Ricordiamo ai nostri lettori che i comuni dell’area Reventino-Savuto, con a capofila il Comune di Carlopoli, si erano candidati a suo tempo come area-progetto per rientrare nel Piano nazionale di sviluppo delle aree sottoutilizzate del Paese e ottenere così finanziamenti riferibili ai fondi comunitari 2014-2020.
A tale proposito, nello scorso mese di luglio si era tenuta a Soveria Mannelli un’audizione pubblica in cui un’apposita Commissione ministeriale, con il compito di esaminare le candidature, aveva incontrato i testimoni privilegiati del territorio.
E’ notizia recente che l’area Reventino-Savuto è stata effettivamente selezionata come area-progetto per lo sviluppo delle Aree Interne, con tutte le conseguenze positive che ne potranno derivare.
L’AIR (Associazione Imprenditori del Reventino), nel sottolineare l’importante ruolo delle imprese nel raggiungimento di questo obiettivo, ha preso posizione in merito con un proprio comunicato stampa, a firma del presidente Francesco Sirianni, che riportiamo integralmente e di cui segnaliamo in particolare il contributo di Florindo Rubbettino in occasione dell’audit di luglio, durante il quale, con una figura retorica particolarmente efficace, affermava tra l’altro che “innovazione e sviluppo non si sono fermati alle pendici di una montagna”, alludendo naturalmente al monte Reventino.
<< L’AIR (Associazione Imprenditori del Reventino) accoglie con favore la decisione della Giunta Regionale di individuare il territorio del Reventino-Savuto come area-progetto su cui avviare la Strategia Nazionale messa a punto dal Governo centrale per immaginare nuove forme di sviluppo per le Aree Interne.
L’area del Reventino-Savuto è stata selezionata a seguito del Rapporto istruttorio emesso dal Comitato Tecnico Aree Interne lo scorso 20 ottobre, che, sulla base delle analisi effettuate nelle giornate del 6 e 7 luglio 2015, ha certificato, attraverso la diagnosi della situazione economico-sociale e dei servizi essenziali esistenti, dell’importante sistema produttivo e delle relative opportunità di sviluppo, l’esistenza di una indiscussa leadership locale in grado di migliorare lo sviluppo complessivo del territorio. Il focus del 7 luglio scorso ha permesso al Comitato di cogliere le particolari attitudini imprenditoriali nonché la consapevolezza delle criticità e delle potenzialità dell’Area del Reventino-Savuto.
La scelta di questa Area è, pertanto, da ascrivere esclusivamente ai valori che essa ha saputo esprimere nel corso degli ultimi venti anni e grazie ad alcuni fondamentali presupposti che una attenta politica di sviluppo in alcuni dei territori interessati, fino a qualche anno fa, ha immaginato e realizzato, ottenendo una serie di dati tangibili: rapporto tra impiego pubblico e impiego privato, a vantaggio dell’impiego privato ed in assoluta controtendenza nella ns. Regione; oltre 700 unità lavorative impiegate nelle sole aziende manifatturiere e del turismo, su una popolazione attiva di poco più di 7.000 unità ed una popolazione complessiva di circa 16.000 abitanti; una delle aree a maggiore vocazione imprenditoriale della Provincia di Catanzaro (dati SVIMEZ); all’interno dell’Area, l’esistenza del Comune di Soveria Mannelli fino a qualche anno fa il più informatizzato d’Italia (dati CENSIS), tra i primi 10 a maggiore vocazione universalistica d’Europa (dati ANCI) e su cui è stata realizzata con lungimiranza una Area PIP di oltre 60.000 mq., completamente utilizzata; un indice di specializzazione nel settore manifatturiero pari al doppio di quello regionale ed in perfetta media con il valore nazionale; una sicurezza del territorio, percepita e reale, con forza ed attenzione difesa e mantenuta, che ha permesso una crescita ordinata e corretta.
Le ragioni vere della scelta sono contenute nel Rapporto Istruttorio del Comitato tecnico di cui riportiamo uno stralcio: “l’area del Reventino-Savuto si è nettamente distinta rispetto alle altre sia per le persone che per le condizioni di partenza …… caratterizzata dalla presenza di diverse attività imprenditoriali del comparto pubblico, privato e sociale, …. Con una particolare predisposizione alla creazione di possibili filiere tra manifatturiero e nuovi modelli di ruralità evoluta legata al turismo”.
L’intervento di Florindo Rubettino, ascoltato dal Comitato in qualità di qualificato Imprenditore del territorio, ne sintetizza esaurientemente i valori: “In tutte le nostre esperienze operare in un’area interna non è stato e non è sinonimo di marginalità. Per quanto le condizioni siano difficilissime dimostriamo quotidianamente che non c’è nessuna ineluttabile legge di natura che ci condanni all’arretratezza e alla marginalità. Nel nostro caso modernizzazione, innovazione e sviluppo non si sono fermati alle pendici di una montagna. E poi c’è la comunità, la consapevolezza diffusa di una interdipendenza, del circolo virtuoso tra comunità, imprese, individui che si rafforzano reciprocamente. Uno scambio bidirezionale in cui le imprese danno al territorio ma da questo territorio traggono linfa vitale. Il tutto in un contesto di fiducia diffusa, e tutti sappiamo quanto questo sia ora più che mai un fattore imprescindibile. Qui si è realizzata una alchimia. Ci sono delle imprese che condividono molte cose e sono sulla stessa lunghezza d’onda. Questa alchimia è data da molti fattori: la cultura del lavoro diffusa; l’orientamento al mercato; il valore dell’identità; la capacità di essere connessi col mondo e con le esperienze di avanguardia e che stanno sulla frontiera dell’innovazione nei rispettivi settori; questo è quello che siamo. Avendo imparato che il futuro si costruisce con il lavoro quotidiano ma sapendo che l’unico futuro possibile è quello costruito sul sogno e sulla visione lungimirante siamo costantemente impegnati perché quest’area possa diventare un modello evoluto di territorio “interno” proprio attraverso una contaminazione tra sistema manifatturiero, turistico e rurale. Noi a ragione possiamo affermare di essere un prototipo funzionante. Abbiamo esperienze, interconnessioni e visione sufficiente per fare di questo prototipo evoluto un vero e proprio modello territoriale di sviluppo sostenibile. Vogliamo far diventare l’intera area un luogo attrattivo e inclusivo di talenti, competenze, abitanti, turisti e viaggiatori tutti accomunati dalla consapevolezza che qui si può vivere un’esperienza unica. E da qui generare un effetto moltiplicatore. Un modello, appunto, di ruralità evoluta in cui manifatturiero e sistema territoriale rurale si integrano e si rafforzano”.
Per tutto questo e per tutto quello che il territorio potrà esprimere, AIR auspica, infine, che la classe imprenditoriale di questo territorio venga coinvolta con un ruolo da assoluta protagonista nella governance del costituendo Comitato tecnico per l’attuazione del progetto, per dettare i contenuti e disegnare la strategia futura. >>