Chi ha visto il film di Giuseppe Tornatore “Una pura formalità” del 1994, di un Tornatore che non aveva ancora raggiunto la notorietà che gli diede l’Oscar per “Nuovo Cinema Paradiso”, forse ricorderà la sua storia inusuale e perfino sorprendente, soprattutto in un finale che può essere soltanto definito appunto “a sorpresa”.
Di “Nuovo Cinema Paradiso” ci ricordiamo un po’ tutti ed è inutile ripetere le gesta del bambino cinefilo Totò e del suo amico proiezionista, del prete censore con il suo campanellino e di tutti gli altri personaggi di contorno, fino al Salvatore, regista affermato, che non è altri che il piccolo Totò ormai cresciuto, ma rimasto bambino nell’anima, un po’ come tutti gli artisti.
Ma “Una pura formalità” è tutto sommato un piccolo film, una storia che si potrebbe definire “minimalista”: una bella storia, che ci mette di fronte a noi stessi, alle nostre debolezze, alle nostre incertezze di sempre.
Nella sua versione cinematografica questa storia è tutta di Tornatore, che ne ha scritto soggetto e sceneggiatura e ne ha firmato la regia, ma, prestandosi particolarmente anche per il teatro, ne esistono diverse trasposizioni che hanno provato a trasferirla dal grande schermo al palcoscenico.
Una di queste versioni ci sarà proposta, per l’organizzazione della Compagnia Teatrale “I Commedianti” e il patrocinio del Centro Studi dell’U.I.L.T. Calabria, presso il Teatro “Il Piccolo” di Soveria Mannelli, sabato 23 gennaio alle ore 20:30 e domenica 24 gennaio alle ore 18:30.
In questo caso, si tratta di un riadattamento curato dalla Compagnia Teatrale “Ma chi m’’o ffa fa’” di Napoli, con sul palco la coppia Ciro Cirillo ed Enzo Gattullo, che ha già dato, in un recente passato, ottima prova di sé sul palcoscenico del Piccolo.
La compagnia è di rilievo, la storia bella e interessante, il teatro è la solita “bomboniera” che consente al pubblico di vivere lo spettacolo come da protagonisti (in sostanza, qualunque posto ci possa capitare è come essere in prima fila), l’anfitrione (Gino Capolupo) è di quelli che amano senza riserve il teatro e, proprio in virtù di questo amore, è riuscito a regalare a Soveria Mannelli qualcosa che forse va oltre le sue reali aspettative, ma non certo delle sue potenzialità.
Detto questo, provate a trovare un buon motivo per non andare, sabato o domenica, a teatro… So già che non ci riuscirete!