L’amministrazione comunale di Bianchi nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, nel rispetto delle prescrizioni governative nonostante i tempi di coronavirus ricorda i suoi caduti e quelli di tutte le guerre. Alla messa ufficiata da don Giuseppe Trotta insieme al sindaco Pasquale Taverna hanno partecipato la giunta comunale, il maresciallo Domenico Millicelli della stazione Carabinieri di Colosimi in sostituzione di quello di Bianchi impegnato in altri compiti, la Polizia Municipale, le suore adoratrici Santissimo Sacramento e il coro parrocchiale.
Don Giuseppe durante la sua omelia tra l’altro ha sottolineato “tutti devono ricordare ed esprimere sentimenti di riconoscenza ai caduti di tutti le guerre che si sono sacrificati in nome della libertà e della Patria. Il ricordo e la riconoscenza – ha aggiunto il parroco – per coloro che hanno dato la vita per il proprio Paese è un dovere morale ed istituzionale ricordarli almeno una volta l’anno”.
Il sindaco Taverna ha rilevato quanto segue. “Viviano questa commemorazione con due stati d’animo: uno di ricordo e riconoscenza, l’altro di preoccupazione per il difficile e doloroso periodo dovuto al coronavirus che da circa un anno ci perseguita, coinvolge e ci ha cambiato la vita”.
Nel ricordare e nominare i trentatré giovani biancari caduti nella Prima Guerra Mondiale, di cui due medaglia di bronzo al valore militare, il primo cittadino sottolinea che il senso del 4 Novembre è di guardare con gratitudine e riconoscenza al sacrificio dei soldati caduti in guerra e di chi ancora oggi come le Forze Armate svolgono azione di operatori di pace nei Paesi in conflitti armati in difesa dei valori democratici.
Sono passati 102 anni dalla firma dell’armistizio che decretò la fine della Grande Guerra che, seppur vittoriosa, fu un’immane tragedia. Un evento che segnò in modo profondo l’inizio del secolo scorso i cui radicali mutamenti politici e sociali fanno parte della storia. Una guerra lunga, dura e devastante che causò la morte di più di 600 mila militari e altrettante vittime civili solo in Italia.
Ma nonostante errori e carenze gravissime l’Italia riuscì a reggere e andare avanti. Fu il sacrificio e l’eroismo dei nostri soldati giunti da tutte le regioni d’Italia a decretare la vittoria. A noi meridionali, non deve sfuggire l’orgoglio per la Brigata Catanzaro fregiata dell’appellativo “Armata del Carso” ha contribuito alla vittoria. Infine, invita le nuove generazioni di custodire e difendere con orgoglio la Costituzione, pilastro fondamentale della democrazia, del nostro vivere civile. Al termine della messa sulle note del “Silenzio” la corona di alloro è stata deposta davanti il monumento dei caduti.