Ci ha aperto il cuore vedere, ieri sera (28 agosto 2015) a Soveria Mannelli, una piazza Bonini gremita di gente, arrivata con il solo scopo di assistere al concerto di una band storica del beat italiano: l’Equipe 84.
Era da tempo che non si registrava un evento di un certo richiamo sul versante della musica; posso azzardare, dal concerto di Brunori sas nell’estate del 2011, sempre nell’ambito della manifestazione estiva “Soveria+”.
In ogni caso, nella serata di ieri si è potuta respirare un’atmosfera di spensieratezza, divertimento e voglia di stare insieme, di sentirsi comunità, come raramente era accaduto nel recente passato.
In fondo è bastato poco. Un gruppo di ottimi musicisti, una storia da raccontare, delle canzoni apprezzate e riconosciute fin dalle primissime note dai meno giovani, com’era naturale, ma anche dai più giovani.
Il gruppo, dopo mille vicissitudini, abbandoni e cambiamenti dell’assetto originario, non ultimo quello tragico dovuto alla scomparsa del fondatore Franco Ceccarelli, ricordato continuamente come “il maestro”, è oggi composto da: Tony Mione (voce e chitarra), Giuliano De Leonardis (basso), Lorenzo Lanciotti (tastiere e cori), Roberto De Vincentis (batteria).
I quattro musicisti non ci hanno messo molto a far capire che, a dispetto dell’età dei tre quarti della band (…non se ne abbiano a male), lo spirito e le capacità musicali e vocali sono rimaste intatte. Anzi si sono arricchite di un’esperienza che consente loro di stare sul palco con un’estrema naturalezza mista a una professionalità di valore assoluto.
I due front man, Mione e De Leonardis, istrionici e divertiti, coadiuvati da un altro componente storico, Lanciotti, e dal giovane batterista, De Vincentis, hanno offerto al numeroso pubblico una performance degna di nota, praticamente impeccabile.
Canzoni a profusione: quelle dell’Equipe 84, quelle del periodo che li ha maggiormente contraddistinti (gli anni ’60), quelle di amici musicisti che hanno nel tempo collaborato con loro e quelle di mostri sacri della musica italiana come il fantastico duo Mogol-Battisti, ma anche i cantautori De Andrè e Guccini, con l’aggiunta di qualche inedito composto da poco. E il pubblico ha dimostrato di gradire, ripagandoli con un calore che ha fatto un po’ da contrasto con una serata umida e un po’ freddina di fine estate.
E’ stato un po’ come tornare nel passato, quello remoto dei mitici “sabati soveritani” in cui poteva capitare di vedere su un palco, sempre di una piazza Bonini piena di gente fino all’inverosimile, la Formula 3 al massimo del suo fulgore.
Rinverdire vecchi fasti è a volte possibile, forse necessario, soprattutto in tempi di crisi, in cui una serata all’insegna dell’allegria e della spensieratezza può essere salutare e anche d’aiuto per ritrovare quel sano ottimismo che sembra mancarci ormai da troppo tempo.