Ci sono molti modi per mancare al dettato costituzionale dell’art. 54:
“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.

Si manca quando, rivestendo cariche pubbliche, si partecipa a collusioni con ambienti malavitosi e o affaristici a danno di terzi e dell’intera società.
Quando si viene eletti i un Partito e per pura ambizione carrierista si passa in altra sponda.
Quando ci si appropria di denari pubblici e si vuole, anche dopo condanna definitiva, mantenere il proprio incarico indicando ad altri come vivere!
Quando si viene condotti a giudizio per bancarotta e o appropriazione indebita di denari pubblici, falsificando bilanci e o ottenendoli con false dichiarazioni, tentando poi ogni strada per arrivare a prescrizione, piuttosto che dimettersi e difendersi come fanno i comuni cittadini.
Quando si abusa delle proprie funzioni pilotando concorsi e appalti per favorire alcuni a danno di altri. Anche se questo Governo gli abusi nella PA li ha voluti cancellare! Ha aumentato le pene per tanti altri reati inventati per soffocare il dissenso.
Quando si raccontano falsità accertate nell’esercizio delle proprie funzioni pubbliche e si vuole restare “attaccati alla poltrona”.
Ma, ce n’è uno, di comportamento, di chi ci governa, ma proprio proprio indegno. Ed è quello di “invitare a non andare a votare”!
Tentando di giustificare tale invito affermando, con faccia tosta, che la Costituzione non considera obbligatorio l’esercizio del voto.
Dovrebbero studiarla la Carta costituzionale, tutti i Rappresentanti Pubblici. Con dopo un accertamento.
La nostra Carta costituzionale fonda lo Stato democratico su una serie di Principi e Valori, tutti riconducibili al concetto cantato da Gaber che “La libertà è partecipazione”. Ora non ci vuole molto a capire che la partecipazione dei cittadini alla vita della Repubblica si esercita al massimo livello con la fruizione del “diritto di voto”.
Dire ai Cittadini di non andare a votare nella tornata elettorale referendaria che rappresenta l’unico momento di espressione diretta di “democrazia” e di “volontà del popolo sovrano” significa voler certificare la morte della Democrazia e delle Libertà ad essa connesse.

Nel prossimo Referendum non si deve votare per un Partito.
E neppure si deve votare per un Candidato.
Si vota su Questioni sociali. Che riguardano “le condizioni del lavoro” e il rilascio della “cittadinanza”.
Riguardano le generazioni presenti e, soprattutto, quelle future.
Egregi Politici che invitate a non andare a votare:
E perché domani dovrebbero andare a votare Voi e le vostre aggregazioni?
E perché, di fronte ad una caduta drammatica della partecipazione al voto, scesa dal 92% del 1948 al 74% del 1973, al 64% del 2922, i nostri Governanti non affrontano le questioni poste nei quesiti referendari con argomentazioni, anche per rinvigorire il tessuto democratico partecipativo?
Perché invece di affrontare con argomentazioni i contenuti dei quesiti favorendo una maggiore consapevolezza del voto scegliete di seguire la comoda via di accrescere l’astensionismo?
I puri e semplici calcoli di convenienza elettoralistica vi si ritorceranno contro. Naturalmente ci si riferisce a chi si riempie la bocca di “democrazia”, di “superiore civiltà occidentale”. A chi, facendo solo finta, si dice preoccupato della scarsa affluenza alle urne solo la sera dei risultati e solo nei salotti televisivi. Sono degli ingannatori. Non ci si riferisce a Chi non vede l’ora di nullificare completamente l’esercizio del voto popolare… “Tanto, ci penso io”!. Portatori di una visione della società e delle istituzioni finalizzata a cancellare la separazione dei poteri. Una visione assai simile a quella del ventennio fascista durante il quale il “diritto la voto” venne cancellato del tutto.
Perché i nostri Governanti hanno tanta paura del voto popolare referendario dei prossimi 8 e 9 Giugno?
Si tratta di decidere se abolire delle norme vigenti o di mantenerle.
Se si ritengono nocive, sbagliate, contrarie agli interessi dei cittadini e lavoratori, come le consideriamo noi, vanno abolite.
Se i nostri Governanti le ritengono giuste e che vanno mantenute, basta che lo argomentino. Così cresce la civiltà democratica. Invece di vederla sempre più svilita e resa una forma di “vuota diceria” ad uso e consumo di apparati asfittici e nocivi.
In fondo, di che si tratta?

Quattro quesiti riguardano il mondo del lavoro. Il quinto concerne la problematica del rilascio della cittadinanza ad immigrati che da anni vivono lavorando da Noi, Sintetizzando:
1 – Volete voi che di fronte ad un ingiusto licenziamento un lavoratore, dopo regolare processo, possa essere riammesso al suo posto? Oggi si può essere licenziati ingiustamente e si viene solo risarciti. Come se una persona che lavora fosse solo un “prodotto, una merce” da utilizzare a piacimento.
2 – Volete voi che chi lavora in imprese che abbiano meno di 16 lavoratori possa godere delle stesse tutele degli altri e con riconoscimenti corrispettivamente adeguati? Oggi non ci sono le stesse tutele a parità di tempi e di funzioni svolte.
3 – Volete voi che vengano cancellate le norme che consentono le troppe tipologie di contratti precari? Oggi vi è un mercato del lavoro con infinite tipologie di contratti che aumentano la precarizzazione. A danno soprattutto dei Giovani.
4 – Volete voi che l’impresa appaltatrice resti corresponsabile dell’andamento della formazione e dell’applicazione delle norme sulla sicurezza, restringendo anche la catena dei sub appalti? Oggi di fronte ad un incidente mortale sul lavoro, e ne accadono tanti, neppure un Giudice, nella giungla dei sub appalti, riesce ad individuare la completa responsabilità!
5 – Volete voi che ad un immigrato residente da cinque anni possa essere riconosciuta la cittadinanza italiana invece di farlo aspettare 10? Oggi ci sono almeno tre motivi per rilasciarla e subito. A- Prima di tutto è problema di umanità. Noi italiani con circa 30 milioni di emigrati negli ultimi due secoli dovremmo accogliere e non seminare ostilità. B-La nostra è una popolazione in grave decrescita demografica, con conseguenze su tutti gli aspetti sociali e istituzionali: Mancanza di manodopera in diversi settori. Crescita dell’invecchiamento e dei bisogni sociosanitari , mentre al contrario diminuiscono le entrate, le coperture, dei fondi pensionistici e socio assistenziali. Sul piano sociale e culturale. Si pensi alla Scuole di tante località nelle cui classi si raggiungono percentuali del 20-30-40% di allievi figli di immigrati C-La nostra situazione è aggravata dalla partenza fuori dall’Italia di centinaia di migliaia di giovani ben formati, in cerca di realizzare adeguatamente le proprie aspirazioni. Temi importantissimi, attualissimi, ma fuori dalle agende di questo Governo. Meriterebbero una approfondita riflessione. Invece si stanno interessando di sovvertire i Principi della Costituzione con tre Leggi di natura eversiva: 1 – L’Autonomia differenziata, per creare più diseguaglianze istituzionalizzate. 2 – La Riforma della Magistratura, con la separazione delle carriere, che è un tentativo di comprimerne l’indipendenza. 3 – Il Premierato, per avocare le decisioni nelle mani di una Persona, abolendo di fatto la separazione dei poteri.

Ebbene, quelle del Referendum dell’8 e 9 Giugno sono questioni che interessano le generazioni presenti e future. In fin dei conti, anche coloro che da tempo non vanno a votare, oggi di fronte ai cinque quesiti non possono restare indifferenti. Dovrebbero pur capire che si tratta di impegno civico e morale, di voto diretto con cui poter migliorare le proprie condizioni, ma anche quelle dei propri figli e dei propri nipoti. Facendo trovare loro una Società più giusta, più rispettosa delle tutele e dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. Andando a votare cinque SÌ.
E aggiungiamo che, secondo saggezza popolare, quando Chi governa invita a non andare a votare “GATTA CI COVA”.
Allora, la migliore risposta al loro antidemocratico, dannoso, indegno e incivile invito è di… RECARSI IN MASSA ALLE URNE.
W Il Diritto di voto.
Angelo Falbo – Responsabile Lega SPI CGIL del Reventino