La Calabria è finalmente stata messa al pari delle regioni più ricche d’Italia: Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, ma in negativo! È come loro “zona rossa” e quindi sottoposta a un lockdown particolarmente severo.
Per questo “alto riconoscimento” dobbiamo ringraziare la Regione Calabria, e tutti i nostri politici – con ruoli locali, regionali e nazionali – che sono stati in prima fila in tutti questi anni. Politici e istituzioni, di cui hanno fatto e fanno parte, che hanno ridotto così male la sanità calabrese. Ma anche i tecnici e i commissari che si sono succeduti e che hanno guadagnato lauti stipendi senza mai riuscire a risolvere i problemi, anzi peggiorandoli sempre un po’ di più. E pure chi sulla sanità si è arricchito impunemente, sulla pelle di tutti i calabresi, e chi non ha controllato: ci siamo già dimenticati dei dieci milioni di euro che sarebbero stati frodati da una clinica privata? Con quei dieci milioni, qualche posto in più in terapia intensiva si sarebbe potuto anche fare. Perché è proprio la carenza di posti in terapia intensiva negli ospedali… di posti e ospedali tout court, e non certo il numero di contagi a fare sì che la Calabria sia stata dichiarata “zona rossa”.
Se ho fatto bene i calcoli, la Calabria, durante tutta la pandemia e fino a ora, ha avuto poco più di 6.000 contagi (su quasi 2 milioni di abitanti: lo 0,3%), una percentuale irrisoria al confronto degli oltre 224.000 contagi della Lombardia (su più di 10 milioni di abitanti: il 2,24%), gli oltre 81.000 del Piemonte (su più di 4 milioni di abitanti: il 2,03%) e i quasi 4.000 della Valle d’Aosta (su appena 125mila abitanti: il 3,2%). I numeri parlano chiaro e ci dicono che la Calabria ha pochissimi contagi, ma evidentemente, allo stesso modo, ha una scarsissima capacità di farvi fronte con la sua sanità che è stata letteralmente distrutta nel tempo.
È per questo che dobbiamo dire grazie a chi – per incapacità o per precisa volontà – ha realizzato questo scempio, a chi ha speculato, a chi (e non è certo l’attuale governo centrale) ci costringe per questo – e solo per questo – a un nuovo lockdown che poteva essere evitato spendendo bene nel tempo le risorse e adottando un po’ di buon senso. Insomma, semplicemente governando bene la nostra regione.
di Raffaele Cardamone