Serrastretta – Le situazioni di crescente marginalità che si registrano nei piccoli centri urbani accomunano le varie comunità appartenenti all’area centrale della Calabria.

Anche Serrastretta – noto centro per la produzione artigianale delle sedie ed in partciolaore delle sedie impagliate e patria del mitico modello 13 Bis – è inclusa in questo processo di lento depauperamento.
In tal senso dei cittadini di Serrastretta hanno costitutio il gruppo civico “Insieme per il Paese” e sulla situazione locale hanno voluto rappresentare la propria opinione, che abbiamo raccolto e di seguito pubblichiamo – e proponiamo integralmente all’attenzione dei lettori del sito ilReventino.it proprio con l’intento di diffondere, dare voce e rappresentare lo stato di disagio dichiarato dai cittadini (ndr).
Si riducono i servizi essenziali
«Viviamo ormai in un mondo dominato dagli slogan e dai falsi messaggi. Si parla continuamente di “valorizzare i centri storici”, oggi definiti spesso impropriamente borghi, di “ristrutturare vecchi fabbricati per creare alberghi diffusi” e, come ultima promessa, di “offrire incentivi economici a chi deciderà di trasferirsi nei piccoli paesi per rivitalizzarli”.
La realtà tuttavia è ben diversa: in molti di questi luoghi i servizi essenziali si riducono progressivamente. Viene compromesso perfino il diritto alla salute, con la soppressione di presidi locali come centri prelievi, fondamentali soprattutto per le persone anziane che non possono recarsi negli ospedali. A ciò si aggiunge la riduzione di personale nelle municipalità e la chiusura di altri servizi indispensabili per una normale vita quotidiana.
È il caso di Serrastretta, piccolo centro alle pendici della Sila Piccola catanzarese, dove, dopo oltre cinquant’anni dalla sua istituzione, è stata soppressa l’unica banca presente: la filiale della BPER (Banca Popolare dell’Emilia Romagna), subentrata nel tempo alla storica Banca Popolare Cooperativa di Crotone. Da pochi giorni, inoltre, è stato eliminato anche l’ultimo servizio rimasto: il bancomat.
Chiusa la filiale della banca che presentava una solida clientela
Questa decisione priva i cittadini di un servizio fondamentale, costringendoli a recarsi nei paesi vicini anche solo per un prelievo di contante. Non si tratta soltanto di un disservizio, ma di un ulteriore colpo a un paese già segnato da un costante calo demografico e dalla riduzione delle attività produttive che, nel corso degli anni, lo avevano reso fiorente e conosciuto come il “Paese della Sedia” e dell’artigianato del legno.
Ora, dovendo spostarsi altrove per i servizi bancari, i cittadini finiranno inevitabilmente per spendere fuori anche i loro risparmi, con un ulteriore danno all’economia locale.
Smantellato anche il bancomat
È comprensibile che, in una logica di mercato, i servizi — inclusi quelli bancari — debbano essere economicamente sostenibili; tuttavia, l’economia di un territorio si regge anche su scelte di carattere sociale. La filiale della banca che era presente in questo paese, al momento della chiusura, presentava una buona capitalizzazione e un portafoglio clienti solido: segno che, negli anni, aveva prodotto utili tali da giustificare almeno il mantenimento del servizio bancomat.
Purtroppo, la logica del profitto continua a prevalere sulla tutela dei servizi indispensabili alla sopravvivenza delle comunità locali. In questi casi, gli slogan non servono a nulla.
Le infrastrastrutture incompiute
A tutto ciò si aggiunge una viabilità carente: le opere di collegamento con i principali centri di Catanzaro e Cosenza, iniziate oltre quarant’anni fa, sono ancora incompiute; le strade provinciali, ormai da tempo, non beneficiano né di interventi straordinari né, sempre più spesso, della normale manutenzione ordinaria, con conseguenti rischi per gli automobilisti che le percorrono quotidianamente.
Se davvero si vuole contrastare la desertificazione di questi piccoli centri — veri custodi di storia, arte e cultura locale, spesso ricchi di testimonianze urbanistiche e architettoniche— è necessario che la politica, al di là degli slogan, agisca con urgenza e concretezza. Servono interventi reali e immediati, capaci di incidere sulla vita quotidiana delle persone: infrastrutture, servizi, opportunità di lavoro e condizioni di vita dignitose.
Solo in una nuova visione di futuro per i nostri borghi sarà possibile invertire la rotta. Le amministrazioni, a tutti i livelli istituzionali, devono essere coinvolte e responsabilizzate, rimettendo finalmente i cittadini e la loro vita al centro di ogni decisione, al di sopra di qualsiasi altro interesse.
Il gruppo civico “Insieme per il Paese”.





























