitato; la precedente interrogazione parlamentare in cui, tra le altre cose, chiedeva come mai alla Regione Calabria avevano speso per altri scopi i quasi cento milioni di euro che il governo aveva stanziato per la realizzazione di secondo e terzo lotto e chiedeva anche come mai i lavori del primo lotto andavano a rilento ormaida molti anni. Inoltre ricordiamo il costante lavoro parlamentare con molti interventi e molti atti (l’ultimo, prima della suddetta interrogazione, il 26 gennaio 2016) con i quali veniva chiesto di mettere in primo piano per importanza la strada del Medio Savuto insieme alla A3 e alla 106>>.
Nella comunicazione, inoltre, si precisa <<il Comitato “La strada che non c’è” intende segnalare anche l’interessamento del consigliere regionale Baldo Esposito (NCD) che si sta anche impegnando molto per la causa e che, tra l’altro, ha chiesto di inserire l’argomento nel prossimo consiglio regionale, dal quale si spera ci possa essere qualche buona notizia. Anche il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, che segue da anni il problema (ricordiamo la presenza a fianco del Comitato, insieme ai colleghi consiglieri provinciali, nella manifestazione di protesta tenutasi a Catanzaro il 13 febbraio 2013) e che presto incontrerà una delegazione del Comitato, sta cercando di smuovere la situazione. Ha convocato i sindaci del territorio in modo che tutti insieme si possa cercare di chiedere alla Regione un serio impegno per questa opera. In conclusione, il Comitato auspica e chiede che anche tutti gli altri rappresentanti, amministratori, parlamentari, politici, del territorio prendano a cuore questa problematica e che soprattutto si diano da fare per poter evitare questo ennesimo sperpero di denaro pubblico e l’ennesima incompiuta>>.