Il diritto alla salute negato, in Calabria, non è certo una novità e neppure un evento particolarmente raro. Anzi, purtroppo sembra trattarsi ormai e sempre di più della normalità per una stragrande maggioranza di cittadini/pazienti che non possono permettersi di ricorrere alla sanità privata, dove miracolosamente i tempi di attesa si azzerano. Il caso capitato a un giovane di San Pietro Apostolo è emblematico e il suo racconto ha però ancora la capacità di lasciare interdetti.
«A fine ottobre 2021 sono stato sottoposto a una visita di controllo neurologico presso l’Ambulatorio di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, in seguito alla quale mi è stata prescritta una risonanza magnetica encefalo e midollo cervicale con e senza mezzo di contrasto, da effettuare dopo sei mesi, funzionale al monitoraggio clinico diagnostico della lesione mesencefalica paramediana destra per la quale sono stato ricoverato nello stesso reparto qualche mese prima, per circa die settimane. Ho telefonato al CUP e ho prenotato la prima prestazione di specialistica ambulatoriale disponibile dopo sei mesi: giorno 31 marzo 2022 presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, presidio di Germaneto. Il 30 marzo 2022 sono stato contattato telefonicamente dal CUP aziendale che mi ha comunicato il posticipo della prestazione al 15 aprile, a causa del temporaneo danneggiamento dell’apparecchiatura a risonanza magnetica. Ho continuato così ad aspettare l’esame di controllo prenotato sei mesi prima e nel nuovo giorno fissato mi sono finalmente recato presso il presidio di Germaneto. Dopo aver pagato il ticket all’apposito sportello, sono andato nella sala d’attesa per aspettare il mio turno. Ma, purtroppo, mi è stato riferito che l’apparecchiatura a risonanza magnetica era ancora inutilizzabile, sembra a causa del mancato pagamento della manutenzione da parte dell’Azienda Ospedaliera. Sono andato subito a chiedere spiegazioni alla Direzione Medica di Presidio e come risultato ho avuto solo la riconferma dell’impossibilità di ricevere la prestazione prenotata, e la promessa verbale di essere ricontattato subito dopo le festività pasquali. Ma a oggi non ho ancora ricevuto alcuna chiamata da parte dell’Azienda Ospedaliera».
Il giovane ha confidato alla redazione de ilReventino di voler richiedere la restituzione del ticket e di essere intenzionato a rivolgersi a una struttura privata. Lui può farlo, ma il suo pensiero è solidaristicamente rivolto a tutti quelli che non possono permetterselo e davanti a un’odissea come la sua sono costretti semplicemente a rinunciare ai controlli e dunque alla prevenzione. Quella stessa prevenzione che tutti predicano essere importantissima prima di tutto per la salute dei singoli, ma anche per contenere le spese sanitarie della collettività, da decenni fuori controllo. Infatti, un eventuale intervento su una malattia ormai conclamata, che i calabresi sempre più spesso decidono di far eseguire fuori dalla Calabria, arricchendo ulteriormente regioni e sistemi sanitari già ricchi, sarebbe certamente molto più costoso di un semplice esame radiologico e delle possibili cure mediche.