Ho letto le tracce offerte ai maturandi nella prova di Italiano dell’Esame di Stato. Auguri agli Studenti e alle Studentesse.
Ricordiamo le trepidazioni e le ansie dei maturandi e dei familiari. Ci siamo passati. Se equilibrate fanno bene.
Speranze di riuscita e pensieri per le prospettive del futuro, Che purtroppo da noi continua a presentarsi incerto e pieno di molte partenze.
Fosse stato possibile, nella Commissione di elaborazione delle tracce, in sintonia con i tempi, avrei suggerito di offrire ai candidati l’analisi del testo di una Poesia di Salvatore Quasimodo, Uomo del mio tempo, scritta nel 1946 e pubblicata nel 1947 nella raccolta Giorno dopo Giorno. Proprio per impegnarli a riflettere su quanto ci sta accadendo intorno.
…
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
…

Le scene di guerra, della Prima e della Seconda guerra mondiale, devono aver ferito profondamente la coscienza del Poeta. Soprattutto della Seconda, che si abbatté sulle maggiori città italiane con distruzioni di interi quartieri, delle infrastrutture e dei caduti a migliaia sotto i bombardamenti a tappeto.
Strazianti, come le vediamo oggi le scene di scavo, con la speranza di trovare familiari, parenti, amici, conoscenti e vicini di casa, e chiunque potesse trovarsi ancora vivo sotto i crolli di interi edifici crollati.
Prima Guerra Mondiale, 20 milioni di caduti. Si volle la nascita di un’Organizzazione mondiale, la Società delle Nazione, perché non accadesse più. Furono aggirate le sue risoluzioni fino alla sua inutilità.
Seconda Guerra Mondiale, ben oltre 60milioni di morti. Fu fatto nascere l’ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, perché dirimesse le controversie tra Stati. Vengono aggirate le sue risoluzioni e reso impossibilitato ad intervenire. Come dopo il primo dopoguerra.
Storia che insegna, Governanti e popoli che non ascoltano. Quindi si ripete.
Strazianti, le scene di persone che dopo il ritrovamento di feriti gravi corrono per le cure della salvezza. Seguiti da familiari con parole di imprecazioni frammiste a quelle di invocazioni.
Strazianti ancor di più le scene di disseppellimento di cadaveri riconosciuti da familiari tra minacciosi gesti di futura vendetta e disperati pianti.

Chi, come me ha avuto la fortuna di nascere dopo ed ha appreso le vicende delle due tragedie umane, si è potuta fare un’idea di quanto accaduto nel 1940-1945 attraverso racconti dei sopravvissuti, lo studio, i film, i dossier, i reportage, le ricostruzioni documentarie e fotografiche.
Per le guerre di oggi ci sono le riprese televisive, a volte in diretta, telegiornale dopo telegiornale, giorno dopo giorno, attraverso quanto ci sta accadendo intorno.
Con oltre 50-56 conflitti, a secondo di come si classificano, tra guerre civili e scontri tra Stati. Che si consumano nel quasi totale silenzio.
Viviamo costantemente i due, ora tre, più vicini a noi.
Fronte ucraino, fronte palestinese e fronte iraniano.
I bagliori bruciano gli orizzonti e le carneficine si moltiplicano. Viviamo tragiche scene di morte. Le fila dei lenzuoli bianchi che avvolgono i cadaveri. Le corse disperate di persone con i corpicini in braccio per salvarli. Altre che li mostrano già morti, seguite da calche in disperazione.
Vediamo le nuvole di polvere causate dai crolli, ma non sentiamo i rumori. Ci è risparmiato il rumore dei rombi e delle potenti esplosioni.
Vediamo ma non sentiamo, quasi mai.
Quel che di sicuro non sentiamo più, è un moto delle coscienze. Di ribellione.
Impotenti assistiamo ai rituali inconcludenti dei nostri Capi di Governo. Passerelle con pranzi e cene di occorrenza, Foto, inchini, abbracci e baci, parole ambigue che vorrebbero dare rassicurazioni e che invece ingannano.
Ciò che sta accadendo sembra sempre più provocare un senso di normalizzazione dell’ineluttabilità dei conflitti bellici.
E si avverte quell’antico eco del 10 giugno 1940: Popolo …corri alle armi. Fu l’ultimo appello del Duce Mussolini tronfio e impettito, quando da Piazza Venezia pronunciò il fatidico, tragico e roboante discorso per la dichiarazione di entrata dell’Italia in guerra.
Impazziti. Presi da una furia di fatale bellicismo. Troppi Capi di Stato insensati. Troppi pensatori interessati. Venditori di armi, come l’attuale Ministro della Difesa, con tortuosi ragionamenti inducono a considerare che solo la forza delle armi risolve i conflitti e contrasta le minacce.
Quelle vere e quelle inventate. Soprattutto le inventate.
Che ci sono state e che oggi si stanno ripetendo.

Sono ancora vive le due ingannevoli apparizioni con cui si volle giustificare l’intervento militare in Iraq, facendo fuori, impiccato, Saddam Hussein.
1) Il Generale americano Powel si alzò tra i banchi dell’ONU. Mostrò ai presenti attoniti una boccettina che diceva essere piena di una sostanza micidiale, di distruzione di massa. Televisivamente Tutti, sul Pianeta Terra, restammo muti. Sapevamo che non poteva essere. Senza pudore. insistette per contestare le dichiarazioni della Commissione ispettiva, composta da specializzati, tra cui inglesi e americani. Da sei mesi sul terreno indagava affermando che non c’era alcuna produzione di sostanze per una distruzione di massa. Ma, USA e Inglesi vollero invadere l’Iraq. Al seguito gli altri.
2) Il Presidente inglese Tony Blair convocò una conferenza stampa. Si presentò con delle cartine topografiche dell’Iraq, indicando in un cerchietto il luogo di ritrovamento dell’arma di distruzione di massa. Era un falso.
Due plateali inganni con cui giustificare il bombardamento dell’Iraq, coprendo i veri motivi guerrafondai, economici, militari e geopolitici, per sostituire quel regime e sfruttarne le immense risorse petrolifere. Impiantando basi militari strategiche per il dominio di quell’area.
Per sconfiggere quel sistema dittatoriale esportando il nostro, occidentale, democratico, carico di valori e principi di elevata civiltà!
Tutte esperienze di predominio cruente e fallimentari. Ovunque.
Perché la “Democrazia non si esporta”. È frutto di lunghi processi di mutamento, di ordine culturale, politico, istituzionale e anche religioso. Con cui si concepiscono visioni economiche, sociali, politiche e istituzionali per la progressiva acquisizione di Valori e Principi e rapporti di maggiore civilizzazione. Iscritti nelle Costituzioni.
Si sono volutamente svuotati i ruoli degli Organismi internazionali Dal 2014 e dopo l’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, ormai da oltre tre anni, non si son volute avviare iniziative di Pace per affrontare le cause e farle risolvere attraverso quell’Organizzazione internazionale, l’ONU. Dopo gli stermini e gli eccidi disseminati in ogni angolo del Pianeta, fino allo sganciamento delle due prime bombe atomiche sul Giappone, era stata voluta per la risoluzione delle conflittualità e controversie internazionali.
La si sta rendendo impossibilitata a farlo. Come accadde alla Società delle Nazioni dopo la Prima guerra mondiale.

L’Italia, con l’art. 11 della sua Carta costituzionale, che stabilisce il ripudio della guerra e l’affidamento delle controversie ad Organismi internazionali, avrebbe dovuto e potuto capeggiare la spinta diplomatica.
Non l’ha fatto. Non l’ha fatto neppure l’UE, piegata alle direttive dei Segretari della NATO, a loro volta esecutori delle volontà strategico-politico-militari del Pentagono, USA.
Solo una ventina di pacchetti di sanzioni con effetti boomerang, invio di miliardi e blocchi di armamenti.
Gli Ucraini mettono territorio, abitanti e soldati. UE e USA mettono sanzioni soldi e armi. Il mutamento della politica estera americana sotto Trump sta scompaginando gli assetti geopolitici. Non in meglio, ma in peggio. Dopo i primi entusiasmi di arrivare a trattative di Pace, invece di riuscire, si sono aperte tre pericolose prospettive:
1) In Ucraina si sta andando verso una devastazione totale. Trump si era illuso e aveva illuso di mettere d’accordo Zelensky e Putin. Finora inutilmente. Anzi Putin sottolinea che Ucraini e Russi sono un unico popolo.
Vero è che singoli Capi di Stato e poi la UE. rimasti esclusi, si sono messi di traverso per impedire accordi.

2) Israele, dopo la mattanza di innocenti in terra ebraica, aveva risposto con una decisa reazione bombardando e occupando il territorio di Gaza. L’obiettivo dichiarato è rimasto quello di sterminare Hamas. In verità è stata massacrata la popolazione civile con oltre 50mila morti, di cui oltre 20mila bambini! E Hamas è lì! Le ipocrisie dell’UE e degli USA si sono rese blasfeme nel prodigarsi a portare panini ai palestinesi e al contempo vendendo ad Israele bombe che li buttava mentre li mangiavano! Dopo le arroganti e predatorie intenzioni di Trump, il Presidente Netanyahu, motivato a continuare la guerra, per un interesse personale di sfuggire ai tribunali nei quali è sotto inchiesta per gravi reati corruttivi, si sta sentendo autorizzato e libero. Negli ultimi giorni portando avanti la devastazione totale di Gaza.
Sterminati, affamati i palestinesi, ha attaccato l’Iran, incolpato di essere vicino alla fabbricazione della bomba atomica. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIE) autorizzata ai controlli sulla diffusione atomica, sta ripetutamente affermando che l’Iran non era e non è in grado di fabbricare l’atomica in breve tempo. Netanyahu sta continuando a bombardare lo stesso. Ha attaccato vari siti giudicati di fabbricazione dell’atomica. Soprattutto ha mirato a uccidere prima gli scienziati ritenuti protagonisti della ricerca bombardando le loro dimore. È scientifica la capacità tecnologica di Israele di scovare i nemici, attraverso il Mossad, servizi segreti di spionaggio all’avanguardia, e la precisione di colpirli miratamente con missili dove sono stati individuati. Fin dentro la Siria e l’Iran. Precisione spaventosa, come quando con 1200 cellulari truccati fece saltare i possessori palestinesi di Hamas… Viene da chiedersi: Come mai si fece sorprendere il 7 ottobre da quei “terroristi” che devastarono un’intera area uccidendo oltre 1200 civili e catturandone oltre 200, divenuti scambio nelle trattative sia vivi che morti?
La risposta si alimenta con la considerazione atroce che il Governo di Israele, i suoi vertici militari e di spionaggio abbiano, non sottovalutato un eventuale assalto sul proprio territorio, ma sapendolo, lo hanno atteso per crearsi l’occasione di poter reagire più ferocemente ed estesamente possibile. Per poter reagire senza limiti, nell’approvazione diretta o indiretta di gran parte della comunità internazionale, data la gravità della strage compiuta da Hamas Il calcolo è disumano. Ma in tempi di Governanti ingannatori non c’è da stupirsi di niente più.
3) La situazione di guerre, dentro l’UE e le vicine, ha sospinto le tendenze alla corsa agli armamenti. La Presidente della Commissione Ursula, insipientemente non è mai stata in grado di prendere iniziative di trattative di accordi e di pacificazione. Pronta a pellegrinare a vuoto con la Meloni in Tunisia per fermare i migranti a colpi di miliardi concessi al Governo dittatoriale del luogo. Senza utili risultati. Pronta ancora agli incontri per il lancio del fantomatico Piano Mattei, dalle belle intenzioni, ma con investimenti a perdere, come un servizio di Report ha già dimostrato. Ebbene Costei, quieta quieta, ha sfoderato il piano di 800 miliardi per armamenti dei singoli Stati. Per i suoi interessi nazionali. Consentendo agli Stati dell’UE di far debiti, in deroga ai finora rigidi Patti di stabilità.

Così cari giovani, cari anziani, cari cittadini tutti, sul groppone del Bilancio italiano si caricheranno miliardi e miliardi di debiti. E quello che non si poteva fare per migliorare il sistema sanitario pubblico, il sistema dell’istruzione pubblica, per garantire standard di civiltà nei servizi socio-assistenziali e sanitari alla crescente popolazione anziana e ai suoi crescenti bisogni, si potrà fare per l’acquisto di armamenti
Ci viene detto che bisogna difendersi dalle minacce russe. Pure invenzioni.
La Russia è stata invasa due volte, dai francesi e dai fascionazisti. Mai ha tentato di invaderli.
Ci viene detto che solo con la difesa armata sono difese le libertà e i diritti.
È ingannevole. Le libertà e i diritti in un popolo sono difesi dalla giustizia sociale e dall’eguaglianza.
Ci viene detto che saranno spese graduali. Per addolcire i traumi di bilancio. Mentre il Bilancio italiano, nel rapporto debito e ricchezza prodotta, sfiora ormai i quattro mila miliardi ed è il maggiore debito in Europa.
Ci viene detto che bisogna adeguare il sistema di difesa.
Non ci viene detto che con le 4 basi NATO su suolo italiano, fornite di oltre 70 bombe atomiche, teoricamente e nei fatti, siamo militarmente intoccabili.
Salvo lo scoppio di guerre atomiche verso cui però si rischia pericolosamente di andare proprio per la frenesia della corsa agli armamenti. Tutta l’UE-NATO è dappertutto disseminata di basi e bombe atomiche.
Quindi? Si vogliono come sempre far prevalere le paure per giustificare le pretese dei guerrafondai.
Su Chi graveranno i debiti?
Sugli abitanti presenti, di più sui Giovani di oggi, ancora di più sulle generazioni avvenire.
Se la Storia si ripete è perché i Sapiens, sapienti non sono, e dimostrano di non saper imparare.
Quasimodo oggi direbbe che hanno imparato ad uccidere senza carlinghe e senza piloti.
Oggi, dalle fionde, con le varie invenzioni, siamo arrivati a teleguidare droni e missili, per migliaia di chilometri, colpendo bersagli individuati su quadranti telematici, grazie ai sistemi satellitari.
Più tecnologici e più disumani.
Toccherà a Noi Tutti, soprattutto ai Giovani rivoltarsi e sconfiggere i foschi presagi.
Angelo Falbo