Continua la narrazione storica su ciò che concerne l’area geografica dell’attuale Lametino, sempre a cura dello storico Matteo Scalise, in diretta live ogni giovedì alle ore 17,30 sui canali social Chiostro e La Cueva – cocktail caffè letterario (*) in collaborazione con questa testata on line ilReventino.it e Blabla…Storia.
Potete rivedere in ogni momento le puntate integrali ai seguenti link: https://www.facebook.com/chiostrolamezia e https://www.facebook.com/Blablastoria
Venerdì 29 gennaio 2021 si è parlato delle vicende storiche inerenti i maggiori Castelli presenti nel comprensorio lametino e quindi dei manieri di Castiglione Marittimo (Falerna), Maida, Martirano, Feroleto Antico e ovviamente Nicastro.
Lo sapevi che?
Dei castelli presenti a Martirano e Feroleto Antico, oggi ormai scomparsi a causa dei devastanti terremoti del 1638, 1783 e 1908 che li rasero al suolo e dei cui ruderi, successivamente, furono usati come cava con cui costruire molte abitazioni private, a ricordo della loro presenza sono state intestate le vie che conducevano ad essi con la dicitura “via Castello”.
Per saperne di più?
Si consultino Sergio Dragone – Massimo Tigani Sava (a cura di), Castelli e Torri di Calabria, 2 VV., Editrice C.B.C., Catanzaro Lido, 1997, i siti web isituzionali dei comuni citati e per il castello di Nicastro, fra i molti testi a disposizione almeno Lucio Leone – Filomena Stancati, Nicastro e il territorio lametino nel tempo, Lamezia Terme, Gigliotti edizioni, 2009 e Vincenzo Villella, Scheria la terra dei Feaci, Lamezia Terme, Stampa Sud, 2004.
Giovedì 11 febbraio si è recuperata la puntata che doveva svolgersi venerdì 5 febbraio, poi saltata per problemi tecnici, inerente la seconda parte sul patrimono chiesiastico presente a Nicastro, parlando quindi delle secolari chiese di Santa Lucia e Nicola, Sant ‘Agazio (quartiere Timpone), Santa Maria Maggiore (già San Francesco d’Assisi), San Nicola (quartiere Calia) e della cappellina della Pietà (già San Michele Arcangelo).
Lo sapevi che?
La parrocchia di Santa Maria Maggiore è presente nella già chiesa di San Francesco di Assisi soltanto dal 1877. Prima di tale data la chiesa prosperava, da secoli, presso l’attuale piazza Giuseppe Mazzini (già piazza d’Armi) fino a quando, a causa dei terremoti e delle esondazioni del fiume Piazza, fu ridotta a ruderi, i quali furono definitivamente abbattuti poiché pericolanti ad inizio anni Duemila.
Per saperne di più?
Si consultino Pietro Bonacci, Scritti Storici lametini, Lamezia Terme, Gigliotti Edizioni, 1993 e Giovanna De Sensi Sestito, La chiesetta di San Michele e il quartiere di San Miceli in Lameziaenonsolo n.62/2020
Venerdì 12 febbraio si è conclusa, con la terza parte, la narrazione sul patrimonio chiesiastico di Nicastro parlando delle chiese di Santa Maria Nascente e del Santuario Madonna della Spina presso il quartiere Bella, del Santuario di Maria Santissima del Soccorso (frazione Magolà), della chiesa arcipretale di Maria Santissima della Grazie (frazione Zangarona) e della filiale chiesa di San Giuseppe Artigiano (frazione Fronti). Non abbiamo affrontato la storia del Santuario di Sant’Antonio di Padova, poiché esso sarà protagonista (assieme al Santuario di San Francesco di Paola in Sambiase) della penultima puntata di questa nostra video rubrica.
Lo sapevi che?
La chiesa di San Giuseppe nella frazione Fronti ha avuto storia travagliata. Dalla sua edificazione (fine XVIII sec.) e fino al 1813 fu posta sotto giurisdizione della chiesa di Maria Santissima della Grazie di Zangarona. Dal 1813 al 1940, invece, fu posta sotto la giurisdizione della Parrocchia di Santa Maria Immacolata della frazione Accaria Quinzi (Serrastretta), cosa questa che gli abitanti di Fronti non accetteranno mai, chiedendo il ripassaggio a Zangarona già nel 1890, inutilmente.
Per saperne di più?
Si consultino Pietro Bonacci, Scritti Storici lametini, Lamezia Terme, Gigliotti Edizioni, 1993 mentre sulla chiesa di San Giuseppe Artigiano in Fronti, essendo scarse le fonti, per farsi un’idea si consultino almeno i seguenti siti web: https://www.diocesidilameziaterme.it/MARIA-SS.-DELLE-GRAZIE-e-S.-GIUSEPPE-in-Zangarona-e-Fronti.html e https://www.accariapostolica.it/index.php/la-parrocchia/un-po-di-storia
Venerdi 19 febbraio abbiamo parlato delle Torri Costiere presenti nei territori cumunali delle attuali Nocera Terinese, Amantea (frazione Coreca), Gizzeria lido, località Mortilla di Gizzeria, Curinga e, infine, del Bastione di Malta (Lamezia Terme). Abbiamo comunicato poi, a fine puntata, lo spostamento settimanale della video rubrica dal venerdi al giovedì, però sempre allo stesso orario.
Lo sapevi che?
Il Bastione di Malta è dal 1968, data di istituzione del comune di Lamezia Terme, il simbolo della nuova entità urbana, seppur la proprietà della struttura storica diverrà comunale soltanto nel 2014 dopo travagliati (e inconcludenti) iter burocratici con i diversi proprietari susseguitesi nel tempo al possesso del Bastione.
Per saperne di più?
Si consultino Lucio Leone – Filomena Stancati, Nicastro e il territorio lametino nel tempo, Lamezia Terme, Gigliotti edizioni, 2009; Vincenzo Villella, Scheria la terra dei Feaci, Lamezia Terme, Stampa Sud, 2004; Matteo Scalise, All’Armi! il pericolo vien dal mare! Le torri costiere e il Bastione di Malta in Lameziaenonsolo n.61/2020. Sulla Torre Costiera sita a Curinga vedi qui http://www.curinga-in.it/flipping/curinga%20monumenti%20e%20archeologia/HTML/Curinga%20monumenti%20e%20archeologia/assets/seo/page9.html
Giovedì 25 febbraio si è affrontato il tema del patrimonio chiesiastico di Sambiase e Sant’Eufemia Vetere e quindi facendo luce sulle vicende storiche a Sambiase delle chiese congregali della Annunziata e Immacolata, della Chiesa Matrice/Duomo di San Pancrazio, della rettoria della Addolorata, della chiesa di Santa Maria del Carmelo, del Santuario di Maria Santissima del Porto Salvo mentre a Sant’Eufemia Vetere si è parlato della chiesuola di San Giovanni Battista.
Non abbiamo affrontato la storia del Santuario di San Francesco di Paola, poichè esso sarà protagonista (assieme al Santuario di Sant’Antonio di Padova di Nicastro) della penultima puntata di questa nostra video rubrica.
Lo sapevi che?
Sant’Eufemia Vetere nacque come villaggio provvisorio dopo il devastante terremoto del 1638 che atterrò la secolare Abbazia di Sant’Eufemia, retta dalla metà del XV secolo come sede di Baliaggio dal Sacro Ordine Militare di Malta (Giovanniti). Questi, infatti, volevano riedificare l’Abbazia ma i tempi lunghi di riedificazione e i costi economici insostenibili da affrontare fecero desistere dall’impresa, sicchè il villaggio provvisorio fatto di capanne di paglia divenne un sito stabile per le strutture governative del Bali, dei Giovanniti e dei coloni superstiti al terremoto.
Per saperne di più?
Vedi Enrico Borrello, Sambiase, Roma, Temesa Editrice, 1988 e Lucio Leone e Filomena Stancati, L’abbazia e il Baliaggio di Sant’Eufemia, Lamezia Terme, Gigliotti Editore, 2016.
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=blabla…storia%21
Se volete comunicare con me per suggerimenti, correzioni, approfondimenti potete scrivere alla seguente mail del giornale [email protected] avente per OGGETTO Blabla…Storia!
Ricordiamo che la rubrica concluderà il suo secondo (e ultimo) ciclo con la 20° puntata che dovrebbe andare in onda nella Settimana Santa (29 marzo – 4 aprile).
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