Il presidente della Garibaldina calcio, Eugenio Mercuri, ha avuto un confronto schietto e dettagliato con la stampa e i tifosi, trasmesso in streaming e visibile sulle pagine Facebook “Garibaldina nel cuore”, per spiegare ai tifosi le tante ragioni che hanno causato un’inattesa retrocessione, che si è concretizzata col passare del tempo, dopo una prima fase di campionato tutto sommato in linea con le aspettative di inizio stagione che lasciavano sperare una salvezza tranquilla
Prima di tutto ha ringraziato, oltre ai sostenitori, gli imprenditori, gli sponsor e i dirigenti del territorio per gli sforzi e i sacrifici fatti. Successivamente ha raccontato la cronologia degli eventi che lo hanno visto coinvolto in questa avventura. Da una società che rischiava la non iscrizione al campionato, alla chiamata dell’allora sindaco Leonardo Sirianni, al confronto con la dirigenza, alla decisione di assumere la presidenza.
Mercuri ha tenuto a precisare di aver provato in tutti i modi, con il supporto della dirigenza e nonostante i tempi strettissimi in quanto si era già a ridosso dell’inizio del campionato, di coinvolgere soggetti del territorio, in primo luogo l’allenatore e il direttore sportivo, ma tutti hanno posto delle condizioni che in quel momento la società non ha potuto né voluto accettare, e poi i calciatori che almeno in parte avevano risposto “presente”.
La scelta è pertanto caduta su mister Sandro Cipparrone che avrebbe dovuto dare visibilità alla squadra e portare anche in dote un gruppetto di calciatori dall’area del cosentino, mentre un altro gruppetto sarebbe venuto dalla disciolta società del Platania. La rosa così sarebbe stata completa e idonea a portare avanti il progetto di una progressiva integrazione dei ragazzi della Juniores. Mentre Domenico Trimboli sarebbe stato il ds a costo zero.
Ma l’equilibrio faticosamente raggiunto si è rotto dopo qualche mese, quando Mercuri ha avuto la netta sensazione che alcune sue scelte non erano gradite: l’allenatore, le strategie di comunicazione, lo “store”, la “giornata giallorossa”, il coinvolgimento dei “calabresi nel mondo”, ospitando il presidente Sam Sposato per tentare di avere un aiuto dai tanti soveritani residenti in Australia, la “festa di Natale” che doveva essere un segnale per i calciatori e invece è stata un flop, e perfino le trasferte in pullman, certamente più razionali e utili alla squadra rispetto a quelle in auto.
Sui problemi che hanno determinato l’insuccesso, ha pesato la capacità di spesa per condurre la stagione. Mercuri ha precisato che la squadra penultima in classifica ha speso il doppio della Garibaldina, classificata ultima; così come il Maida, dopo il mese di gennaio, per “aggiustare” la squadra e salvarsi. Ma hanno influito anche la situazione logistica di Soveria e il suo clima, che spaventano i calciatori che devono raggiungerla da fuori per gli allenamenti quotidiani e non solo per le partite domenicali.
A dicembre l’allenatore partiva dall’idea che si doveva rafforzare la squadra, ma non c’erano le risorse per farlo. Da qui i problemi di spogliatoio, il cambio in corsa di casacca per molti punti fermi della squadra, le dimissioni del presidente subito rientrate, il cambio in panchina con l’arrivo di Giuseppe Sestito e il tentativo di anticipare il coinvolgimento dei giovani della Juniores. Nonostante tutto, Mercuri dice di averci creduto fino alla vittoria con il Cutro, diretta concorrente nella lotta per non retrocedere, ma a causa di discordanze di vedute con la dirigenza, a suo avviso già in qualche modo rassegnata alla retrocessione, da quel momento si sarebbe tirato indietro.
In conclusione, Mercuri ha dichiarato di volersi prendere tutte le sue responsabilità, di sentirsi amareggiato, ma anche tranquillo perché consapevole di aver fatto il possibile; che la sua esperienza di presidente finisce qui, ma che non intende abbandonare la dirigenza della squadra, continuando a dare il suo contributo, augurandosi una sterzata in positivo da parte di tutto l’ambiente e del futuro presidente.