Soveria Mannelli – Proiezione del documentario “Kajin, dov’è la vita?”. L’evento è organizzato da Rivìentu, ricordiamo che Rivìentu è la rassegna di eventi promossa dal Coordinamento Territoriale del Reventino che mette insieme le associazioni del territorio che hanno come obiettivo la rivalutazione del centro storico la valorizzazione delle risorse ambientali e la riscoperta delle tradizioni e tanto altro ancora. Rivìentu è l’anima della nostra montagna e delle sue valli che proprio da “Rivìentu” trae il nome “Reventino” (“Riventìnu”).
Riguardo all’iniziativa in programma, “Kajin, dov’è la vita?” è il titolo scelto per il documentario realizzato a seguito della prima missione svolta dal gruppo di giovani componenti la Carovana Solidale e Resistente che hanno raggiunto i campi profughi siriani in Grecia, portando viveri e sostegno concreto a quanti scappano dalla propria terra per cercare di costruire un futuro diverso, le riprese sono state effettuate all’interno dei campi profughi che, ancora oggi, ospitano circa 60.000 siriani, in maggioranza di origine curda, in condizioni estremamente difficili. Per come programmato la proiezione del documentario è prevista per sabato 11 febbraio, alle ore 17,00, presso la sala conferenze del Centro di Aggregazione Giovanile (ex Mercato Coperto) di via Leo Longanesi a Soveria Mannelli, nell’intenzione di condividere, con quanti vorranno intervenire, l’avventura che ha portato l’affetto, il sostegno e gli aiuti dell’ultima regione d’Italia agli ultimi del mondo, i profughi di guerra della Siria rifugiati nei campi della Grecia.
In una breve nota descrittiva dell’evento viene precisato che <<il viaggio della Carovana ha avuto inizio il 14 novembre 2016. Per sei lunghi giorni – come speriamo ricorderete dal diario di viaggio che quotidianamente abbiamo raccontato sulla nostra pagina Facebook – i carovanieri hanno visitato diversi campi profughi per consegnare gli aiuti umanitari, raccolti grazie all’aiuto e alla collaborazione di tutti voi, e documentare la realtà nella quale vivono migliaia di persone – uomini, donne e bambini – in fuga dalle bombe e dalla disperazione che si sono impadronite della Siria ormai da troppo, troppo tempo>>.
La Carovana Solidale e Resistente Calabrese è un progetto – scrivono gli organizzatori – nato da un’idea avuta nell’ambito della nostra “Una Montagna di Pace” una meravigliosa visione diventata poi un progetto concreto, che è stata realizzata quest’estate presso l’Abbazia Santa Maria di Corazzo a Carlopoli, grazie alla forza e alla collaborazione di alcune realtà della nostra regione – Rivìentu, la Rete dei Comuni Solidali, Equo Sud e l’ITT “Panella -Vallauri” di Reggio Calabria – tutte espressioni di impegno locale, sociale e politico collettivo.
Il comunicato stampa diffuso alla partenza della Carovana recitava: «[…] dall’ultima delle regioni italiane agli ultimi del mondo: i profughi in fuga dalla guerra in Siria». Queste parole ben descrivono la natura dell’iniziativa e delineano l’embrione del seme genesi del viaggio e dei suoi obiettivi. I profughi siriani hanno accettato a cuore aperto gli aiuti ricevuti sottolineando, in ogni circostanza, il bisogno di denunciare le loro condizioni di vita e l’urgenza di trovare soluzione ai loro problemi.
“Open the borders” è il loro grido d’aiuto! Aprite le frontiere è il nostro appello!
Gli organizzatori invitano i cittadini a partecipare per guardare insieme il documentario realizzato dai carovanieri: Antonio Fazio, Mario Gigliotti, Enzo Infantino, Domenico Tramontana, Roberta Manfrida, Fatima Zara El Amrani, Lorenzo Galli, Christian Nacchi e Maurizio e per ascoltare le loro testimonianze.