Questa nuova fermata nel territorio del Reventino-Savuto mi conduce a Pedivigliano. A proposito delle sue origini tutti gli storici concordano nella sua appartenenza alla città Regia di Scigliano come uno dei suoi sette Quartieri o Rioni, come nel 1798 li definiva Giuseppe Maria Alfano (nota 1), insieme a Diano, Cupani, Calvisi, Lupia e Penisi, tutti nettamente collocati alla falda di un Monte alquanto più eminente di Martorano, mentre già due anni prima, nel 1796, l’Abate Francesco Sacco riguardo a Pedivigliano così annotava: «Il Quartiere di Pedivigliano, ove sono da marcarsi una Parrocchia sotto il titolo del Sagramento; un Oratorio pubblico sotto l’invocazione di San Giovanni Batista; ed una Confraternita laicale sotto il titolo dell’Immacolata Concezione» (nota 2).

Con l’inizio del XIX secolo altre informazioni, che si uniscono alle precedenti, vengono riportate da Lorenzo Giustiniani che in riferimento così scriveva: «L’ultimo de’ suddetti quartieri si chiama Pedivigliano situato in una collina distante dagli altri un miglio, tramezzandosi un picciol fiume, che nasce in detto territorio, e si unisce col Savuto. Gli abitanti ascendono a 760, oltre di quelli del villaggio Villanova un miglio distante, che ascendono ad altri 115» (nota 3).
Nel 1848 l’Abate D’Avino nella sua dissertazione sulla soppressione del vescovato di Martirano, parlando di Pedivigliano così articolava: «Del circondario in discorso, Pedivigliano, Colosimi e Bianchi coi loro villaggi, nonché Panettieri (tralasciando Carpenzano perché in diocesi di Cosenza), formano altri quattro comuni. Pedivigliano ha seco i villaggi, Pittarella, Villanova e Borbaruso, dei quali il primo, esistendo nel secolo XII, dette ricovero all’esercito di Manfredi (9); e il secondo con chiesa dedicata a S. Giovanni, fu eretto dai Mottesi, ribelli del conte di Martorano, nel periodo del 1519 al 1550 (10). Pedivigliano di 1100 abitatori è governato da un parroco che, insieme ad un collegio, uffizia nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo, ed ha pure la chiesa semplice colla confraternita della Immacolata. Pittarella, il cui popolo è di 750, si onora della sua parrocchiale sotto il titolo di S. Niccolò di Bari, e della chiesa della Grazia appartenente alla confraternita ivi instituita. Villanova poi di 250, e Borboruso di 209 individui, posseggono le chiese semplici della divina Pastorella uno, e della Addolorata l’altro» (nota 4).

De Luca e Mistriani (nota 5) nel 1852 riferivano che Pedivigliano era un Comune della Calabria Citeriore di 2.600 abitanti dotato di una propria amministrazione, posto nel circondario di Scigliano, appartenente al distretto di Cosenza e facente parte della diocesi di Nicastro, con i villaggi di Borboruso e Pittarella compresi nel Circondario di Scigliano, il primo con 698 abitanti.
Per quanto riguarda Borboruso, il suo Territorio, percorso da fiumare e sommerso dal verde dei suoi boschi di querce, castagni e latifoglie, si eleva a 960 m sul livello del mare sull’altopiano silano nella valle del Savuto, mentre la parte abitata è collocata leggermente più in basso, ma sempre ad un’altitudine intorno a 900 m e a una distanza da Pedivigliano di circa 7 chilometri. Il villaggio dalla sua posizione domina i borghi di Pedivigliano e Scigliano con un’ampia vista sul mar Tirreno, sulla valle del fiume Savuto e sul massiccio montano della Sila. La sua economia si basa prevalentemente sulle pratiche agricole e sulla commercializzazione dei prodotti come patate, cereali, pomodori e frutta nella qualità di mele e pere. Buona anche la produzione di castagne e funghi. Incerte al momento le sue origini anche se ormai è opinione diffusa che la sua genesi risale al periodo borbonico da cui molto probabilmente ne è derivato il nome. L’unica chiesa del borgo è dedicata alla Madonna di Costantinopoli.
Altra frazione di Pedivigliano è Villanova posta a 750 m sul livello del mare e distante dal suo Capoluogo circa 2 chilometri, come pure la frazione di Pittarella distante circa 800 m.
Pressoché le stesse informazioni venivano confermate, qualche anno dopo (1868), dall’Amati (nota 6) che aggiungeva a riguardo come Pedivigliano fosse un Comune distante da Cosenza 33 chilometri con una superficie di 301 ettari, un territorio montuoso e fertile coltivato per lo più ad ulivi, cereali e bambagia e con una popolazione, secondo il censimento del 1861, di 1.854 abitanti, di cui maschi 839, femmine 1.015; con una guardia nazionale composta di una compagnia con 137 militi attivi.
Nel 1873 un altro autore si occupò di Pedivigliano e fu Salvatore Muzzi. Nella sua breve nota al riguardo offrì informazioni già note ma aggiunse che l’Ufficio Postale si trovava a Carpanzano (nota 7). Infine dalla consultazione dell’Annuario Italiano (nota 8) del 1876 emergono ulteriori informazioni riguardo gli abitanti che in quel momento risultavano essere 1.825, l’Ufficio Postale era stato spostato nel frattempo a Scigliano, le problematiche giudiziarie dipendevano dalla Pretura pure di Scigliano, il Capoluogo era Cosenza e il Collegio elettorale Rogliano. (continua)
di Franco Emilio Carlino
BIBLIOGRAFIA
Cfr. G. M. ALFANO, Istorica ….
2 Cfr. F. SACCO, Dizionario …, Tomo III….
3 L. GIUSTINIANI, Dizionario ragionato del Regno di Napoli, Tomo VIII, Napoli 1804.
4 V. D’AVINO, Cenni …. [(9) Capecelatro, Storia del Regno di Napoli, lib. 7; (10) Anonimo nel ms. sopracitato; Capitolazioni tra i mottesi e il conte di Martorano].
5 Cfr. F. DE LUCA; R. MASTRIANI (a cura), Dizionario…, Volume Quarto.
6 Cfr. A. AMATI, Dizionario…, Volume quinto, ME-PE.
7 Cfr. S. MUZZI, Vocabolario storico-geografico-statistico dell’Italia nei suoi limiti naturali, Giacomo Monti editore, Bologna 1873.
8 Cfr. Annuario Italiano, Eduardo Sonzogno Editore, Milano 1876, p. 107.
Per saperne di più:
Franco Emilio CARLINO, Storia di un Territorio. Il Reventino Savuto, L. Pellegrini Editore, Cosenza 2020.