E’ un momento di grande confusione e nebulosità. Davvero, in questo momento storico in particolare, non si vede molta luce sull’immediato futuro. Ciò, però, non può e non deve essere un alibi per chi fa l’imprenditore e ha una piccola azienda, per cedere all’incertezza e consegnarsi inerme alla rassegnazione; tutt’altro.
Bisogna lottare, feriti, ma non sconfitti. Deve erìssere una specie di mantra e la nostra lettrice – imprenditrice che ci scrive ne è testimonianza. Non arrendersi in una regione che non offre (pandemia a parte) molte risorse, oltre ad essere vessata dalla criminalità organizzata, rappresenta, sicuramente, un motivo di orgoglio. Così ci fa piacere, come successo altre volte, pubblicare un messaggio di positività verso se stessi e verso il prossimo, almeno a provare a non fare harakiri, ma piantare chiodi sulla parete e stringere l’imbragatura per affrontare con coraggio e idee e il coraggio delle idee, questa, inopinatamente, ennesima, ulteriore, tremenda mazzata che l’economia calabrese, già piegata, ha preso con l’avvento del covid.
“Sono Rossella Falvo, una giovane imprenditrice che ha deciso di investire nella sua amata regione e contribuire al suo sviluppo, lasciando un “posto fisso” in una struttura agrituristica come dipendente che le avrebbe permesso di vivere una vita in maniera apatica ma tranquilla. Sono sempre stata legata alla mia regione e per questo motivo ho indirizzato la mia vita al turismo, a partire dagli studi universitari e finendo con diversi corsi di specializzazione. Dopo anni di sacrifici e duro lavoro, sono riuscita ad ottenere la licenza di DIRETTORE TECNICO, ovviamente fuori regione perché qui il bando non esce da anni, e finalmente ho avviato la mia agenzia di viaggio e tour operator a metà 2019. La mia è una nuova impresa che si differisce dalle start up per il semplice fatto di aver investito un mio capitale ( risparmi di una vita ) per un’attività imprenditoriale in un territorio ostico come la Calabria. Ma ci ho creduto! Ho creato questa “impresa” con l’intento di valorizzare il territorio calabrese, di creare più che turismo, conoscenza innanzitutto per i calabresi, per gli italiani e poi anche per gli stranieri. Non parlo dei classici villaggi, ma della creazione di itinerari tematici nella regione alla riscoperta di storia, tradizione, cultura sconosciuti anche agli stessi abitanti. Alla cultura e alla scoperta di posti voglio unire anche la possibilità di visitare realtà aziendali con le loro produzioni, abbiamo tante eccellenze in regione che sono costrette a vendere altrove! Ritengo che tutto ciò sia importante per incentivare la nostra economia verso la scelta di prodotti nostrani e a km 0, ma anche perché attraverso la riscoperta della nostra terra impariamo ad amarla, a rispettarla e proteggerla. Se siamo i primi a farlo, saremo anche bravi a trasferirla al di fuori della regione, a quei famosi turisti che tanto desideriamo ma che non sappiamo “curare”. Questi è solo uno dei tanti ambiziosi progetti che sono in programma. Nonostante i sogni, la passione e gli sforzi la mia azienda è bloccata da febbraio 2020, con lo scoppio di questa pandemia che ha causato delle enormi perdite per il settore del turismo in generale, completamente fermo ragionevolmente ancora per molto tempo perché a differenza di altri settori merceologici non servirà una riapertura o una zona gialla per tornare a vendere. A livello statale come quello regionale, sin dall’inizio c’è stata una totale mancanza di conoscenza della materia ( grave difetto in quanto ancora ad oggi non si è capito come il turismo incentivi un processo di sviluppo economico rapido e importante) e in particolare modo per il settore dell’organizzazione dei viaggi. Dopo proteste e tavoli di concertazioni, finalmente le agenzie di viaggio di tutta Italia sono state ascoltate. Sembrava che si potesse trarre un sospiro di sollievo e invece è successo ancora peggio!
Tutti i Governi regionali e statali si sono completamente dimenticati di prevedere dei ristori alle nuove imprese, come la mia, in quanto impossibile dimostrare una perdita di fatturato ! Risultato? Si sta investendo, ormai da due anni, in un attività che non può lavorare per circostanze straordinarie e non dipendenti dalle proprie capacità o incompentenze. Anche le nuove aperture hanno dei costi fissi onerosi da dover sostenere (pena la chiusura della licenza! ). Un Governo dovrebbe proteggere i talenti imprenditoriali ed evitare che migrino altrove, senza considerare che le nuove realtà imprenditoriali rappresentano il futuro e l’innovazione per il settore”.
Amara riflessione, a leggerla tutta d’un fiato, questa dell’imprenditrice lametina che ci ha scritto, ma non “piagnona”, come direbbero a Roma, anzi, piena di rabbia e determinazione per quello che si potrebbe e dovrebbe fare e non è stato ancora fatto, per un settore vitale, soprattutto per la nostra terra.
Allora, in questa vigilia di Natale diversa, strana e che fa paura, vogliamo lanciare un messaggio di speranza, teso a scacciare fantasmi e streghe e credere che ci sia un futuro nascosto dietro questa cappa che, come l’Infinito leopardiano, “…L’ultimo orizzonte il guardo esclude”.