Per Confindustria e Touring Club Italiano, Soveria Mannelli è “Un borgo bello da vivere”. I due soggetti, con una scelta meticolosa di ogni singola parola che compone questo titolo-slogan, hanno ideato un progetto nazionale che ha avuto la finalità di individuare tre borghi e dunque tre tappe, in un percorso, ideale e fisico, che ha attraversato tutta la penisola: al Nord, Guarene in Piemonte, al Centro, Spello in Umbria, e al Sud, Soveria Mannelli in Calabria.
Questi borghi, per essere scelti tra migliaia, dovevano rispondere a delle caratteristiche declinate con precisione fin dalla prima dichiarazione d’intenti di questa iniziativa: si doveva cioè trattare di piccoli paesi, belli sì, ma di una bellezza non fine a se stessa. Belli da vivere, insomma, non solo da visitare per poche ore come turisti frettolosi, piuttosto da abitare come cittadini stabili e integrati in un processo di esistenza comune e di progresso sostenibile, o al più, come si usa dire, vissuti da “turisti lenti” e meditativi, disposti a fare di un viaggio un’esperienza completa e compiuta.
È questo il senso profondo che ha fatto ricadere la scelta proprio su Soveria Mannelli, un comune di un’area interna, per di più calabrese, che non ha bellezze paesaggistiche, architettoniche e artistiche particolarmente rilevanti né una storia antica, ma in cui è bello vivere per la sua cultura, intesa nel senso più ampio del termine e dunque anche come “cultura del fare”, quindi imprenditoriale, ma nel contempo di buona amministrazione, perché le due cose procedono di pari passo. Una cultura intraprendente, a volte visionaria, che supera tutte le difficoltà legate alla carenza di infrastrutture e servizi primari, inventandosi una propria particolarissima dimensione e precorrendo spesso i tempi.
L’incontro soveritano, che ha concluso le tre tappe previste per questo primo esperimento, ha visto coinvolti molti relatori e affrontati molti spunti di riflessione, tutti sapientemente coordinati e introdotti da Nicoletta Polla Mattiot, giornalista de «Il Sole 24 Ore».
Nei suoi saluti istituzionali, il sindaco Michele Chiodo si è detto molto soddisfatto per il riconoscimento, sperando che sia un buon viatico, avendolo già inserito nella proposta progettuale, per la partecipazione del Comune al cosiddetto “bando borghi” che prevede ingenti finanziamenti derivanti dal PNRR.
Il presidente di Confindustria Calabria, Aldo Ferrara, ha rimarcato l’importanza delle imprese presenti sul territorio, nate grazie alla lungimiranza di imprenditori e amministratori illuminati, che hanno saputo investire nel capitale immateriale e umano. E ora non resta che mettersi a lavorare perché il modello Soveria Mannelli possa diventare un modello Calabria.
Il presidente Antonio Alunni, del Gruppo Tecnico Cultura Confindustria, lo stesso che assieme al Touring Club ha attribuito a Soveria questo riconoscimento, ha ammesso che è possibile avere una qualità della vita elevata anche laddove siano carenti le infrastrutture e ha invitato i giovani presenti a dimostrare il proprio valore nel territorio in cui vivono, benché un percorso di ripopolamento delle aree interne non può avvenire senza quello sviluppo economico che si auspica possa essere indotto dal PNRR.
Giuseppina Amarelli, presidente dell’omonima fabbrica di liquirizia ma anche consigliere del Touring Club, ha evocato la vicinanza dello stesso con la Calabria, citando il celebre tour in bicicletta del suo fondatore Luigi Vittorio Bertarelli, passato anche da Soveria Mannelli, e ha sciorinato uno slogan che dovrebbe essere fatto proprio da tutte le aree interne: «fare impresa non è un’impresa» ed è possibile anche nei nostri territori.
Infine, Giulio Lattanzi, direttore del Touring Club, ha parlato della necessità di una “coprogettazione” tra privato, privato sociale e pubblica amministrazione e della possibilità dei luoghi di diventare attrattori turistici anche attraverso i musei d’impresa e la valorizzazione del cosiddetto “turismo lento”.
I lavori sono poi proseguiti con due tavole rotonde. La prima, su “quando il borgo è digitale” che ha visto protagonisti Fortunato Amarelli, presidente del Digital Innovation Hub Calabria di Confindustria, Mario Caligiuri, professore dell’Università della Calabria ed ex sindaco di Soveria, protagonista della stagione di “soveria.it” con la digitalizzazione dell’intero comune, e Giuseppe Lupo, professore dell’Università Cattolica di Milano. La seconda in cui è stata data “la parola alle imprese” per discutere di cultura, tradizione e innovazione, con la partecipazione degli imprenditori Emilio Salvatore Leo, del Lanificio Leo, di Francesco Sirianni, della Camillo Sirianni, di Marco e Florindo Rubbettino, della Rubbettino editore, con quest’ultimo che ha introdotto il concetto di «cultura come infrastruttura trasversale» e che, a detta di tutti, tanta parte ha avuto nel fare sì che questa opportunità per Soveria diventasse realtà.
Gli illustri “ospiti”, a margine dell’incontro-dibattito, hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza del territorio, visitando in modo particolare alcune tra le aziende più rappresentative, la cui esistenza e le cui attività sono state così determinanti nella scelta di Soveria Mannelli tra i borghi “belli da vivere” in Italia.
Raffaele Cardamone