Soveria Mannelli – Attività intensa pre Ferragosto per il Pronto Soccorso e per l’ambulanza in dotazione al presidio ospedaliero di Soveria Mannelli. Diversi gli interventi richiesti al 118 tra cui un caso urgente per un paziente, colto da forti dolori che risiede presso le case popolari di Soveria Nord, che ha atteso l’arrivo dell’unica ambulanza impegnata in altri trasporti, per più di un’ora riverso a terra con fitte alla schiena prima che possa essere soccorso.
A riferire sulla situazione dell’impegnativa giornata estiva, affrontata dal personale in servizio presso la struttura sanitaria, è il Comitato Pro Ospedale del Reventino informando attraverso un post sulla pagina sociale – che di seguito pubblichiamo integralmente – su quanto accaduto.
<<Che oggi (13 agosto 2018) fosse un extra time al Pronto Soccorso lo si era capito dalle sette di stamattina, una sequela di accessi, a ritmi quasi centellinati, sono giunti fino a congestionarne le normali attività. E i casi si proponevano tra i più disparati, per fortuna senza codici rossi, ma il resto c’era tutto. La sala d’attesa piena all’inverosimile come il triage era allo stremo, questo continuava al punto di prima emergenza così come nell’osservazione breve intensiva. Solo un manipolo di operatori, quelli previsti nell’atto aziendale e un medico a fronteggiare questo girone dantesco, poi verso le 12:15 pare si arrivato un altro medico, almeno da quanto ci ha raccontato chi stava in sala di attesa. Urge però aggiungere fatti di cronaca che ci riportano nelle tenebre della letteratura maledetta di Lorenze de Vigny.
Descritto il quadro del Pronto Soccorso, si deve aggiungere che l’ambulanza non è stata mai ferma, sempre in giro per operazioni di soccorso e consulenze. Questo di fatto l’ha allontanata dal territorio, l’unica che c’è. Un fatto che noi rimarchiamo da tempo, specie in questo periodo.
Sta di fatto che nelle case popolari di Soveria Nord, Adrian Ciobanu di 49anni, un autista romeno, viene colto dalle fitte lancinanti che gli procurano le tre ernie del disco che lo bloccano. Non riesce nemmeno a fare le scale e il dolore lo massacra. I vicini lo aiutano a raggiungere il selciato e lo ripongono per terra, lui da quel momento non si è più mosso dal quella posizione, sono le 12:27. Ci sono 31 gradi, e tre ombrelloni da spiaggia gli vengono mantenuti da figli e coinquilini per il refrigerio. A vedere la scena sembra di essere nei sobborghi di Rio De Janeiro. Lì in quel posto Adrian dovrà attendere un’ora e un quarto prima che l’ambulanza del 118 arrivi a prenderlo. Un’ora e un quarto, dove – da quanto ci hanno riferito alcune persone che ivi sostavano – sono state allertate almeno tre ambulanze private, tutte occupate in trasporti già programmati.
Anche i carabinieri sono stati avvisati, tranquillizzando tutti esponendo che avrebbero allertato chi di competenza. Intanto verso le 13:45, Adrian viene portato in ospedale, e arrivati li si assiste a un’altra scena da letteratura smorta degna di George Simmel. Davanti lo spiazzo del Pronto Soccorso una signora anziana era riversa a terra sotto il sole cocente, ed emetteva flebili lamenti, ad assisterla due ragazze. Qui non si è bene compreso se la signora si rifiutasse di entrare dentro il Pronto Soccorso o dentro non c’era posto.
Sta di fatto che le due scene, messe insieme hanno proposto l’immensa asimmetria analitica dei quadri di Hyeronimus Bosch. Sarebbe ora che qualcuno si muovesse, fuori dal Pronto Soccorso e non solo gli elementi da terzo mondo c’erano tutti, gente “spieggiata” dall’ernia sotto il sole, anziani riversi a terra come nelle zone di guerra e l’unica ambulanza che si deve fare in quattro, o in otto per cercare di dare assistenza a chi ne fa richiesta. Noi è da anni che sottolineiamo quanto qui accaduto, e lo facciamo anche oggi, ma qualcuno dovrà spiegare, altrimenti questa è una reticenza che le istituzioni tutte non possono più permettersi>>.