La Calabria sarebbe una terra di mafia e terremoti, e anche di case costruite bizzarramente sulle “cime” più alte. C’è del vero in quello che afferma easyJet (la compagnia aerea low cost che atterra regolarmente a Lamezia Terme) per avvalorare il concetto che la presenza di pochi turisti in Calabria può essere vantaggiosa in tempi di pandemia?
Vi stupirò! Sì, c’è del vero!
La Calabria è effettivamente terra di mafia – o meglio di ‘ndrangheta –, ma è anche vero che ormai, quello della criminalità organizzata è ampiamente riconosciuto come un fenomeno globale e non certo solo calabrese: avete mai sentito parlare di organizacija (la mafia russa), di triade (la mafia cinese) o di yakuza (la mafia giapponese) e così via?
La Calabria è di certo terra di terremoti, come del resto tutto l’Appennino centro-meridionale. È una zona ad alto rischio sismico che ha subito – nel corso della sua storia – le tragiche conseguenze di numerosi terremoti distruttivi. Ma questo né più né meno, ad esempio, di San Francisco, famosa per essere stata costruita sulla temibile faglia di Sant’Andrea, o dello stesso Giappone in cui un terremoto – e il conseguente tsunami – è stato la causa, solo qualche anno fa, di uno dei più gravi disastri nucleari della storia, quello di Fukushima. Almeno in Calabria questo pericolo non si corre…
Detto questo, non mi risulta che gli aeroporti di Mosca, Pechino, Tokio e San Francisco siano pressoché deserti e scarsamente frequentati dai turisti.
Ma ci sono sempre quelle bizzarre case costruite sulle “cime” più alte. E qui, mi spiace, ma subentra un po’ di insana ignoranza storica. Infatti, bisognerebbe spiegare a easyJet che le popolazioni del sud del Mediterraneo non lo facevano per capriccio, ma erano costrette a ritirarsi dalle comode e pianeggianti zone costiere verso le impervie “cime” dell’entroterra per sottrarsi alle incursioni dei pirati saraceni, che altrimenti le avrebbero depredate, trucidate e spesso rese schiave.
E a questo proposito, non dovevano essere poi così male i calabresi se un ragazzo sedicenne di Le Castella (Isola di Capo Rizzuto), Gian Luigi Galeni, rapito appunto in una di queste scorribande e incatenato inizialmente ai remi di un’imbarcazione, con il nome di Occhialì è riuscito col tempo a farsi apprezzare e a diventare un ammiraglio della flotta saracena.
E poi è proprio così che sono nati quei caratteristici borghi che – paradossalmente – costituiscono (anche per easyJet) un’attrazione turistica unica e irripetibile, particolarmente apprezzata da quei pochi e testardi turisti che riescono ad arrivare in Calabria, nonostante la scomodità dei trasporti, soprattutto quelli interni che non consentono di spostarsi nel suo territorio in modo agevole, vista l’atavica carenza di quelle strade e ferrovie che invece abbondano al nord.
Chissà che non siano proprio queste le vere cause di un mancato pieno sviluppo turistico della Calabria…
Ma alla fine quelli di easyJet l’hanno capito. Hanno capito di aver fatto una gaffe e hanno cercato di rimediare, trasformando, come per incanto la Calabria, da terra di mafia in terra nel cuore del Mediterraneo, da terra di terremoti in terra dai meravigliosi paesaggi. Insomma inanellando una sequela di luoghi comuni, senza rendersi purtroppo conto – come a volte capita – che il rimedio era peggiore del male.
Raffaele Cardamone