SESTA E ULTIMA PARTE: I frutti del lavoro
Appena pubblicato, il libro è accolto con interesse non solo dai lettori incuriositi e attenti, ma da parte di studiosi, cultori di storia e «addetti ai lavori».
Nell’introduzione, esso delinea le vicende della Calabria nel Cinquecento e, nelle pagine seguenti, traccia le tappe evolutive della famiglia d’Aquino, partendo dalle origini (Radoaldo, signore di stirpe longobarda, è nell’860 gastaldo ereditario di Aquino, un antico centro oggi in provincia di Frosinone). Poi – forse per la prima volta – il libro disegna un quadro organico della presenza delle varie linee nobiliari in Calabria, collegandone lo sviluppo alla nascita di numerosi paesi e villaggi. E nel viaggio dal passato al presente, inserisce la storia della piccola comunità sammanghese nella storia generale, assecondando l’insegnamento di Braudel, laddove spiega che microstoria e macrostoria procedono di pari passo, sono tutt’uno, importanti, entrambe, ai fini della conoscenza e dell’interpretazione dei fatti.
Un approccio multidisciplinare che si ripete nella parte dedicata alle tradizioni, dove il folklore non è analizzato secondo una visione asettica – o addirittura idilliaca – molto in voga all’epoca (Il buon tempo antico? Tutti i tempi, quando sono antichi, sono buoni, diceva Byron).
In quelle pagine, infatti, il metodo seguito riporta a Luigi M. Lombardi Satriani, e la trattazione di usi, costumi e rituali appare rispettosa dell’appartenenza degli eventi ai protagonisti storici – cioè le classi subalterne – e si tiene lontana dalle mode del tempo, abituate invece a distorcere la cultura folklorica, spingendola o immettendola con forza nel circuito del consumo di massa.
Per questi motivi, il libro diventa esso stesso oggetto di studio, stimola curiosità, attira l’interesse di studiosi e storici di livello nazionale, spinge studenti universitari a presentare tesi di laurea sulla storia e sul folklore locale, entra prepotentemente nella bibliografia di saggi, testi di vario genere e articoli scritti per riviste specialistiche.
Si segnalano qui di seguito, in ordine cronologico, i momenti più significativi e le tappe di un percorso iniziato nel 1977. Un percorso che taglia oggi il nastro dei suoi quarant’anni.
1978: l’Ufficio del Direttore Generale dei Servizi Informazioni e Proprietà Letteraria Artistica e Scientifica comunica la concessione del Premio delle Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
1980: è allestita la prima mostra storico-fotografica su San Mango d’Aquino. Cinquanta ingrandimenti con didascalie e riferimenti storici su fatti, avvenimenti, personaggi ed eventi rappresentativi sono esposti durante i tre giorni della festa di Luglio e la mostra ottiene un grande successo di pubblico.
1984: Rubbettino Editore di Soveria Mannelli pubblica un secondo libro di storia su San Mango. L’opera di 180 pagine – dal titolo Storia di una terra del Sud – raccoglie cento fotografie a partire dal 1885, testo di Armando Orlando, prefazione di Nuccio Fava, più volte direttore del TG1. Anche quest’opera diventa volume di apertura di un’importante collana editoriale, diretta da Antonio Minasi e Antonio Panzarella, dal titolo: “Calabria: immagini della memoria”.
1985: è allestita la seconda mostra storico-fotografica su San Mango, mettendo in evidenza – questa volta – documenti inediti e di prima mano che testimoniano le vicende del paese. I documenti sono tratti, in gran parte, dall’Archivio Parrocchiale della chiesa Madre, i cui Registri sono poi microfilmati e diventano oggetto di studio da parte del prof. Pietro Moretti, della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università della Calabria.
1996: il volume di Orlando e Sposato è citato nell’opera La Pietà popolare in Italia, a cura di Giuseppe Maria Viscardi e Paule Lerou, tomo I, Calabria, pubblicata a Parigi e a Roma in francese e in italiano, edita all’interno di una importante collana internazionale diretta da studiosi del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, con prefazione di Gabriele De Rosa. Inserito nel capitolo “Metodo, fonti e problemi”, il libro figura nell’elenco delle “Opere generali d’interesse nazionale, regionale, locale”. In particolare, sono messe in risalto «notizie sulla chiesa matrice e sulla chiesa di San Giuseppe di San Mango d’Aquino, nonché sulle feste natalizie, la Settimana santa e riti relativi, sul culto di san Francesco di Paola e della Madonna delle Grazie o della Buda, così detta dal luogo in cui sorse la chiesa».
1997: l’associazione Valle del Savuto pubblica una nuova edizione di 140 pagine della storia di San Mango d’Aquino, terzo volume della collana editoriale I LIBRI DEL MEDITERRANEO diretta da Alfredo Chieffallo.
2005: su invito di Marcello Lorello, il volume è oggetto di dibattito nel corso dell’incontro sul tema Cleto, mito storia contemporaneità, tenuto nella cittadina del Cosentino nell’ambito della prima edizione delle manifestazioni di CletArte.
2005: su proposta di Alfredo Chieffallo e con la partecipazione dei rispettivi sindaci, si tiene un convegno sul tema Cleto Savuto e San Mango. Un viaggio nella memoria tra storia e leggenda. Si approfondiscono e si sviluppano relazioni e rapporti tra le due comunità.
2006: il volume è preso a base per illustrare le ragioni storiche del gemellaggio tra i Comuni di Cleto (Cs) e di San Mango d’Aquino (Cz), celebrato il 5 marzo dello stesso anno.
2007: il volume è oggetto di studio da parte di Francesco Volpe, già docente di storia moderna presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno, il quale, in una pubblicazione curata dalla stessa Università scrive: «I rapporti di parentela fra i d’Aquino di Calabria e quelli del Cilento, intuiti nel saggio monografico “A. Orlando, A. Sposato, San Mango d’Aquino, storia, folklore, tradizioni, poesia, Rubbettino, Soveria Mannelli 1977, pp. 41-55” sono stati provati dalle recenti ricerche effettuate nel 1994 presso l’Archivio di Stato di Napoli da Giovanni Bono sulle case feudali che ressero San Mango del Cilento, per cui si può affermare in linea definitiva che la San Mango d’Aquino calabrese deve il suo nome alla San Mango cilentana tramite la mediazione della casa d’Aquino». Cfr: F. Volpe, Note agionimiche sui luoghi denominati San Mango tra Campania e Calabria, in Tra Res e Imago. In memoria di Augusto Placanica, Tomo I, a cura di Mirella Mafrici e Maria Rosaria Pelizzari, Università degli Studi di Salerno, Collana scientifica, Soveria M., Rubbettino, 2007.
2010: il volume è citato nel libro Il castello di Petramala. Le ragioni di un restauro strutturale, di Stefania Aiello, Calabria Letteraria Editrice, Soveria Mannelli.
2010: il volume è citato in Il centro storico di Pietramala (Cleto, Cs). Analisi del costruito e delle evidenze rupestri, a cura di Francesco A. Cuteri, in «Taccuini di Studi Calabresi», Anno II, n. 3.
2010: i membri della Confraternita Maria SS. Immacolata di San Mango e Castagneta, provenienti dal comune di Sessa Cilento, provincia di Salerno, visitano San Mango d’Aquino e accompagnano la tradizionale processione della statua della Madonna fino alla chiesetta della Buda, nei pressi dello svincolo autostradale della Salerno-Reggio Calabria.
2010: l’amministrazione comunale di San Mango concede la cittadinanza onoraria ad Adelina Adamo, figlia americana di Domenico Adamo, il poeta sammanghese le cui poesie sono inserite nella terza parte del volume di Orlando e Sposato.
2012: il volume è citato nella bibliografia del saggio «Bene Scripsisti de me Toma»: storia, committenza e collezionismo dei d’Aquino principi di Castiglione tra Napoli e la Calabria Ulteriore nel XVII e XVIII secolo, di Roberto Carmine Leardi, inserito nell’opera Collezionismo e politica culturale nella Calabria vicereale borbonica e postunitaria, nata da un progetto di ricerca sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, (a cura di) A. Anselmi, Gangemi Editore, Reggio Calabria.
2016: Armido Cario pubblica il volume “I d’Aquino in Calabria” – pagg. 332, Ma. Per. Editrice – e nella presentazione scrive: «Il presente saggio ha il fine di colmare tale vuoto storiografico, capitalizzando le ricerche ultratrentennali di un gruppo di storici e studiosi, idealmente avviate, nel 1977, da Armando Orlando ed Antonio Sposato con la monografia dedicata a San Mango d’Aquino ed approfondite da successivi articoli e saggi scientifici. Ricerche che si sono giovate ed arricchite dall’autorevole contributo di Alessandro Raimondo d’Aquino di Caramanico (1928-2015), tra gli ultimi esponenti della casata, depositario di un prezioso patrimonio di conoscenze. Orlando e Sposato incontrarono il conte alla presenza di Amato Campolongo, storico e genealogista: da allora (era il 1980), iniziò un’intensa e proficua frequentazione culturale…».
E siamo arrivati ai giorni nostri. Al quarantesimo anniversario della pubblicazione di un’opera che ha lasciato il segno. Già nel dicembre del 1977, il Presidente dell’Unione Culturale Calabrese, nel commentare il volume, aveva detto: «Costituisce un importante tassello nel mosaico regionale che attualmente storici delle tradizioni popolari, filologi e critici stanno cercando di comporre».
di Armando Orlando – FINE –