
Anche Taverna andrà alle urne il 20 e 21 settembre per confermare l’attuale sindaco o ri-eleggere, Eugenio Canino, già primo cittadino del piccolo centro silano, che ha scelto di scendere in campo.
Abbiamo rivolto a Canino le nostre tre domande domande classiche, oggettive e rispettose del principio di imparzialità uguali a tutti i candidati. Ecco le risposte del candidato a sindaco Eugenio Canino, che guida il gruppo della lista “Il futuro delle origini”.
– Governare un piccolo comune sta diventando sempre più difficile: significa fare quotidianamente i conti con la scarsità delle risorse finanziarie, con uno spopolamento che coinvolge soprattutto i giovani e con la carenza di infrastrutture e vie di comunicazione veloci che possano attirare residenti e turisti. Come pensa di poter invertire questa tendenza negativa?
“Un comune come Taverna sconta tutte le difficoltà ascrivibili alle realtà come la nostra, in termini di distanza dalle grandi vie di comunicazioni e di assenza di servizi che esulano dalla sfera della gestione amministrativa del comune. Si dovrà fare di necessità virtù e cercare di far prevalere le ragioni del nostro essere un paese di cultura e di turismo, con un incommensurabile patrimonio artistico e paesaggistico su cui fondare ogni ragionevole e credibile prospettiva di sviluppo territoriale. Abbiamo già dimostrato, nella nostra prima esperienza di governo, di saper programmare intercettando le numerose possibilità che la comunità europea e la regione Calabria hanno messo a disposizione dei comuni, vincendo anche la concorrenza di tante altre importanti realtà turistiche con impegno e progettualità. La città della scienza in Sila ne è stato l’esempio più evidente, con un progetto programmato, finanziato, progettato ed appaltato, tutto in un’unica legislatura. Solo attraverso la ricostruzione di una nuova visione per il paese, che fonda sulla condivisione delle scelte strategiche il senso del suo agire politico, potremmo fermare l’escalation dell’emigrazione giovanile, abbattendo lo spopolamento”.
– Quali sono le tre cose del suo programma che ritiene fondamentali e che intende realizzare a qualunque costo nella prossima legislatura?
“Condivisione, programmazione e futuro. Sono i tre aspetti fondanti del nostro programma: I cittadini potranno, se lo vorranno, sentirsi parte integrante di una cittadinanza attiva; le attività saranno pianificate nel quadro di una programmazione politica che trova nelle smart cities il fulcro della nostra visione di paese; si delineerà una prospettiva nuova verso il futuro con le tante intelligenze e professionalità che abbiamo individuato nelle diverse espressioni della vita civile, soprattutto nel mondo giovanile. Proprio a persone giovani, ma dalle indubbie capacità e professionalità, abbiamo affidato il governo della cittadina, rilanciando un’azione amministrativa attraverso un fervore che solo loro riescono ad effondere, travolgendo tutti con le loro idee, con i loro progetti e con il loro incontenibile entusiasmo”.
– Si parla da tempo di sviluppo delle aree interne come volano per una crescita economica complessiva dell’intero territorio nazionale. Cosa pensa sia necessario in particolare per garantire lo sviluppo all’area interna di cui fa parte il suo comune?
“Avremmo voluto parlare di aree interne e dello sviluppo che si aprirà in attesa del recovery fund. Purtroppo la regione Calabria a guida Oliverio con Deliberazione n. 490 del 27 novembre 2015, ha escluso il nostro paese dalle aree interne, senza che l’attuale amministrazione abbia mosso un dito per riparare al grave danno cagionatoci. Oggi, tuttavia, nonostante penalizzati, contiamo molto su un insieme di strategie di pianificazione urbanistica, di scelte programmatiche, di pratiche amministrative tese all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici che mettano in relazione le infrastrutture con il cittadino che la abita. Grazie alle nuove tecnologie, si cercherà di concretizzare una sintesi fra continuità ed innovazione, in modo da tenere alto il connubio fra le dinamiche di sviluppo incentrate su quelle che sono le potenzialità già espresse dal territorio e la ricerca delle altre potenzialità non ancora utilizzate, frutto di dinamiche economiche e sociali in continuo movimento”.