Soveria Mannelli – Con il giudice Nicola Gratteri si è chiuso il ciclo delle tre giornate di lezioni dell’Università Estiva di Soveria Mannelli che, su iniziativa della Fondazione “Italia Domani” e della Rubbettino Editore, si è tenuta presso la Biblioteca “Michele Caligiuri”. Le precedenti lezioni si sono svolte martedì 15 settembre con il linguista Ugo Cardinale dell’Università di Trieste, giovedì 17 settembre con il direttore de “L’Opinione” Arturo Diaconale, consigliere di amministrazione della RAI.
Per la terza lezione il giudice Nicola Gratteri, nel corso del suo intervento, seguito in una sala gremita e diffuso attraverso uno schermo nel giardino adiacente, ha affermato: “La ‘Ndrangheta è un problema politico e morale che si nutre di consenso. Occorre partire dall’istruzione, dai fondamenti della conoscenza, dalle parole che sono importanti ma nella mafie lo sono anche i silenzi. La scuola è una possibile, ragionevole risposta, facendo appassionare i giovani alla lettura e allo studio per avere tra qualche tempo generazioni più avvertite. Ma questo richiede progetti politici di vasto respiro, non appiattiti sul consenso del giorno dopo. Solo cosi ci possono essere possibilità di successo, modificando profondamente le regole giudiziarie e legali, così come i comportamenti personali e familiari”.
La terza giornata, con la lezione conclusiva, è stata introdotta da Mario Caligiuri dell’Universitá della Calabria (insieme all’editore Florindo Rubbettino direttore dell’Università Estiva) che ha illustrato il tema discusso in questi giorni: “Ripartire dalle parole. Come reagire all’educazione da TV e alla malapianta della criminalità”. Ha poi presentato il docente della serata, Nicola Gratteri, che “unisce l’impegno e la responsabilità del magistrato con quello del divulgatore della cultura della legalità per conoscere la ‘ndrangheta, una delle organizzazioni criminali più pericolose del mondo”. Caligiuri ha poi ricordato i numerosi testi scritti dal magistrato spesso insieme ad Antonio Nicaso e pubblicati da Aliberti, Pellegrini e Mondadori, che sono stati anche scelti come materia di studio nelle scuole. Si è quindi intrattenuto sull’impegno di Gratteri sul versante scolastico, essendo stato l’ispiratore del progetto “Una scuola per la legalità”, che ha comportato l’attuazione del tempo pieno nelle scuole dei comuni calabresi ad alta densità criminale, valorizzando i docenti precari nelle scuole. Infine, ha ricordato l’inaugurazione presso la scuola di Palmi del Giardino della memoria dedicato alle vittime della ‘ndrangheta, la gran parte delle quali dimenticate.
Nel corso della lezione Gratteri ha svolto analisi sulla stagione di sequestri che ha caratterizzato la Calabria nei decenni passati ma che ancora non sono state adeguatamente indagate le conseguenze che ha comportato per l’intera regione. Per stroncare il traffico della cocaina, che rende la ‘ndrangheta anche una potenza economica mondiale (“non esiste nessuna attività più redditizia del commercio della droga”), occorrono regole internazionali adeguate (“nel mondo non c’è l’idea di come contrastare le mafie, come evidenziano le carenti legislazioni europee e i dibattiti dell’ONU”). Ha poi avanzato la proposta di riconvertire in Colombia, Perù e Bolivia le piantagioni di droga in coltivazioni produttive di altre essenze, incentivandole economicamente. Nell’affrontare il tema dei beni confiscati, ha continuato dicendo “Bisogna rifondare l’Agenzia, che non deve essere un pennacchio ma diventare, con una riforma profonda della normativa, una struttura efficiente che va gestita non da magistrati o prefetti ma da manager che sappiano gestire i beni confiscati, tenendo conto che le imprese mafiose rappresentano un’anomalia del mercato, perché la criminalità distorce l’economia e la democrazia”. Gratteri, commentando anche la sua mancata nomina a ministro della Giustizia nel Governo Renzi, ha concluso rilevando “il mio lavoro mi emoziona ancora e credo che sarebbe stata una bella sfida poter tentare di concretizzare le riforme di cui parlo e scrivo perché è fondamentale per il Paese avere un servizio giudiziario efficiente”.
La manifestazione è stata seguita da Radio Radicale e registrata dall’Università telematica “UniNettuno”, mentre la comunicazione è stata curata da Luigi Salsini di CalNews e la segreteria organizzativa dall’associazione “Fiore di Lino”.