Soveria Mannelli – Nella sala convegni della struttura dell’Officina della cultura e della creatività di Soveria Mannelli, si tenuto l’incontro con protagonista Luca Bianchi, direttore di SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), nell’ambito del festival Sciabaca.
Il tema è emblematico: perché il Sud non gode degli stessi diritti del Nord?
I dati presentati – come rileva una nota pervenuta in redazione – danno un quadro netto quanto tragico del nostro Paese: nel periodo 2014-2017 la spesa sanitaria pro capite è di 1.581 euro per un cittadino del Sud contro i 1.900 per quelli del Centro-Nord.
Dati troppo spesso assenti dal dibattito pubblico, allontanando così la centralità di un problema che si è fatto sentire particolarmente durante il periodo del Covid, che ha messo a nudo le debolezze del sistema sanitario nazionale. Alla prevedibile inadeguatezza delle strutture del Mezzogiorno si sono aggiunte le difficoltà del Settentrione, complici le riduzioni del personale medico e infermieristico.
Ma non ci si ferma qui: si affrontano i temi del forte legame tra politica e sanità, che ha portato alla attuale condizione di inefficienza. Questo, allargandosi al comparaggio che infetta anche le università, porta alla paralisi di un sistema.
I fenomeni in questione riguardano l’intera Italia, ovviamente con forte propensione per l’area del Mezzogiorno.
Proprio nel Mezzogiorno Luca Bianchi ha viaggiato per quattro anni, toccando con mano tanta arretratezza: pendolari alle prese con treni-lumaca, madri calabresi e siciliane che non studiano e non lavorano perché costrette dalle circostanze a badare ai figli senza possibilità di dare una svolta alla propria vita.
La soluzione prospettata è semplice, ma solo a dirsi: superare ciechi orgogli locali fatti di lacrime di coccodrillo per iniziare un percorso di ripresa collettivo, magari attraverso un patto tra Sud e Nord.
Serve dunque partire dai diritti, – afferma Bianchi – quelli che per Costituzione devono essere pari in tutta la nazione e che siano soprattutto per i più deboli.