Soveria Mannelli – Concluse le operazioni di restauro delle statue della Chiesa della Parrocchia di San Michele Arcangelo del rione di San Tommaso, è stata programmata per venerdì 12 giugno alle ore 18,00, una conferenza di presentazione delle opere riportate all’antico splendore. Fra le quattro statue, restaurate grazie alla sensibilità del parroco don Fabio Coppola ed all’impegno della comunità parrocchiale, si distingue la statua di San Michele Arcangelo, al quale è intitolata la Chiesa di San Tommaso.
Nelle foto un piccolo assaggio delle meraviglie che si potranno visionare, venerdì 12 giugno, alla conferenza di presentazione dei restauri delle statue della Parrocchia di San Tommaso a cui interverranno Santo Pascuzzi, responsabile Palazzo Spinelli per la Calabria e Gianfranco Solferino, storico dell’arte. Dopo un lungo e paziente restauro eseguito da Palazzo Spinelli di Firenze, sono tornate disponibili al culto le statue di San Michele Arcangelo, della Madonna del Carmine, della Madonna del Rosario e della Madonna degli Abbandonati.
Una statua che appariva quasi dozzinale si è rivelata un pregevole manufatto restaurato già da Michelangelo Drosi (è apparsa anche la firma) ai primi anni del 900. Statua bella e raffinata che negli anni era stata impiastricciata fino ad essere quasi irriconoscibile con capricci dei vari “restauratori” che ne avevano modificato profondamente l’aspetto (come il diavolo reso nero, forse per non farlo apparire troppo simile a un angelo). Grazie alla sensibilità di don Fabio e alla comunità parrocchiale di San Michele Arcangelo di San Tommaso, il nostro territorio, il territorio del Reventino ha avuto restituite ben quattro statue di grande pregio e che saranno presentate a tutti quelli che vorranno intervenire alla conferenza programmata per venerdì 12 giugno presso la Chiesa di San Michele Arcangelo a San Tommaso.
Nelle foto, in anteprima, il confronto sullo stato delle statue tra prima e dopo l’intervento di restauro.
“Questa – commenta Antonio Cavallaro che fa parte del gruppo di organizzatori dell’operazione restauro – è una grande occasione. Un pezzo importante della memoria e dell’identità di questa comunità viene rimesso nel posto giusto. In anni precedenti, per ragioni ancora non pienamente comprese, si è fatta un’opera di sistematica distruzione del passato artistico di queste comunità: restauri (se così si possono chiamare) selvaggi, distruzione di opere, paramenti… oblio, dimenticanza. Finalmente siamo riusciti, grazie alla sensibilità di don Fabio, a riportare al loro antico splendore ben quattro statue. Il lavoro da fare è ancora tanto ma un passo importante è già stato compiuto. La comunità di San Tommaso, di Soveria, ma anche le altre comunità dell’area del Reventino dovrebbero partecipare a quest’evento perché restaurare delle statue non basta se questo lavoro non è accompagnato da un’importante opera condivisa di recupero e conservazione della memoria”.