Ironizzare o cogliere gli elementi ilari del proprio lavoro non sempre è un esercizio facile.
L’impiegato tipo non è felice di avere il pubblico di fronte che ti chiede o ti pone problemi da risolvere. Eppure Rita Giura, impiegata di lungo corso presso le Poste Italiane, con tante ore di attività di sportello ci tenta e ci riesce con un suo scritto: “Prego, digiti il pin…” edito da Officine Editoriali da Cleto a dicembre 2020.
Una raccolta di quadri tracciati in punta di penna, durante il periodo di lockdown. Sono vere e proprie avventure e disavventure con clienti tipo, dal poveraccio, al malato, all’anziano, al ricco, all’apparente tra malintesi e ammiccamenti, tra incomprensioni ed interpretazioni. Un libro che scorre con un fraseggio incisivo, semplice, spesso vicino al parlato. Ti fa vedere il quadro che descrive e a volte ti viene in soccorso con l’immagine disegnata, con le frasi emblematiche.
Un esercizio di descrizione che nell’autrice avrà sicuramente fatto maturare un sentimento di liberazione, di accettazione delle tante difficoltà per il capo troppo autoritario o per il collega troppo scansafatica.
Non manca un riferimento al concetto corretto di leader piuttosto che di capo.
Nelle pagine del diario ci sono tanti tipi umani descritti e tante esperienze vissute, c’è la saggezza di chi sa relazionarsi anche di fronte alle difficoltà e con il sorriso riesce a superare tante incomprensioni.
Lo scrittore Claudio Petronetti nella prefazione descrive il lavoro di Rita Giura come espressione di “vita quotidiana, esperienza lavorativa, sarcasmo, ironia, pazienza… infatti fa sorridere, a volte fa spalancare gli occhi davanti all’incredulità di certe situazioni…“. Il libro “ci fa cambiare prospettiva, ci fa diventare operatori e non più solo utenti”.
Insomma apre una finestra nel vissuto di un impiegato orientato all’ utente come è l’autrice per un suo spessore umano ed una sua sensibilità culturale. Molti dovrebbero prendere esempio.
Buona lettura digitando il pin con i guanti o senza!
Vincenzo Canonaco