Nel penultimo giorno del “Festival delle Erranze e della Filoxenia” ideato da Francesco Bevilacqua a Platania, nel bellissimo scenario della Chiesa di San Michele Arcangelo, è andato in scena “Sbarnemi. Storia dell’anarchico di Calabria”.
Lo studio, portato avanti e interpretato da Domenico D’Agostino, focalizza l’attenzione sulla figura del poeta anarchico Bruno Misefari. Dietro la regia di Dario Natale – Scenari Visibili – il monologo porta con sé tracce storiche e letterarie ma anche antropologiche dal forte impatto politico.
Frammenti poetici che, sotto il platano tanto caro al poeta Felice Mastroianni, hanno toccato l’emotività del pubblico caloroso e attento. Più volte tirato in ballo il tema della rivoluzione e messo in discussione il valore della libertà attualizzandolo al presente.
“Siamo felici di ospitare i ragazzi di Scenari Visibili, gli stessi che hanno dato vita al Tip Teatro e alla biblioteca dello spettacolo nel centro storico di Nicastro – ha detto Antonio Butera nell’introdurre il lavoro -, una delle poche realtà artistiche calabresi degne di nota e che per quantità e qualità delle produzioni realizzate meritano tutto il nostro supporto”.
“Ancora di frequente siamo abituati a sentire parlare di guerra e di morte – dichiarano da Scenari Visibili a fine serata –, il mondo che ci circonda è scenario di distruzione e violenza, di razzismo e disuguaglianza, di religione che nulla ha a che fare con i veri valori cristiani. Tutto questo ci distoglie dalla pace e dall’amore, dalla solidarietà e dal senso di umanità che occorre urgentemente recuperare”.
Bruno Misefari, aka Furio Sbarnemi, secondo lo pseudonimo anagrammatico da lui stesso usato per pubblicare le proprie opere. Poeta, ingegnere (a lui si deve la prima industria del vetro in Calabria), ma soprattutto anarchico, antimilitarista, disertore. Un figlio della profonda Calabria dei primi del Novecento che, dall’età giolittiana al fascismo, fece sentire la sua voce anche oltre i confini nazionali. Da Palizzi giunge a Reggio, poi a Napoli, in Svizzera e in Germania. Ovunque passa è in contatto con i più grandi esponenti anarchici. Non si contano i suoi arresti; confinato, negli ultimi anni della sua vita, da pretesti fascisti. Sempre accompagnato dai suoi versi e dall’amore per la sua Pia. Un’esperienza, la sua, votata verso un’anarchia non violenta, vista non come irraggiungibile utopia, ma come esperienza reale, possibile e scientifica, di uguaglianza sociale.
L’evento, fortemente voluto da Antonio Butera, presidente dell’associazione culturale Felice Mastroianni, si è concluso con alcuni versi di Michele Pane interpretati dell’attore Dario Natale.