San Pietro Apostolo – Il Comitato “La strada che non c’è” attende i fatti, dopo anni di parole e promesse non mantenute.
<<Qualche giorno fa – informa una nota diffusa dal sodalizio pervenuta in redazione che di seguito pubblichiamo – si è svolta la consueta cena prenatalizia degli attivisti del Comitato “La strada che non c’è” (a spese dei numerosi partecipanti).
Occasione ormai abituale in cui gli attivisti si riuniscono per gli auguri di Natale ma anche per analizzare la situazione della viabilità della zona centrale della Calabria e per quello che sarà il programma delle future attività da attuare.
Erano presenti numerosi attivisti dei paesi dell’entroterra delle provincie di Catanzaro e di Cosenza, territorio dove dovrebbe essere realizzata la ormai tristemente famosa “strada che non c’è” (che si spera dovrà collegare la superstrada del Medio Savuto con la Due Mari).
Tantissime sono state le iniziative che il Comitato ha intrapreso nel corso dei quasi sei anni di attività per sollecitare le istituzioni preposte alla realizzazione in tempi brevi di questa importante opera. Ma ancora tanto c’è da fare.
Ad aprile scorso, nel corso delle dirette di Rai Tre nel programma Buongiorno Regione e nel TGR della Calabria, andate in onda dal cantiere (dell’unico di tre lotti in costruzione) il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, aveva preso l’impegno che entro tre mesi avrebbero aperto il tratto che va da Decollatura a Soveria Mannelli, ed entro otto mesi poi l’intero lotto, dallo svincolo della SS 616 nei pressi di Coraci, in provincia di Cosenza, per arrivare a Decollatura. E si sarebbe potuto poi pensare al secondo e terzo lotto. Nonostante sia passato più tempo, cosi non è stato. Sarà l’ennesima promessa del politico di turno che ripete “entro sei mesi termineranno i lavori”?
Certo la situazione è molto grave anche riguardo lo stato della rete stradale esistente, tracciato risalente all’epoca dei Borboni che attraversa il territorio di questa parte centrale della Calabria.
Da notare che tra Marcellinara e San Pietro Apostolo, nell’unico tratto di strada provinciale degno di nota, che collega un comprensorio di più di venti mila abitanti con la superstrada dei Due Mari, esiste un divieto di transito ai mezzi pesanti ormai da molti anni. E nessuno si preoccupa di risolvere questo grave problema.
A Tiriolo circa sei anni fa è crollato un pezzo di strada (fondamentale per la viabilità) nei pressi del Bivio Pedadace, da dove si passa temporaneamente ad una corsia, sono stati stanziati centinaia di migliaia di euro e dopo tutto questo tempo non si muove foglia. La ex strada statale 19, che passa per Pratora e arriva a Catanzaro, è chiusa (nella foto a destra) da più di 20 anni. Anche su questo tratto ci sono dei lavori in corso e sono stati spesi tantissimi soldi. Oggi manca veramente poco per aprirla, forse meno di un chilometro e un po’ di buona volontà. Si pensi che esiste già la nuovissima segnaletica orizzontale oltre l’asfalto (a parte per le poche centinaia di metri da completare).
A questo punto con tutti questi lavori incompleti ci viene spontaneo fare una domanda, saranno solo i politici di turno a non puntare sul territorio o anche i tecnici dell’ente Provincia (o che lavorano per esso) che non hanno nessuna voglia di completare i lavori sia di realizzazione della “strada che non c’è” che di sistemazione delle vecchie strade?
Grave anche la situazione della Regione Calabria il cui presidente ha promesso mari e monti per il territorio del Reventino- Savuto, invece nei fatti, ad oggi, non si vede nulla. Aspettiamo da anni che la regione restituisca i 94 milioni di euro che il CIPE ha inviato per il secondo lotto e la progettazione del terzo ed ultimo lotto della “strada che non c’è” e che invece (per la maggior parte la giunta Scopelliti e poi per i restanti 8 milioni circa la giunta attuale) sono stati spesi per altro. L’attuale presidente ha anche promesso la velocizzazione e la messa in sicurezza della importantissima tratta ferroviaria delle Ferrovie della Calabria che collega Catanzaro a Cosenza e che, in parte, è interrotta da molti anni, ma anche qua ancora non si muove foglia.
Quindi gli attivisti del Comitato essendo stanchi (come tutti i cittadini del comprensorio) della situazione attuale ed in attesa dei fatti (perché di parole ne hanno sentite veramente tante) per l’anno venturo si sono prefissati di cercare di sollecitare nel modo più forte ed efficace possibile gli enti preposti alla risoluzione in tempi brevi dei problemi indicati>>.
Il Presidente e il Direttivo
del Comitato “La strada che non c’è”