Serrastretta – Si è concluso l’incontro in Calabria, nell’area del Reventino, del gemellaggio delle due condotte Slow Food Soverato versante jonico (Calabria), Slow Food Monregalese Cebano Alta Val Tanaro e Pesio (Piemonte) nel percorso tracciato dal progetto degli stati generali delle comunità dell’Appennino, che è stato oggetto di un‟assemblea plenaria ad ottobre in Molise cui hanno partecipato per la Calabria Marisa Gigliotti e Vincenzina Scalzo. Il gemellaggio si è svolto nelle giornate del 3-4-5 dicembre 2015, con un programma che ha portato il gruppo di visitatori piemontesi a scoprire il territorio del Reventino attraverso un percorso conoscitivo dell’area centrale della Calabria e visitando i comuni di Serrastretta, Decollatura e Soveria Mannelli. Al gemellaggio slow food (condiviso da Slow Food Calabria) hanno partecipato la condotta di Soverato rappresentata dal fiduciario Luigi Tropeano e dai soci del direttivo e la condotta Monregalese rappresentata dalla segretaria Marcella Fantino arrivata in Calabria insieme ad altri nove soci.
A Serrastretta la prima tappa è stata presso il salumificio di Giacomo Gigliotti, giovane norcino che ha presentato la sua azienda e fatto conoscere i prodotti e la passione per il suo lavoro. Suggestiva la visita guidata dal segretario Angelo Aiello alla Casa Museo Dalidà, dove tra cimeli, dischi e poster si è respirata la sensazione di grande rispetto verso l‟artista che ha sempre espresso riconoscenza verso le sue origini serrastrettesi. In questo contesto la delegazione ha incontrato il sindaco Felice Molinaro che ha portato i saluti dell’intera comunità. La serata si è conclusa con l‟accoglienza calorosa della proloco di Serrastretta (coordinata da Luigi Paletta e Rosamaria Mancuso) all’antica cantina dei “Tinghi” con suoni canti, tarantelle e tanto buon cibo. E’ subito partita l‟idea di replicare incontri di questo tipo tra le comunità delle regioni d‟Italia perché ognuna non si senta isolata e possa invece trasmettere la forza dell‟identità dei propri territori.
A Soveria Mannelli al Lanificio Leo oltre alla visita dell‟azienda durante la fase di lavorazione, gli ospiti piemontesi hanno potuto capire dalla presentazione di Emilio Leo la forza dell’intreccio con il territorio di appartenenza, le sue risorse naturali, culturali ed umane.Il tutto con la convinzione che la tradizione deve essere un riferimento ma che occorre l’innovazione. A Decollatura una sosta interessante e’ stata quella presso il Parco letterario Michele Pane, accolti da Luigi Adamo e da Raffaele Anania. Gli amici piemontesi hanno anche ascoltato la poesia “viarnu è vicinu” che ha inquadrato l‟immagine antica del Reventino vissuto da chi non aveva pane per sfamarsi o legna da ardere per
riscaldarsi. Il gruppo è stato invitato dalla “Fattoria del Benessere” per una degustazione di farro, miele ed altri prodotti biologici. I piemontesi della Val Mongia hanno condiviso questa ventata di ricordi apprezzando i nostri luoghi e la nostra storia. Al Vivaio AllasiaPlant un‟altra sosta costruttiva con l’incontro con coltivatori, operatori agricoli, piante forestali in campo e cibo genuino offerto anche nella bellissima aula didattica dal titolare Franco Fazio che è anche referente provinciale Coldiretti A Decollatura l’appuntamento centrale con l’incontro pubblico sulla tematica del castagno, coordinato da Marisa Gigliotti e Vincenzina Scalzo si è svolto nella nuova aula magna dell’Istituto di Istruzione
Superiore “Luigi Costanzo”, inaugurata con questa manifestazione. Presenti gli studenti con i docenti e la vice preside prof.ssa Orsola Chiodo, che ha dato il benvenuto. Saluto e testimonianza del sindaco Annamaria Cardamone che ha richiamato l‟importanza dell‟ area del Reventino scelta per avviare un progetto pilota nell‟ambito della strategia nazionale delle aree interne. L’intervento dell’assessore regionale allo sviluppo economico Carmela Barbalace ha confermato la condivisione di questo percorso tracciato da slow food e dalle comunità locali in armonia con la programmazione regionale e nazionale. Già in una recente visita di studenti dell‟UNISG era stato colto un tratto salente di
quest’area: “La forza della comunità del Reventino sta nel suo essere rimasta unita, protetta dalle serre e dalle montagne, con strade impervie, il che ha favorito la forte aggregazione, il profondo senso di identità, e ha stimolato l’attaccamento alla propria terra e anche la forza per tirare avanti”. Vincenzina Scalzo nel suo intervento ha ribadito che i castagneti, oggi possono ancora rappresentare una ricchezza di valore inestimabile a valenza polifunzionale ricordando a tutti che la castanicoltura non assolve solo funzioni produttive ma garantisce la salvaguardia dell‟integrità ecologica e paesaggistica del territorio, la difesa del suolo, la conservazione delle acque e del patrimonio forestale, la valorizzazione dell‟ambiente
montano, consentendo la fruizione del territorio a fini turistici, didattici e ricreativi. Non dimenticando la funzione storica e socio-culturale, che il castagneto svolge come testimonianza della cultura contadina dei secoli passati. La parola è passata ai giovani presenti tra i quali Mattia Maruca che nello stralcio della sua tesi in sociologia è partito dall’analisi simbolica nella relazione uomo – castagno riproponendo una lettura della castanicoltura che va oltre la dimensione agronomica. L’agronomo Franco Santopolo ha parlato del castagno, spaziando tra storia, letteratura, antropologia, con riferimenti all’importanza della lotta biologica in agricoltura. Il giovane castanicolture Santino Amendola di Mendicino
ha parlato degli esperimenti per salvaguardare con tecniche biologiche il suo castagneto. Anche Antonio Bosco,di Cerisano ha portato la sua esperienza di amministratore attento alle problematiche del comparto castanicolo ed ha portato un cesto con tanti prodotti agricoli testimoni della biodiversità del suo territorio che ha consegnato ad Ettore Bozzoli referente della comunità dei custodi dei castagneti della val Mongia. Ettore Bozzoli ha voluto in particolare portare la sua esperienza per dare fiducia ai castanicoltori Calabresi, testimoniando che in Piemonte ormai hanno superato la fase distruttiva del cinipide. Tra gli interventi quelli di Angelo Aiello referente della comunità della castagne e pastille di Serrastretta e di Maria Antonietta Mascaro della cooperativa Monti del Reventino. Anche il mondo dell‟artigianato legato ai castagneti ha un valore storico ed economico importante, così come ha comunicato Domenico Mammoliti, l’ultimo cestaio venuto da San Giorgio Morgeto.
La mostra allestita nella sala e curata dall’Arsac, da Vincenzina Scalzo e Maria Antonietta Mascaro ha fatto conoscere ai partecipanti un piccolo ma significativo campionario della biodiversità dell’area del Reventino. Sono stati presentati oltre 25 ecotipi di castagne a testimonianza del fatto che il germoplasma castanicolo calabrese è presumibilmente tra i più ricchi e differenziati d‟Italia, per la concomitanza di alcune peculiarità di questa nostra regione che presenta condizioni pedoclimatiche estremamente varie, importantissime nella selezione naturale degli ecotipi adattabili alle situazioni ambientali locali. Oltre alle castagne esposte antiche varietà di mele e pere del Reventino ed una ricca collezione di fagioli locali ancora coltivati nelle aziende familiari. A completare l‟esposizione i prodotti dell‟azienda agricola dell’Istituto agrario di Soveria Mannelli orgogliosamente presentati dagli studenti. Esperienza da replicare in Calabria e in Piemonte. Ma anche in altre regioni dove il castagno può davvero diventare il filo conduttore che unisce l’Appennino. Il gemellaggio si è esteso anche alle Cupete i due dolci di origine araba che accomunano due territori così lontani: Mondovì (CN) e Montepaone (CZ). I due mastri cupetari Bruno Platì e Francesco Castanò hanno presentato e fatto assaggiare la cupeta di Montepaone.
Il gemellaggio è proseguito a tavola con la cena al ristorante “Il Vecchio Castagno” di Serrastretta, dove il titolare Delfino Maruca e lo chef Paolo Pavarino del ristorante “Italia” di Ceva (CN) hanno proposto ai convenuti un menù che prevedeva l’alternarsi di piatti calabresi e piemontesi elaborati con la mano sapiente in un tripudio di sapori, profumi e colori che hanno deliziato il palato di tutti i commensali. Presenti anche i soci della condotta slow food di Lamezia con il fiduciario Antonello Rispoli. L’accoglienza della comunità serrastrettese ha avuto il suo apice nella cucina dove per l‟intera giornata Paolo Pavarino ha condiviso gli spazi messi a disposizione da Delfino Maruca e dal suo staff, rafforzando
così un legame di amicizia e professionale tra cuochi di terra Madre. I piatti elaborati, oltre alla varietà di antipasti ed affettati del ristorante il vecchio castagno, variavano dal tortino di cardi con salsa di acciughe, dalle tagliatelle con farina di castagne agli gnocchi con losa di Valcasotto e tartufo nero di Scagnello, dal carrè di maiale alle castagne alla salsiccia di maiale nero al guanciale di vitellone al Nebbiolo. Per finire i dolci Piemontesi con crem caramel di castagne e crema allo zabaglione, le rare pere viteralisi al forno caramellate, praline di castagne e le classiche rusarelle, il prodotto identitario della comunità di castagne e pastille di Serrastretta. Anche le due cupete (quella di Mondovì e quella di Montepaone) hanno accompagnato la cena con il racconto delle caratteristiche storiche ed organolettiche di questi due prodotti.
Dopo questa abbondanza di portate, è stata salutare la passeggiata di sabato, nella faggeta di monte Condrò patrimonio SIC e nei castagneti sottostanti. Accompagnati da Angelo Aiello per la comunità del cibo locale oltre che per l’associazione Dalidà, da Luigi della Proloco e da Giuseppe Paletta di Serrastretta Trekking che hanno raccontato le storie e le leggende di questo suggestivo paradiso naturale. I partecipanti sventolando le bandiere di slow food, terra madre e salviamo il paesaggio hanno testimoniato l’importanza di tutelare questo straordinario luogo. L’abbraccio alla pietra dei margari ammantata da edera, felci e muschio, ha suggellato un antico rito che si richiama alla straordinaria energia che emana
questa roccia. Interessante il clima di pace, serenità e fratellanza che le due comunità di Piemontesi e Calabresi, parlando delle imprese dei briganti, hanno vissuto abbattendo il secolare atteggiamento di astio tra Sabaudi e Regno delle due Sicilie, portando a compimento anche questo aspetto nel gemellaggio. La conclusione della mattinata è stata tutta incentrata sulla lavorazione delle castagne, perché Angela Aiello e la Comunità di Viterale aspettavano il gruppo per concludere la fase della sbucciatura delle castagne secche presso l’azienda Fazio. La classica lavorazione de “u zucculiare”, con tanto di polvere, cernita delle pastille e prima insaccatura in attesa delle successive fasi di calibratura e selezione per
pezzatura e qualità dei frutti. La “casella”, tradizionale essiccatoio, ha accolto tutti in un clima festoso vissuto nella speranza che i castagneti riprendano a dare ancora più frutti dopo avere superato l’invasione del cinipide che ha quasi azzerato le produzioni negli ultimi cinque anni. La festa è stata segnata anche dall’arrivo di Marco ed Alessio Molinaro che hanno offerto a tutti cesti di grispelle, pitta rustica e buon vino, che hanno fatto da antipasto per la successiva sosta a pranzo presso il loro agriturismo “E Turre”. A tavola tra affettati, baccalà fritto e impepato, minestra maritata, lagane e fagioli, braciole di patate, formaggi con miele, pipi (peperoni) e patate, pittajme con farina di castagne e tanta frutta dell’orto dell‟azienda, si è consumata l’ultima tappa prima del rientro in Piemonte. Tutti sereni, con il sorriso ed arricchiti da questa esperienza, con la voglia di passare alle fasi successive per tessere progetti con ricadute economiche. Già si stanno avviando i prossimi incontri a partire dall’appuntamento di febbraio che vedrà i Calabresi di nuovo a Mondovì con la maschera di Giangurgolo al Carnevale del Moro.
Riportiamo infine il messaggio inviato dal presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto che ha colto nel segno …”questo incontro dedicato al ruolo strategico della coltura del castagno per il rilancio dell’Appennino, in linea con il percorso politico-istituzionale che la Regione sta mettendo in atto sia per rilanciare l‟economia agricola, sia per la valorizzazione delle aree interne. La coltura del castagno non va considerata solo per le sue implicazioni in campo agrario ed economico, ma anche sotto il profilo dell‟identità socio-culturale di intere comunità. Ai castanicoltori rivolgiamo l‟invito ad andare avanti con generosità sulla strada del lavoro quotidiano, nella consapevolezza che il percorso intrapreso attraverso l’adesione al manifesto Slow Food è quella giusta e potrà essere foriera di grandi soddisfazioni, grazie agli strumenti di programmazione comunitaria che sono stati predisposti a favore dell’agricoltura”.
In conclusione questi giorni, grazie all’impegno di tutti i partecipanti e degli organizzatori, ci hanno dato energia e voglia di fare che non dobbiamo disperdere. Siamo sempre più convinti che l‟ integrazione di esperienze diverse e la diffusione di informazioni attraverso un reciproco scambio di conoscenze e di innovazioni tecnologiche tra soggetti che vivono in territori a forte vocazione castanicola sia indispensabile per il rilancio delle aree interne. Questa la considerazione che intendiamo far valer nei tavoli di concertazione della nuova programmazione, affinché sia dato seguito alle istanze che vengono dai territori piuttosto che a progetti calati all’alto. Questo esperimento di gemellaggio che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, di amministrazioni locali, di comunità scolastiche, di produttori e di associazioni culturali sarà una base comune da cui partire ed intendiamo presentare alla giunta Regionale questi concetti di multifunzionalità in agricoltura, di recupero dei mestieri, dei centri storici, di rispetto dell‟ambiente, di riordino dei trasporti. Tutte azioni mirate al contrasto dello spopolamento delle aree interne.
Il comitato della condotta Slow food Soverato versante Jonico, Angelo Aiello per la Comunita di Terra Madre Castagne e Pastille di Serrastretta. Marisa Gigliotti referente per Slow Food Calabria del progetto “L’Appennino che verrà”.