Perché ci siamo dimenticati così presto di Peter Kolosimo? Soprattutto qui, alle pendici di un monte, il Reventino, che, oltre ai misteri che si dice possa celare, ha più di qualcosa in comune con lui.
Kolosimo, con la kappa, è il nome che aveva voluto darsi, come pseudonimo di Pier Domenico Colosimo, forse per darsi un tocco di esotismo. Quel nome, un po’ cognome vero e un po’ pseudonimo, a pensarci bene era ed è un cognome molto diffuso dalle nostre parti, così come pure il nome di uno dei comuni dell’area del Reventino: Colosimi, appunto!
Infatti, Peter Kolosimo, pur essendo nato a Modena nel lontano 1922 e morto a Milano nel 1984, aveva un legame fortissimo con Colosimi, a parte l’assonanza del proprio cognome con o senza kappa. Suo padre era infatti un generale dei carabinieri originario proprio di Colosimi, mentre sua madre era americana.
Ma chi era davvero Peter Kolosimo? Dai titoli dei suoi libri si direbbe un poeta: Ombre sulle stelle, Terra senza tempo, Il pianeta sconosciuto, Non è terrestre… E un po’ poeta doveva pur esserlo, se è riuscito a scrivere un incipit come questo: “Nessuno potrà mai dire quando l’uomo cominciò a sognare le stelle. Forse quando si massacrò le mani e i piedi sul primo Olimpo del mondo, ringhiando di furore contro le orde intoccabili che accendevano fuochi di bivacco nel cielo. Forse quando scagliò verso la Luna la prima freccia; e quella freccia, nel magico mondo mongolo, non tornò più sulla Terra.” (Ombre sulle stelle, SugarCo Edizioni).
Ma all’epoca lo si conosceva come divulgatore pseudo-scientifico, saldamente ancorato alla pericolosa terra di nessuno che si trova tra la scienza e la fantascienza. Come uno che si occupava di quella cosa, strana e stranamente in voga, chiamata “archeologia spaziale”.
Era anche un erudito, certo! Parlava moltissime lingue e aveva viaggiato in lungo e in largo per il pianeta. Era uno studioso sempre pronto al confronto: infarciva i suoi libri di miriadi di citazioni dotte e le sue bibliografie erano ricche di testi rari e pubblicati nei luoghi più reconditi del globo terracqueo.
E forse non è neppure così importante che Peter Kolosimo venga citato come riferimento culturale e magari come modello sulle cui teorie sono stati costruiti tanti personaggi di successo: Martin Mystère (l’eroe di carta del fumetto Bonelli creato da Alfredo Castelli) e Indiana Jones (il protagonista della saga cinematografica firmata da George Lucas), tanto per citarne solo due.
E’ più importante, invece, che ci possa tornare alla mente il suo volto espressivo, un po’ scavato, incorniciato tra le sopracciglia folte e il collo alto del maglione invariabilmente nero… Che ci possiamo ricordare dei sogni a occhi aperti, sognati scorrendo le righe fitte scritte da un intellettuale stranamente affascinato dall’imponderabile. Razionalizzatore, fino a un certo punto, dei misteri umani e non umani; e oltre quel punto, sognatore lui stesso…
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