Dal progetto avveniristico – e decisamente costoso – di un rinnovato tratto ferroviario tra Catanzaro e Cosenza, da percorrere appena in un’ora, all’assenza di un servizio ferroviario tra Soveria Mannelli e Catanzaro il passo è davvero breve!
Ma è esattamente ciò che è accaduto ormai da quasi tre mesi. Appena il tempo di sbandierare un “piano di fattibilità”, già realizzato e carico di buone premesse (…o solite promesse), che una galleria, quella di Gimigliano, la più lunga del tratto in questione, ha fatto le bizze ed è stata prontamente e giustamente inibita al transito per motivi di sicurezza.
Solo che, in questo caso, invece di provvedere a un trasbordo con pullman da Cavorà a Gimigliano, com’era sempre avvenuto in più di un’occasione, si è pensato bene di operare un servizio sostitutivo su ruota per l’intero tratto.
A noi, questa variazione su una procedura standard già messa in atto nel passato, è parsa quanto meno sospetta e magari prodromica di una chiusura definitiva della linea ferroviaria per sostituirla con un servizio di pullman, certamente meno efficiente e affidabile, considerato anche lo stato precario delle nostre strade, che frane, smottamenti ed esigua larghezza della carreggiata, pensata appunto per i carri d’epoca borbonica, non rendono adatte alla percorrenza di mezzi particolarmente ingombranti.
Speriamo di sbagliarci! Ma non sarebbe certo la prima volta che la Regione Calabria, e la nostra classe politica, non riuscendo a gestire un settore o un servizio decide di eliminarlo. In fondo è la soluzione più semplice, che non richiede lo sforzo di un ripensamento complessivo e di faticose ristrutturazioni.
Per tenere a bada l’opinione pubblica, per la verità piuttosto anestetizzata di questi tempi, è sufficiente darle in pasto la favola di una ferrovia tutta nuova che consentirà di raggiungere Cosenza da Catanzaro in un’ora (…e pensare che nei tempi migliori se ne impiegavano quasi tre). Un progetto che rimarrà, come tanti altri, sulla carta per il prossimo mezzo secolo, prima di essere definitivamente accantonato.
Vi ricordate di quella vecchia canzone di Edoardo Bennato? Si intitola “Detto tra noi” e sembra scritta apposta per noi: << Ho un progetto in mente, un parco in ogni città / tanto spazio verde, la vita per voi cambierà / e costruirò ponti, larghe autostrade, a dieci e più corsie / senza code a caselli, pedaggi e altre diavolerie / e tutta la gente che è costretta a emigrare, a casa tornerà / ma già scuotete la testa, più non mi credete ormai… >>
Ebbene sì! Più non vi crediamo ormai…
di Raffaele Cardamone