Quante volte pensiamo alla salute della nostra bocca solo in relazione a denti e carie? Eppure, il cavo orale può nascondere molto di più. Esistono condizioni silenziose, spesso sottovalutate, che possono avere conseguenze serie se non riconosciute in tempo. Parliamo di lesioni precancerose e di disturbi cronici come la sindrome della bocca urente: due ambiti in cui la medicina orale gioca un ruolo fondamentale e spesso ancora poco conosciuto.
Lesioni precancerose: l’importanza di non sottovalutare i segnali
Le malattie precancerose del cavo orale, come la leucoplachia, l’eritroplachia e la cheilite attinica, sono alterazioni della mucosa che possono evolvere in forme tumorali. Spesso non causano dolore e non vengono notate se non durante controlli specialistici. Ecco perché la prevenzione rappresenta lo strumento più potente a nostra disposizione.
Il messaggio è chiaro: non bisogna aspettare dolore o fastidi intensi per fare prevenzione. Ogni piccolo cambiamento, ogni lesione che non guarisce, ogni sensazione di disagio persistente nella bocca merita attenzione.
E non riguarda solo fumatori o forti consumatori di alcol: la comparsa di alterazioni potenzialmente maligne può interessare anche individui che non presentano fattori di rischio evidenti. Esistono, infatti, diverse condizioni locali e sistemiche che, pur meno conosciute, possono contribuire allo sviluppo di queste lesioni. Ecco perché tutti, a qualsiasi età, dovrebbero prestare attenzione alla salute della mucosa orale.

Quando preoccuparsi? I segnali da non ignorare
Ci sono segnali che, se presenti per più di due settimane, dovrebbero spingerci a consultare uno specialista:
– Macchie bianche o rosse sulla lingua, sul palato o sulla guancia interna
– Ulcere che non guariscono
– Dolore persistente o sensazione di corpo estraneo
– Bruciore orale senza causa evidente
– Difficoltà a deglutire o a parlare
Questi sintomi non sempre indicano una patologia grave, ma solo una valutazione clinica accurata può chiarirne la natura.
Il dolore invisibile: la sindrome della bocca urente
La medicina orale si occupa anche di disturbi complessi e invisibili, come la sindrome della bocca urente (Burning Mouth Syndrome). Si tratta di una condizione cronica, caratterizzata da una sensazione di bruciore alla lingua, al palato o alle labbra, in assenza di lesioni clinicamente evidenti.
La patogenesi della BMS è su base neuropatica, e coinvolge alterazioni a carico dei meccanismi di percezione e trasmissione del dolore, sia a livello periferico che centrale. È una sindrome di natura multifattoriale, con componenti neurologiche, ormonali, nutrizionali e psicologiche che possono contribuire all’insorgenza e al mantenimento del dolore.
Colpisce prevalentemente le donne, soprattutto in età perimenopausale, e rappresenta una condizione fortemente invalidante per la qualità di vita dei pazienti: compromette il benessere quotidiano, l’alimentazione, la comunicazione e spesso ha ripercussioni sul piano emotivo e relazionale.
La diagnosi è spesso di esclusione e il percorso di cura può essere lungo, ma identificare correttamente il problema è fondamentale per ridurre l’impatto che questo disturbo ha sulla qualità della vita.
La prevenzione non inizia dal dolore
Troppo spesso si ricorre alla visita specialistica solo quando il dolore è già presente. Ma la medicina orale è, prima di tutto, prevenzione. Individuare precocemente una lesione o un disturbo consente di intervenire con trattamenti meno invasivi e maggiori probabilità di successo.
Ascoltare la propria bocca significa imparare a cogliere anche i segnali più lievi e non trascurarli. Un controllo periodico, anche in assenza di sintomi evidenti, può fare la differenza.
Non c’è salute senza prevenzione.
(articolo a cura della Dottoressa Elena Calabria – dottorato di ricerca in patologia orale presso l’Università Federico II di Napoli)