Emergenza educativa in Calabria: aumentano sempre più i casi di bambini costretti a vivere in una condizione di marginalità e, sovente, anche di pericolo. A lanciare l’allarme è il giudice onorario del Tribunale di Catanzaro Massimo Barbieri in una accorata lettera-appello inviata anche al Presidente della Regione Calabria Jole Santelli e all’assessore alle politiche sociali. Scrive l’esperto di problematiche giovanili:
«Chiediamo a quanti preposti di adottare misure di sostegno straordinarie pensate per i bambini “invisibili”, visto che la nostra Regione ha impellenti necessità di tali misure perché sono tanti i minori che scontano condizioni di problematicità anche a causa del contesto familiare e ambientale, degradato o socialmente marginalizzato in cui vivono e sono quindi costretti a subire l’ostacolo, fortemente condizionante per la loro crescita sociale, relazionale, psicologica e culturale. Il Presidente del Tribunale dei minorenni di Catanzaro la D.ssa Teresa Chiodo, nonostante momento critico per pandemia, distanziamento e restrizioni, sta continuando a lavorare per la tutela dei minori insieme a tutti gli altri giudici (D.ssa Folino – D.ssa Garcea – D.ssa Tarantino – Dott. Santo Emma) con il supporto degli onorari con i quali si è attivato anche un lavoro molto efficace in smartworking. Stiamo tenendo sotto stretto controllo tutte le segnalazioni di aiuto che costantemente arrivano. Inoltre vorrei invitare tutti a sottoscrivere la petizione che è ancora aperta ed è possibile sottoscriverla al link change.org/bambiniinvisibili o inviando una e-mail a [email protected]».
Analogo appello è stato presentato al Presidente del Consiglio Antonio Conte anche dalle associazioni promotrici Agevolando, Cismai, Cnca e Sos Villaggi dei bambini.
I promotori auspicano un maggior monitoraggio delle situazioni di rischio, con un appello accorato alle Forze dell’ordine locali a non trascurare nessun segnale di allarme. Ci sono bambine e bambini che vivono, proprio in queste ore, la drammatica esperienza dell’isolamento che accresce il loro senso di paura, di abbandono e di impotenza: sono le vittime della violenza domestica per le quali la casa non è, come dovrebbe, il luogo sicuro in cui rifugiarsi. L’appello state a casa vale per tanti, ma non per tutti.
di Enzo Bubbo