In una lettera scritta nel 2016 da Papa Francesco al cardinale Sarah, prefetto per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, sul Rito della “lavanda dei piedi” nella liturgia della Messa “in Coena Domini” del Giovedì Santo, il Santo Padre apriva alla partecipazione di donne, bambini e anziani.

La scorsa Pasqua Francesco si recò a Rebibbia femminile per lavare i piedi a 12 detenute e questo segnò un ulteriore passo verso un culto più aperto all’intero popolo di Dio.
Nella Frazione Casenove di Decollatura don Francesco Santo – neanche a farlo apposta omonimo del successore di Pietro – ha, per la prima volta nel borgo ai piedi del Reventino, ma crediamo in tutto questo pezzo di Calabria centrale, inaugurato un nuovo capitolo nei riti del Triduo Pasquale. In particolare nella messa in Coena Domini del Giovedì Santo, con i dodici apostoli (in abiti civili, senza teatralizzazioni, come ha tenuto a ribadire lo stesso sacerdote, seguendo le direttive del Papa) scelti tra le coppie di Decollatura: uomini e donne. Tra di esse ce n’era anche una con una bimba di pochi mesi e l’altra composta da madre e figlio adolescente.
Il gesto di umile servizio, proprio della particolare liturgia che apre i tre giorni che celebrano la morte e risurrezione di Cristo, è stato compiuto da don Francesco e spiegato dallo stesso sacerdote che ha parlato di “Scelta nella preghiera di 6 coppie, ognuna con un particolare carisma in rappresentanza del popolo santo di Dio che con fede si accosta al memoriale lasciato dal Figlio dell’Uomo per tutti noi e per la nostra salvezza”.

Molto partecipata e sentita la celebrazione ben animata dal coro e alla realizzazione della quale ha contribuito l’intera comunità offrendo anche il pane che è stato benedetto e distribuito proprio dagli apostoli ai fedeli al termine della liturgia dopo aver portato in processione il Santissimo nell’Altare della Riposizione.