di Sergio Cerra –
Sono, ormai, un ex alunno, (aggiungerei purtroppo) dell’IIS Costanzo di Decollatura. Questi ultimi mesi, passati in quarantena, sono stati tra i più particolari e difficili della mia vita scolastica e umana… A primo impatto usare la didattica a distanza (DAD), è stato un piccolo trauma, non è stato semplicissimo, ma grazie al fatto di appartenere a una scuola che già era ampiamente immersa nel mondo delle classi virtuali, della “flipped classroom”, e dei collegamenti online, il tutto è risultato quasi naturale.
Da rappresentante d’istituto mi sono spesso trovato a confrontarmi con i miei coetanei su quale fosse la situazione, e il commento di tutti era pressoché questo: “lo scambio umano e lo stare non è lontanamente paragonabile a una lezione interattiva”. Oltre a questo mancava la “gita”, i compagni, i professori, i progetti, i laboratori, insomma la scuola mancava davvero tanto.
La nostra classe, la V F, così come l’altra classe finale, si è trovata ad affrontare questi ultimi mesi in una condizione paradossale, che mai nessuno si sarebbe aspettato. È stata una prova nella prova, di certo non semplice, quella di aver dovuto affrontare un percorso di studi così articolato e impegnativo quasi sempre in autonomia. Il sostegno del professori è stato determinate, anche se, come detto, la maggior parte del lavoro ovviamente spettava a noi e questo volenti o nolenti ci ha responsabilizzato ancora di più, ci ha messo davanti a quella che molto probabilmente sarà stata la nostra vita futura…
Ma al di là dello studio in sé, ci è mancata la possibilità di fare la storica gita, il pranzo dei 100 giorni, ed anche e soprattutto quel clima di tensione da vivere insieme, precedente all’esame di maturità. Insomma, quei piccoli gesti, quelle piccole tradizioni che rendono il tutto una magia scolastica.
L’esame in sé si è dimostrato abbastanza problematico, perché fino a due settimane dallo stesso si respirava un clima di indecisione e incertezza, viste le non sempre chiare modalità di lavoro che andavano adottate per la preparazione, tutto superato grazie al sostegno del corpo docenti. E tra un elaborato da svolgere in autonomia, il programma da studiare, siamo riusciti tutti quanti, a dimostrare che nonostante tutto insieme possiamo farcela, sempre!
Lasciare il Liceo Scientifico “Luigi Costanzo” per me sarà difficile, perché so di avergli dato tanto, così come lui ha dato tanto a me. Un plesso da continuare a valorizzazione, perché gioiello prezioso del territorio, un piccolo diamante all’interno di un’area quasi dimenticata dal resto, dove nonostante tutto i germogli del futuro possono trovare terreno fertile, come dimostra la possibilità di collaborare con Chiara Giargioli e Anna Catalano, giornalista e reporter, che insieme hanno seguito me e la mia compagna Cristina in questo viaggio di maturità, rendendoci ancora più consci della nostra responsabilità a livello individuale e sociale, raccontando un esame “sui generis” in una scuola all’avanguardia. Sono orgoglioso di essere potuto apparire su una testata giornalistica come quella del Corriere della Sera (clicca per rileggere), e di averlo fatto tentando di lasciare un messaggio, mettendo in risalto l’importanza della nostra piccola realtà, unica nel suo genere.
C’è da dire che in tutti questi anni è stato fondamentale il rapporto che si è creato con il dirigente scolastico Caligiuri e i docenti, che ci hanno sempre lasciato agire in libertà, creando e sperimentando, a volte sbagliando, ma sempre crescendo insieme… Tanti sono stati i progetti idealizzati e svolti e anche in questo periodo di lock-down insieme ad altri studenti, come il giornalino della scuola, il “COSTANZO NEWS”, per mantenere saldo il pensiero di noi ragazzi, perché l’espressione dello stesso rappresenta per me la chiave di volta per migliorare sempre.
Ciò che importa di più è la formazione del futuro e la valorizzazione delle proprie radici e del proprio territorio, perché ovunque, chiunque, può diventare arbitro del proprio destino e dimostrare di saper fare, e di sapersi mettere in gioco… Ciò che conta è il nostro essere e la nostra capacità di migliorare e migliorarci sempre.
AD MAIORA SEMPER
