Oggigiorno, quando si parla delle piccole realtà rurali dell’entroterra italiano, in particolar modo di quello calabrese, è falsa opinione (purtroppo molto diffusa) credere che in queste realtà, oggi soggette a crollo demografico e residenziale dovuta a mancanza di lavoro, di servizi e di moderne infratture, nei secoli passati non fossero state realtà che, seppur sussistenti da economia agricola e con poche famiglie agiate che detenevano le leve del potere politico locale, abbiano potuto annoverare nel loro tessuto sociale personalità insigni che hanno dato lustro al loro paese ma spesso anche alla loro regione.
E’ il caso della frazione Adami di Decollatura (CZ), oggi borgo quasi abbandonato che però fino agli anni 60′ del secolo scorso abitato anche da più di mille anime e dove, a cavallo fra il XIX e il XX secolo, ha dato i natali a nobili, patrioti e….poeti e letterati!
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Infatti chi di noi non conosce almeno per sentito dire Michele Pane (1876 – 1953), il focoso e fiero poeta del Reventino, donnaiolo impenitente, emigrato negli USA e cantore nostalgico e appassionato nella bella lingua vernacolare di Decollatura dalla sua spensiera infanzia, della balia Tora, dei suoi amori fugaci e ardenti, dello zio filosofo Francesco Fiorentino, delle montagne del Reventino, l’autore sfrontato della poesia satirica L’Ominu Russu, l’editore sfortunato della rivista IL LUPO? Ecco, già il Pane poteva vantare come illustre parente lo zio materno Fiorentino, filosofo neoidealista originario della vicina Sambiase (oggi Lamezia Terme) fratello amatissimo di sua madre Felicia Fiorentino, il quale, nei pochi momenti liberi lontano dalle università e della produzione filosofica, amava recarsi ad Adami per trovare la sorella e i nipoti e magari (ci piace immaginare questa cosa) divenuto confidente, essere stato il primo sostenitore dell’estro poetico del piccolo Michele.
Estro poetico che Pane non riuscì a trasmettere ai suoi figli Salvatore, Penelope Libertà e Leda ma abbondante ritroverà nel nipote, il figlio della sorella Nicolina, il purtroppo quasi sconosciuto Felice Costanzo (1894 – 1986). Questi, maestro elementare, residente ad Ostia Antica e autore de Grammatichetta italiana in versi, si prodigherà per tutta la vita a ricordare la figura del suo amatissimo zio Michele con componimenti poetici e partecipando a convegni a lui dedicati dopo la sua morte, oltre che anch’egli si farà portavoce dei temi cari alla poetica del Pane quale l’amore sviscerale al paesello, l’infanzia spensierata e felice, la natura selvaggia dei monti, i valori sani di un tempo irripetibile.
Chiude questo cerchio di “parentele illustri” l’indimenticabile presbitero don Luigino Costanzo (1886 – 1958), il quale divenne cognato del poeta Felice poichè questi sposò la sorella Raffaella. Costanzo, conferenziere, pedagogista, docente, studioso massimo di Dante Alighieri, Gioacchino da Fiore e Girolamo Savonarola, stretto collaborare a Roma di padre Giovanni Semeria nella edificazione de Opera Nazionale per gli orfani di guerra del Mezzogiorno d’Italia e negli ultimi anni di vita prima Provveditore agli studi della provincia di Catanzaro e infine Decano del Capitolo della Cattedrale di Nicastro e Vicario Generale della diocesi oggi lametina.
Chissà, allora – sopratutto quando i tre signori di cui vi ho brevemente parlato, nel pieno della loro giovinezza, dei sogni e dei progetti di vita – quante volte si saranno ritrovati ad Adami, magari davanti la chiesa del borgo intitolata alla Vergine del Carmelo di cui il presbitero Costanzo fu parroco diversi anni, a chiacchierare di poesia, politica, arte, fede. Se potessero parlare quelle mura secolari chissà quante cose a noi nascoste ci racconterebbero delle chiacchiere appassionate di questi Signori!
Ecco, per concludere, seppur sinteticamente ho voluto svelare questo legame forte, importante, fondamentale già per ognuno di noi qual’è la parentela ha prodotto in questo angolo di Calabria quasi speduto – e chissà per quali Volontà arcane e indicibili – tre importanti personalità che, con linguaggi, scelte di vita, stili culturali differenti hanno dato lustro a quella Adami di Decollatura che già ad inizio XIX secolo aveva dato i natali ad un grande patriota del Risorgimento Calabrese, il generale Francesco Stocco.
Ma di Stocco ne parleremo un’altra volta.
Lo sapevi che?
a Michele Pane sono state intitolate due strade a Roma e Decollatura, mentre segnaliamo che dal 2009 è attivo ad Adami, presso l’ex scuola elementare a lui intestata, il Parco Letterario storico e paesaggistico Michele Pane. A don Luigino Costanzo invece sono state intitolate una via a Roma, Catanzaro e Lamezia Terme (CZ), mentre la sua Decollatura gli ha intitolato il liceo Scientifico. Purtroppo a Felice Costanzo ad oggi nulla è stato intestato di cui abbiamo avuto conoscenza oltre che rarissimi sono ancora in circolazione le copie dei 16 libricini di componimenti poetici che scrisse in vita.
Per saperne di più?
Per chi volesse approfondire queste importanti figure di Adami, fra la vasta bibliografia prodotta dalla loro scomparsa segnaliamo almeno: su Michele Pane Giuseppe Musolino, Michele Pane la vita, Lamezia Terme, Arti grafiche Stampa Sud, 2011; su don Luigino Costanzo consiglio la lettura di Mario Gallo, Don Luigino Costanzo e i suoi scritti, Decollatura: Grafica Reventino, 1985; infine su Felice Costanzo Mario Gallo, Omaggio allo scomparso poeta Felice Costanzo in Scritti Storici sui comuni del Reventino, Cosenza, DUEEMME, 1989.
Per chi volesse approfondire queste biografie comodamente dal pc può consultare gli articoli che qualche anno scrissi e che potete trovare ai seguenti link; su Michele Pane https://www.lameziaterme.it/michele-pane-il-poeta-anticonformista-del-reventino/; su don Luigino Costanzo https://www.lameziaterme.it/un-pastore-danime-pensiero-don-luigino-costanzo/; su Felice Costanzo https://www.lameziaterme.it/un-poeta-nipote-poeta-felice-costanzo/
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=blabla…storia%21
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