A Soveria Mannelli nei primi sei mesi del 2017 sono stati spesi in giochi d’azzardo oltre 691 mila euro, per una media per ogni residente di 226 euro.
A Decollatura la somma arriva a 788 mila per una spesa media per ogni residente di 249 euro.
Mettendo insieme, solo i dati dei due comuni, la cifra arriva a raggiungere il fatturato di un anno di un’impresa di media grandezza.
Ma anche gli altri paesi del Reventino non scherzano, per esempio a Platania si sono spesi 177 mila euro, a Carlopoli 495 mila euro, a Conflenti 601 mila euro, mentre più basse le cifre a Martirano che raggiunge i 76 mila euro e a Motta Santa Lucia con quasi 11 mila euro.
Un milione e mezzo di euro. Una cifra da capogiro.
È quanto gli abitanti dei due comuni del Reventino, Soveria Mannelli e Decollatura, hanno speso in un arco di tempo piuttosto breve, i primi sei mesi del 2017, in giochi d’azzardo. A darne notizia, il «Quotidiano del Sud» di giovedì scorso, riprendendo i dati resi pubblici dal «Sole 24 Ore» sul gioco d’azzardo in Italia. Ecco le cifre nel dettaglio, a Soveria Mannelli sono stati spesi 691.377,99 euro mentre a Decollatura 788.255,98 euro.
Per quanto si stenti a crederci, è la realtà. I dati sono pubblici e disponibili in rete.
Una cifra così alta spinge a porsi qualche interrogativo. Soveria Mannelli e Decollatura sono delle graziose cittadine dove la presenza di alcune imprese private di grandi dimensioni (si pensi per esempio alla Rubbettino o alla Camillo Sirianni), un poco di impiego pubblico garantito (seppure in modo molto minore rispetto al passato) soprattutto dall’ospedale e un numero ragguardevole di esercizi commerciali (sempre più in affanno), garantiscono una vita più che dignitosa a gran parte degli abitanti. Ma Soveria Mannelli e Decollatura non sono in cima ai comuni italiani per reddito pro-capite.
I decollaturesi, stando ai dati ufficiali disponibili, possono contare su un reddito pro-capite annuo pari a 13.776 euro mentre i soveritani su 15.655. I Paperon de’ Paperoni d’Italia vivono invece in Toscana, in un paese in provincia di Pisa che si chiama Lajatico i cui abitanti vantano il reddito pro capite più alto d’Italia, pari a 45.393 euro (circa tre volte il reddito di un soveritano medio). Eppure gli abitanti di Lajatico sembrano più morigerati nel gioco. Secondo la base di dati citata all’inizio, i Lajaticesi (si chiameranno così?) nei primi sei mesi del 2017 hanno speso “appena” 165.654,97 euro. Evidentemente la loro condizione agiata non li spinge ad affidarsi alla Dea Bendata per dare la famosa svolta alla loro vita.
Dicevamo che l’entità della somma spesa nelle nostre cittadine spinge a porsi quanto meno qualche domanda. Siamo in presenza di una finora ignota dipendenza dal gioco? La ludopatia è oramai ufficialmente nota e riconosciuta come una delle dipendenze più diffuse tanto da essere trattata persino dai SERT (Servizi per le Tossicodipendenze), che finora si sono occupati solo di aiutare tossicodipendenti e alcolisti. È una forma di dipendenza insidiosa che “appare” sicuramente di meno rispetto ad altri tipi di dipendenza eppure ha effetti devastanti sull’equilibrio delle famiglie.
Forse è opportuno che le organizzazioni sociali e le agenzie educative del territorio (parrocchie, gruppi di volontariato, scuole) comincino a porsi questo problema e a individuare delle possibili soluzioni specie di natura preventiva.
Mi si consenta un’ultima battuta. Un milione è mezzo di euro in sei mesi è una cifra persino superiore al fatturato di una media azienda in Calabria. Pensate come sarebbe bello se invece di affidarci all’incerto responso della fortuna creassimo una sorta di fondo comune per dare vita a una clinica di alta specializzazione che possa diventare attrattiva per tutta la Calabria (e non solo). Forse, in tal modo, il nostro territorio farebbe tredici sul serio!
Già, ma una volta immaginata e progettata, dove collocarla? A Soveria Mannelli o a Decollatura? Lascio a voi l’ardua sentenza. Intanto vado a comprare un gratta e vinci, non si mai…
di Antonio Cavallaro