“Grammaticanto: Solo lo stupore conosce. A diventar grandi si incomincia da piccoli”. Itinerario ludico-tematico per l’lnfanzia. Su questi temi si è svolto un corso di formazione laboratoriale condotto dal maestro Alberto Villa presso l’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Soveria Mannelli – Carlopoli.
Quattro giorni intensi di musica, ballo, gestualità a ritmo di blues, rock, rap – rileva una nota pervenuta in redazione che pubblichiamo – in cui i plessi della scuola dell’infanzia dell’IC Soveria Mannelli-Carlopoli, guidato dal dirigente Antonio Caligiuri, si sono trasformati in un laboratorio didattico con particolare interesse all’aspetto musicale e motorio, che ha avuto come scopo primario quello di esaltare ogni singolo bambino e renderlo protagonista vivo e motivato nell’apprendimento. L’entusiasmo, la vivacità, la simpatia, la comprovata competenza a livello internazionale del maestro Villa, ideatore del metodo “Grammaticanto”, hanno letteralmente travolto e coinvolto bambini, insegnanti e genitori in un percorso formativo segnato dal clima amichevole e festoso.
“Grammaticanto: Solo lo stupore conosce. A diventar grandi si incomincia da piccoli”, è un’esperienza formativa significativa che, oltre a rendere le insegnanti consapevoli del valore insostituibile del proprio lavoro, ha permesso di consolidare le strategie didattico-educative, attraverso il linguaggio musicale animato.
La proposta didattica ha avuto la finalità di far conoscere agli insegnanti nuove strategie volte alla promozione di una scuola viva e creativa, capace di accompagnare ogni bambino nel suo personale processo di crescita.
La musica in campo, accompagnata dalla gestualità dalla memorizzazione dei testi, dalla coordinazione psico-motoria, è lo strumento che meglio risponde all’esigenza espressiva dei bambini, diventa un luogo privilegiato per esaltare il bisogno primario di ogni bambino di rendersi protagonista vivo e motivato del suo tempo nel suo spazio e quindi nell’apprendere.
Il percorso, in sintonia con il cambiamento in atto nel sistema scolastico e nella società tutta volge la sua particolare attenzione alla didattica personalizzata esemplificata da un’attività laboratoriale. Il linguaggio musicale animato risponde molto bene all’esigenza di espressività del bambino perché m u o v e tutta la sua persona, favorendo una gestualità degli elementi corporei molto importante. Rifluisce e costruisce un atteggiamento aperto e positivo di fronte al Reale. Se poi si considera il contesto dove questa esperienza avviene, cioè INSIEME agli altri bambini e alle insegnanti, si può concludere che tale attività, insieme alle altre “ordinarie”, contribuisce a realizzare il fine ultimo dell’educazione, quello di una crescita armoniosa, ordinata e capace di sollecitare, far uscir fuori l’io proprio del bambino.
Il fattore musicale, vale la pena ribadirlo, muove l’alunno dal di dentro (anche nella primissima infanzia) perché per sua natura è portatore di positività espressiva e creativa. Persino i generi musicali che sono quelli della più conosciuta e collaudata esperienza della tradizione (come la Samba, il Blues, il Tango, il Rap ecc..) si sono dimostrati molto centrali all’esperienza del bambino.
Utilizzando il linguaggio musicale applicato all’apprendimento, l’itinerario formativo ha favorito la scoperta e la condivisione di un’esperienza creativa ed emotiva, utile allo sviluppo di abilità sociali, necessarie per relazionarsi con gli altri, in una dimensione dinamica e divertente.
Il fatto di esibirsi in pubblico ed in gruppo, oltre a favorire le capacità di comunicazione, permette di affrontare le proprie paure e di utilizzare canali inespressi. Ascoltando e cantando i brani del maestro Villa i bambini esprimono stupore e felicità; attraverso la musica si divertono, si uniscono in un’atmosfera condivisa, acquisiscono conoscenze grammaticali e competenze spendibili in altri campi del sapere.
E’ importante ribadire quanto afferma il prof. Gianfranco Porcelli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, docente di Glottodidattica, nel presentare Grammaticanto:
“Una proposta che spezza la routine scolastica, una didattica nuova perché riprende il gusto antico del docere delectando, il che implica un’attenzione alla persona. Chi vive nella scuola e vuole che la scuola sia viva, non si lascia ingabbiare ma reagisce con la creatività e con la tensione educativa ai problemi che l’esperienza quotidiana man mano mette in luce. Il canto aiuta a far sì che le parole, si imprimano nella memoria, siano esse gli esempi oppure i termini tecnici necessari per descrivere accuratamente i meccanismi del linguaggio. Al tempo stesso, l’allegria del cantare assieme e lo scoprire che si può utilmente giocare con gli stili e i ritmi della musica contemporanea servono a superare le comprensibili resistenze verso un apprendimento che può apparire astratto e arido. … E’ fondamentale ricordare che il bambino è una persona, che deve essere aiutata a crescere come tale: non solo razionalità ma anche affettività; non solo mente ma anche corpo; non solo materia ma anche spirito. … anche l’educatore è persona, che non può essere vero educatore se la sua personalità non può svilupparsi in tutti i suoi fattori; e questo spiega l’accoglienza che trovano proposte come questa … Non sembri forzato questo accenno alle radici dell’azione educativa: sono radici che affondano nell’insopprimibile ricerca del Bello e del Vero.”
Proprio in questo periodo storico in cui la crisi ha aggravato ancor più un’emergenza educativa che non è nata con la pandemia, ma le preesisteva, la gioia di incontrarsi è grande. “Il risveglio dell’umano si verifica proprio quando stando davanti a ogni crisi con una apertura alla provocazione che questa crisi significa e noi possiamo vedere in atto il risveglio di una creatività, di una capacità di coinvolgere le persone”. ( J. Carron)
La crisi come occasione per crescere, perché una ripresa è impossibile se non da un’esperienza positiva.
E’ quello che il maestro Alberto Villa, attraverso la sua musica, la sua gestualità, la sua persona ha fatto vivere e sperimentare a tutti gli attori della scuola dell’Infanzia dell’IC Rodari. “E’ stata una rinascita” ha affermato una maestra a conclusione dell’attività.
“La speranza nasce quando succede qualcosa nel presente, in quella situazione succede qualcosa che mi spalanca lo sguardo”. “La speranza, è una certezza nel futuro in forza di una realtà presente”. (L. Giussani)
E’ quanto auspichiamo per ognuno di noi, per la nostra terra, per i nostri bambini.