QUINTA PARTE: Il libro in cammino
Luglio 1977. San Mango d’Aquino celebra la festività di Maria SS. delle Grazie. È la ricorrenza più importante. Il terzo venerdì del mese inizia la fiera in località Croce del Mulino; sabato le bancarelle si spostano sul corso principale illuminato a festa; domenica c’è il culmine delle manifestazioni civili e religiose.
Come tanti altri luoghi della Calabria e del Mezzogiorno d’Italia, San Mango vive una fase di transizione. Il paese sta lasciandosi alle spalle la civiltà contadina, ma l’epoca nella quale si appresta a entrare non è chiara, ha i contorni ancora indefiniti. Agli scampoli di civiltà contadina si sono sovrapposti elementi di modernità e segni dello sviluppo. Televisori, giradischi, mobili in formica, prodotti Moplen, cucine a gas, calze di Nylon e piccoli elettrodomestici sono presenti in quasi tutte le case.
Il paese supera di poco i duemila abitanti. Ma già comincia il declino; dopo aver toccato il picco più alto nel 1961 (2.411 abitanti), la popolazione diminuisce. L’attesa e l’attenzione verso le feste sono ancora forti. Anche se le manifestazioni che si svolgono ogni anno in Calabria (e quindi anche a San Mango) cominciano a cadere nel conformismo; la cultura delle classi contadine, il loro mondo, le tradizioni assumono la caratteristica di sagre paesane, e il folklore diventa un genere di consumo da presentare a turisti e visitatori distratti, se non un genere di divertimento per le classi agiate e dominanti.
Il “Sanmangocolore” e il “Luglio Sammanghese” – manifestazioni che negli anni successivi contribuiranno anch’esse nell’inserire le tradizioni e la cultura popolare nei circuiti dello sfruttamento consumistico – devono ancora venire. E forse per questo la festa di Luglio conserva ancora molti dei suoi caratteri originari. È momento di socializzazione, di evasione; è ritrovo per gli emigrati che ritornano; è riposo per operai e contadini che abbandonano per poche ore aratri, picconi e zappe; è gioia, allegria, spensieratezza e sogni per i fanciulli; per le famiglia – per tutte le famiglie – è un piatto di carne e pasta a tavola… Una festa che nasce e finisce in tre giorni; ogni anno, quei tre giorni di luglio.
Ed è in occasione della festa che viene messo in distribuzione il libro. Alcuni giovani percorrono le vie del paese e lo diffondono. Molti esercizi commerciali espongono la locandina. Silvana, l’impiegata della casa editrice, dopo aver svolto un ruolo fondamentale a livello professionale (per aver seguito la realizzazione del volume all’interno dell’azienda), s’impegna anche a livello personale, da Soveria giunge a San Mango e nelle serate di festa non si risparmia nel pubblicizzare e diffondere l’opera tra i cittadini.
In quel contesto di transizione e di crisi demografica, il libro rappresenta per il paese un forte momento di coesione sociale perché crea relazioni costruite sull’identità e sull’appartenenza alla comunità.
Esso suscita curiosità ed entusiasmo. Il prezzo di copertina, tenuto basso (3.500 lire, che oggi equivalgono a € 1,80) favorisce la vendita immediata di centinaia di copie. Qualcuno è perplesso; qualcun altro incredulo. Ma l’opera – depositata nel mese di settembre 1977 presso l’Ufficio della Proprietà Letteraria Artistica e Scientifica di Roma e registrata nel Registro Pubblico Generale delle Opere Protette – inizia un cammino che la porterà a essere presente in centinaia di biblioteche regionali e nazionali e in oltre mille abitazioni sparse in Europa, America e Australia.
Ancor prima della festa di Luglio, i due autori inviano una lettera alla “S. Mango d’Aquino Society” di Scranton – PA – USA, tramite la quale comunicano ai soci la pubblicazione del volume:
«Siamo due giovani di S. Mango, e l’amore che nutriamo verso la nostra terra ci ha portato a sacrificare gran parte del nostro tempo libero per portare a termine il nostro lavoro: un libro interamente dedicato al nostro paese. In esso abbiamo raccolto la storia di S. Mango, ed abbiamo riportato le feste tradizionali e religiose, i ricordi del passato, le manifestazioni di gioia popolare che un tempo animavano la vita della nostra comunità. Nella presentazione del volume ci siamo rivolti essenzialmente ai concittadini che vivono all’estero, ed abbiamo voluto offrire loro un ricordo, convinti come siamo che gli emigrati e i lavoratori lontani conservano più degli altri la memoria del loro paese, e vogliono bene con più forza e con più intensità. Abbiamo pertanto ritenuto nostro preciso dovere inviarvi la presente lettera, affinché la S. Mango d’Aquino Society di Scranton possa rendersi conto direttamente dell’opera da noi svolta. In un plico a parte oggi stesso partirà per voi una copia del volume…».
La nota prosegue col chiedere la collaborazione della Società di Scranton (Pennsylvania) per una maggiore diffusione del volume, perché – spiegano Orlando e Sposato – «vogliamo che il libro diventi patrimonio di ogni Sammanghese, dovunque egli si trovi».
La lettera rimane senza risposta, ma grazie all’impegno personale di alcuni amici emigrati, molte copie del volume sono distribuite in diverse località: Cleveland, Sault Ste Marie, Montreal, Toronto, Ottawa e nella stessa Scranton, dove, però, si registra il livello di vendite più basso.
Copie del libro sono spedite alle amministrazioni comunali di S. Mango Piemonte e di Sessa Cilento, nonché a numerosi giornali e riviste culturali. La Regione acquista volumi per le biblioteche della Calabria e il Comune di San Mango d’Aquino fa altrettanto per distribuire le copie nell’ambito scolastico.
Significative le motivazioni espresse nella Delibera adottata con voti unanimi in data 8 novembre 1977 dal Consiglio Comunale (sindaco Leopoldo Chieffallo, segretario Giuseppe Maione):
«L’opera di cui si propone l’acquisto riveste per il paese carattere eccezionale: è la prima volta, infatti, che in un volume di 260 pagine vengono tracciate con rigore scientifico le linee della storia e del folklore di San Mango d’Aquino, è la prima volta che viene detta una parola definitiva su molteplici aspetti della vita sammanghese […] L’acquisto proposto tende, infine, a valorizzare il testo come bene culturale della comunità; e così finalizzato esso potrebbe rispondere pienamente a quelle aspettative di una migliore conoscenza dell’uomo e del territorio, e nello stesso tempo crea una aggregazione indispensabile per promuovere la discussione, la ricerca storica, il dibattito, il confronto. Così inserito nel mondo scolastico e nelle altre strutture di base, il volume diverrà un efficace veicolo di informazione e di cultura, sarà uno strumento di educazione e di crescita civile che questa Amministrazione avrà utilizzato per assolvere ad uno dei suoi più importanti compiti istituzionali».
Nel frattempo inizia un rapporto con esponenti della famiglia d’Aquino – famiglia alla quale si deve la nascita del paese – e nel 1980 Orlando e Sposato incontrano a Napoli il Conte Alessandro Raimondo d’Aquino di Caramanico, alla presenza di Amato Campolongo, valido studioso e attento ricercatore. All’incontro segue una fitta corrispondenza e uno scambio di documenti che consentono non solo la stesura di importanti articoli su riviste specializzate, ma anche la pubblicazione di numerosi altri libri non solo su San Mango, ma sull’intera regione, come dimostra il lavoro di Armido Cario, I d’Aquino in Calabria, scritto nel 2016 per i tipi della Ma. Per. Editrice di Nocera Terinese.
di Armando Orlando – CONTINUA –