Per una squadra di calcio, i momenti delicati di una stagione sono quelli in cui bisogna mantenere i nervi saldi. Sono momenti in cui, con la dovuta calma, occorre riflettere, analizzare i problemi, che sicuramente ci sono e non sono pochi, e cercare di individuare le possibili soluzioni. Ma è anche importantissimo limitare i danni in questo “periodo no”, in cui tutto gira storto, e soprattutto non mollare! Anche perché, a voler esprimere un giudizio oggettivo, almeno sul terreno dell’“Antonio Leo”, non si è ancora vista una squadra che si sia dimostrata nettamente superiore ai giallorossi di mister Cipparrone e del presidente Mercuri.
I risultati però parlano chiaro ed evidenziano una situazione di crisi: tre sconfitte nelle ultime tre partite, anche se occorre analizzare come queste sconfitte sono maturate. Prima di tutto, la squadra è stata costretta a giocare tre volte in sei giorni, complice il recupero infrasettimanale con i Rossoblù Città di Luzzi. La partita con la Rossanese è stata falsata da una leggerezza arbitrale che è costata l’espulsione di un calciatore della Garibaldina al 10° del pt. (sconfitta con il minimo scarto: 0-1). E così riferiscono anche del recupero a Luzzi, in cui non sarebbe stato concesso il gol del pareggio per un fuorigioco inesistente (ancora sconfitta per 1-0). Nulla da dire sulla sconfitta con il Praia-Tortora (6-0), una gara con avversari tra i più forti del campionato in cui la Garibaldina è arrivata troppo stanca e scarica.
Sul momento della squadra, abbiamo sentito il presidente Eugenio Mercuri: «Ultimamente abbiamo perso definitivamente Ventura e Lanzo.
È complicato sostituirli in corsa, anche perché dalle città vicine non è facile convincere i calciatori a venire ad allenarsi e giocare in un’area interna difficile da raggiungere e con problematiche meteorologiche in inverno.
Come se non bastasse, è un periodo in cui gira tutto male e sono indisponibili per infortuni, impegni personali e squalifiche molti giocatori che fanno parte della rosa a disposizione di mister Cipparrone».
Ma la reazione, dopo la batosta di Praia, è stata immediata e inaspettata anche per lui: «Sono rimasto sorpreso perché un colloquio di chiarimento con la squadra è iniziato già sul pullman durante il viaggio di ritorno. Gli stessi calciatori hanno chiesto di fermarsi ad Altilia per una riunione improvvisata sui cui esiti vorrei mantenere per il momento il più assoluto riserbo».
Su una cosa, però si esprime con chiarezza il presidente, sulla partecipazione fin troppo tiepida del pubblico durante le partite in casa: «Sui vari campi in cui andiamo, anche quando c’è meno pubblico di quello che abbiamo noi in casa, del quale numericamente sono molto soddisfatto, il tifo si fa sentire, spinge la squadra avversaria e, spesso, è piuttosto ostile nei nostri confronti, anche se, su quest’ultimo punto, non vorrei mai che il nostro pubblico si comportasse in questo modo. Anche i calciatori, in camera caritatis, lamentano questo scarso supporto, che alla lunga può incidere sugli equilibri di una partita di calcio».
Insomma, una Garibaldina in chiaroscuro, che comunque, nonostante le tre sconfitte consecutive, non è ancora in zona play-out. Al pubblico si chiede di continuare a credere nel progetto e, domenica prossima (19 dicembre), di fare di tutto per riempire gli spalti e tifare il più possibile nell’ultimo impegno prima della sosta (si riprenderà il 5 gennaio), con la Juvenilia di Roseto Capo Spulico, terza in classifica.
Magari con una sciarpa giallorossa al collo o un qualunque altro simbolo della squadra addosso: sarebbe un bel segnale per i calciatori in campo.
Inutile dire quanto sia importante chiudere con un risultato positivo questa fase del campionato, per poi ripartire con un ritrovato spirito combattivo e soprattutto con maggiore convinzione nelle proprie potenzialità.
Raffaele Cardamone