Il “25 Novembre – Giornata contro la violenza sulle donne” fu istituito dall’ONU per ricordare il barbaro assassinio di tre donne, tre sorelle, Minerva, Maria e Aida Mirabal, che si opposero con decisione alla dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana, assassinio avvenuto proprio il 25 novembre 1960. La loro morte violenta diede inizio ad una ribellione che rovesciò la dittatura e lo stesso Trujillo venne ucciso nell’anno seguente.
E’ una data che celebra il coraggio di 3 donne ammazzate per aver sfidato il potere maschile e propone che si porti all’attenzione di tutti il tema della Violenza di genere sotto ogni forma possibile, in quanto causa di violazione dei diritti umani fondamentali.
- Nessun distinguo va messo in evidenza, tipo “non tutti gli uomini sono violenti”. Ormai lo sappiamo bene che è così. Ma se i numeri ci dicono che una donna su tre racconta di violenza e che oltre 60, su 90soprusi , avvengono in ambito familiare, si pone in modo ineludibile una questione , un problema, di tipo culturale che si nasconde dietro un tipo sbagliato di educazione ricevuta. Bisogna capire perché tanti uomini, troppi, agiscono con violenza protetti, si fa per dire, da una cultura profondamente patriarcale.
- C’è davvero bisogno di ripetere che uno schiaffo non è un segno d’amore? Ecco, è da evitare questo secondo “ritornello/stereotipo”: provate a raccontarlo alle donne che ne sono vittima un giorno sì e l’altro pure! E le denunce? Sappiamo tutti di donne uccise dopo aver preso la decisione di denunziare il proprio marito, o ex o compagno !!!
- Nessun volto sanguinante o tumefatto per le botte: anche queste, che sembrerebbero immagini forti e scioccanti, diventano pura retorica se pensiamo ai ripetuti appelli pubblici RIVOLTI SOLO ALLE DONNE affinché prendano coscienza, che denuncino, che se ne vadano via ecc.ecc… Nessuno che SI RIVOLGA MAI AGLI UOMINI in riferimento al loro ruolo di Mariti e di Padri, di fratelli !
Sembrerebbe da molti discorsi che si ascoltano che SIANO SOLO LE DONNE A DOVERSI FARE CARICO DEL PROBLEMA che le vede come vittime!! Questo è veramente inaccettabile e allora BISOGNA CAMBIARE REGISTRO e allora elaborare nuove strategie e forme di comunicazione più adeguate e maggiormente rispondenti allo scopo per cui vengono messe in atto.
E’ con questi intendimenti che a Soveria Mannelli l’amministrazione comunale ha deciso di organizzare, presso la sala dell’Officina della Cultura e della Creatività, una giornata di discussione sulla violenza di genere che fosse molto propositiva soprattutto di fronte ad una situazione che in questo 2021 ha visto più vittime dell’anno precedente.
A guidare i lavori dell’incontro il vicesindaco, avv. Simona Cavalieri, davvero molto brava nel ruolo di coordinatrice, fatto di poche parole e di molti spazi lasciati agli ospiti e alle ospiti, dopo l’intervento del sindaco Michele Chiodo anch’egli conciso ed efficace nel ricordare un aneddoto trovato in rete. Un nonno parla con una nipotina di violenza e lei di rimando chiede: “Nonno cos’è la violenza?”. Niente di cui ti debba preoccupare, afferma lui, era un fenomeno diffuso nel secolo scorso.
Simona Cavalieri introduce il tema parlando delle diverse forme di violenza: fisica, psicologica, economica, quelle che più feriscono, diversamente, la donna. E avvia la discussione presentando gli ospiti che operano in contesti diversi, ma con identiche finalità, cioè fornire concretamente proposte e soluzioni operative per sconfiggere questa piaga sociale davvero “endemica” anch’essa.
Don Roberto Tomaino anzitutto sostiene la necessità del 25 Novembre come giornata non di memoria soltanto, ma e soprattutto di rinnovato impegno di tutti, lo sottolinea, contro questo flagello sociale da svolgere non in uno, bensì anche durante i restanti 364 giorni dell’anno. E soggiunge che la violenza è molteplice: anche nelle parole e nelle immagini che suggeriscono azioni e fatti. Allora conclude, dobbiamo far sì che l’EDUCAZIONE nella famiglia e nella società torni ad avere il peso e l’importanza che merita.
Maria Antonietta Sacco mette tutta la sua passione di donna da sempre impegnata su questi temi e non solo (è componente del Comitato Provinciale Pari Opportunità della Provincia di Catanzaro) se c’è un ROSSO che deve comparire sul viso di una donna, deve essere solo e soltanto quello del suo Rossetto, non quello dello schiaffo di un uomo. E’ bene che si tengano convegni, ma alla fine di questi devono essere ben chiari gli OBBIETTIVI E LE AZIONI da intraprendere per far nascere consapevolezza laddove non c’è, sia negli Uomini sia nelle donne. Sottolinea altresì il crescere esponenziale del fenomeno “violenza sulle donne” in specie negli ultimi anni. E se allora il problema è grande, va affrontato dalla società nel suo insieme, uomini e donne.
La dr.ssa Mimma Caloiero porta i saluti della FIDAPA, storica associazione delle donne italiane, di cui è stata anche presidente di zona e di cui sottolinea l’impegno nel tempo per portare alla luce tematiche spesso conosciute relative alla condizione della donna, insiste, dopo aver ricordato alcuni episodi vissuti in prima persona nella sua qualità di Pediatra, sul tema della educazione dei giovani e dei giovanissimi, ragazze e ragazzi, che deve avvenire in primis nelle scuole ed in ogni luogo associativo quali, ad esempio, le parrocchie e gli oratori.
Il capitano Gabriele Migliano, comandante della Compagnia Carabinieri di Soveria Mannelli, introduce il tema della prevenzione, perché, sostiene, quando noi interveniamo siamo già nel tempo della repressione, un po’ come riconoscere di aver perso una battaglia. Insiste nella necessità della denuncia, come di uno degli strumenti per prevenire conseguenze più gravi (intende il femminicidio). E conclude, con un tono di amarezza, che le violenza fisiche, e anche quelle psicologiche, sono in costante e preoccupante aumento.
Le assistenti sociali, dr.sse Pamela Grillo e Antonella Chiarella, parlano del loro lavoro, nell’Ufficio di Piano del Reventino, fatto soprattutto di ascolto di gravi situazioni di disagio e di un fenomeno, quello della violenza di genere, assai diffuso anche nel territorio da loro curato
L’avv. Mara Aloi parla, con dovizia di argomenti e di casi, del ruolo importante del CENTRI ANTIVIOLENZA, che sono due in Calabria. Il nostro compito, sostiene, è soprattutto di ASCOLTO e di aiuto alla donna nel processo di autodeterminazione e consapevolezza che solo Lei può compiere, anche se assistita e sostenuta.
L’avv. Angela Davoli, presidente della rete Commissione Pari Opportunità presso il Tribunale di Lamezia Terme, sottolinea e rimarca l’importanza dell’ascolto come momento fondamentale di autocoscienza successivo ad una violenza subita. Anch’ella insiste sulla importanza fondamentale della PREVENZIONE, e questo a prescindere da ogni tipo di aiuto possibile e successivo per la vittima. Il primo impegno è comprendere da dove nasca la violenza, che con tutta evidenza significa ASSENZA DI OGNI FORMA DI RISPETTO per moglie o compagna che sia. E lancia l’idea dell’introduzione fra le materie nelle Scuole di una rinnovata Educazione Civica con nuovi contenuti. Da donna di diritto sottolinea alcune gravi “pecche” delle Leggi vigenti molto efficaci nel complesso, ma deboli per carenza di strumenti e di finanziamenti. Insiste molto sulla tutela e sulla cura dei minori durante la crescita, giacché nel corso di questa possono cristallizzarsi comportamenti mutuati da azioni violente verificatesi in famiglia. Infine sottolinea l’importanza ineludibile del concetto di RISPETTO senza il quale le differenze di genere difficilmente potranno essere colmate.
Nel chiudere i lavori e rinnovare la necessità di un impegno comune e straordinario di tutti gli attori in campo, il vicesindaco di Soveria Mannelli, l’avv. Simona Cavalieri, comunica che la giunta municipale di cui fa parte ha licenziato una importante delibera con cui si approva lo schema di Protocollo d’intesa tra il Comune di Soveria Mannelli ed il Centro AntiViolenza “Attivamente Coinvolte”, per l’istituzione di un sportello AntiViolenza nel comune di Soveria Mannelli. Un modo concreto per passare dai propositi all’azione ed offrire alle donne e a tutti i cittadini un servizio cui rivolgersi non solo in situazione di disagio, ma anche e soprattutto per essere ascoltati e indirizzati per la prevenzione di abusi e violenza.
Che aggiungere? Che la soluzione non è dietro l’angolo e che c’è bisogno di un lavoro di lunga lena all’interno di Famiglie e nella intera società per arginare, contrastare e sconfiggere un fenomeno che causa da troppo tempo dolore e morte.